Qui il problema è la mia reazione al problema.
Il problema è che a fronte degli ignorantoni che con mio padre ancora caldo mi dicevano tua madre si rifarà una vita io ho fatto quella politically correct.
Se accadrà sarò felice per lei / è giovane e glielo auguro.
Il problema è che sono stata ipocrita.
e adesso misscoerenza non si può sbugiardare mettendo a nudo tutta la sua fragilità, rivelando di essere umana.
Ma ho deciso che mi assolvo, perchè non lo sapevo, non sapevo che quando sarebbe successo il cuore si sarebbe messo per traverso a non far passare i pensieri razionali. credevo di pensare veramente quello che dicevo, io sono quella che predica il rispetto verso il prossimo e punta il dito verso chi giudica, quella anticonvenzionale dalla mente aperta, e un grande disinteresse verso chi fa che cosa.
Io sono stata giudicata in questa storia, giudicata per tutto... perchè non ho pianto abbastanza al funerale, perchè non ho fatto scrivere il nome di suo padre e suo fratello sui manifesti funebri, perchè il giorno dopo sono andata a fare colazione al bar e mi sono seduta al nostro solito tavolo di fronte alla sua sedia vuota e sorridevo con dignità a chi veniva a farmi le condiglianze.
E lì ho giurato che non avrei mai giudicato, nessuno, per nessun motivo.
...e ho giudicato mia madre, istantaneamente, subito, ho pensato ti sei giù stufata di lavorare?
ma grazie al cielo non l'ho detto e ho detto ci sarà occasione, perchè sono una che non giudica io.
Mi assolvo perchè è la prima volta che mi muore un padre, che le colonne portanti della mia vita crollano e un'eredità è più importante di una figlia, di una cugina, di una nipote.
Vorrei poter tornare a venerdì scorso e fare domande come da quanto lo frequenta? chi gliel'ha presentato? quanti anni hanno questi figli e sono maschi o femmine? So solo quello che lei mi ha detto ovvero che abita un po' lontano da qui e si vedono poco e che è separato da molti anni. Non mi cambierebbe niente avere quelle informazioni in più ma avrei la sensazione di avere un quadro più generale della situazione e tutti i dati necessari per ragionarci su.
Che poi, io, non devo ragionarci su. non sono fatti miei. Sono sempre stata convinta che l'amore di mia madre verso mio padre non fosse quell'amore puro e incondizionato che per me è l'Amore vero, quello con la A maiuscola. fin da bambina, anni prima che morisse, e quando è successo ne ho avuto le mie conferme. Questa posso considerarla un ulteriore conferma del mio punto di vista e nient'altro, punto di vista che tra l'altro non ritengo nemmeno di dover avere. Io sarei qulla che sentenzia non devi averlo tu un punto di vista, non è la tua vita. E ho scoperto l'acqua calda, ho scoperto che viverlo in prima persona è un'altra cosa, che un meccanismo interno di sentimenti e pensieri si innesca da solo e che non resta che comandare quel poco che puoi comandare ovvero la bocca.
Il punto è che mia madre non è più lì a crogiolarsi nel dolore di non avere più mio padre a fianco e che questo mi lancia in una realtà che non ho ancora ben chiara ovvero che mio padre non è qui e non tornerà.
E non me ne ero accorta fin ora, di non averlo chiaro. non piango mai, non vado mai al cimitero, ci penso poco e ci penso per lo più come se fosse vivo. i momenti di sconforto sono pochi e molto brevi. e forse questi sono tutti segni del fatto che non ho ancora elaborato che sia morto davvero. forse non sono un egoista, forse non mi sono ancora accorta. forse c'era bisogno della svolta di mia madre perchè io me ne rendessi conto. forse, forse, forse.
Per certo so soltanto quello che devo fare adesso.
La prima cosa è controllarmi. devo rimanere coerente, dignitosa, serafica e distaccata come sono stata fin ora e come ho rimproverato di non essere agli altri. non importa se poi a casa sbatto la testa contro il muro, ho predicato bene e devo razzolare di conseguenza. Poi in seconda fase dovrò anche inventarmi una nuova me capace di non fare la merda con questo tizio e questi fantomatici figli nell'eventualità di trovarmeli davvero di fronte prima o poi.
La seconda cosa è prendermi cura di me. per la prima volta voglio comportarmi in maniera intelligente nei confronti di me stessa, devo prendere atto di questo dolore e occuparmene, portarlo in capo al mondo se ci sarà bisogno e guardarlo dritto in faccia. ho fatto abbastanza anni di terapia per capire che questa è solo la punta di un icebarg che ho dentro, che il problema non è cosa fa mia madre ma una negazione che non sapevo di star praticando.
Intanto - per coerenza - sabato dalla psicologa non ci vado. Ho promesso a Ego una cena di San Valentino casalinga quest'anno, una cena bella, studiata e creata con attenzione come non glie ne preparo da moltissimo tempo. Ho tante portate da cucinare e sono davvero arruginita, cuori di carta da giornale da ritagliare e spargere per casa, una tavola carina da imbandire e una biglietto da scrivere. quindi sabato me ne starò a casa e lo dedicherò interamente a questo. Un ora di terapia allo stato dei fatti non mi cambierebbe nulla, è troppo poco per il caos che ho in testa, da qui a sabato prossimo cercherò di riordinare i pensieri e chissà che non riesca ad arrivare dalla terapeuta con due frasi compiute da esporre.
Perchè è brava eh la mia psicologa, ma la mente ancora non la legge.