che trabocanno dalle dita, il bisogno di battere sulla tastiera come di mangiare delle labbra, di passare una giornata intera felice, da quando mi sveglio a quando vado a dormire.
Ho ricominciato a non dormire la notte, leggo cose molto uguali tra loro scritte in maniere meravigliosamente diverse, e scrivo tutto quello che mi passa per la testa... che è poi, sempre lo stesso argomento.
Devo andare a farmi togliere questo sempipermanente e metterne dell'altro dalla collega WonderWoman... ho le unghie lunghissime, fatico a scrivere e a togliermi le lenti a contatto. e poi mi sento un puttanone.
Non per vantarmi, ma il mio vestito da sposa è stupendo.
Probabilmente ogni sposa vede il proprio stupendo, ma me ne infischio e affermo che il mio è proprio stupendo.
Sarei in un brodo di giggiuole.
Quanto sarei felice, non lo so quantificare. L'abito perfetto, il matrimonio che ho sempre sognato, la vita che si piega a seguire le mie direttive.
E' come l'ho sempre sognato, anzi, ancora di più. perchè io ho il vizio di sognare cose semplici, statiche, perchè devono essere perfette e allora mi piace vincere facile... pochi elementi, più propabilità di un perfetto incastro.
La realtà supera il sogno, e non sono capace di dichiarare la perfezione, non lo farò mai - eppure se devo immaginarmi qualcosa di meglio proprio non ci riesco, e allora è forse questa la perfezione.
Parlo del mio abito, ma anche un po' dì lui. che ogni suo difetto è spaventoso e accentua i miei, altrettanto spaventosi, eppure io non gliene toglierei neanche uno, e se lo avessi dovuto disegnare probabilmente lo avrei fatto proprio così ma certe cose non mi sarebbero mai venute in mente.
allora eccola, la perfezione.
alla fine il parametro non è poi così scorretto. il mio vestito è perfetto partendo dal presupposto che devo indossarlo una volta soltanto, toglierlo una volta soltanto, tenerlo addosso qualche ora.
lui è perfetto per il ruolo che ricopre adesso, non è detto che lo sarebbe ogni giorno.
il mio vestito è pesante, pare di avere dei pesi sotto alle ascelle che ti trascinano in basso, non sarebbe perfetto se ci dovessi andare a far la spesa o a pagare una bolletta.
Cado sempre lì. quando apro mi dico adesso Mico ti concentri e inizi a scrivere di come hai rotto un lavabo in ceramica facendoci cadere dentro la boccietta del profumo e di come la Gcasa che sembrava un campo di battaglia già prima ora sembri davvero un accampamento.
e poi lui mi arriva lì in gola, un conato che non riesco a trattenere.
passa nel collo, giù per l'esofago, gratta i gomiti e in un attimo è nelle dita.
mi fa venire quel formicolio in mezzo alle mani che per me è sintomo di gita, alle alementari, la sera prima, mentre mamma mi prepara lo zaino. e sono parole, e sono per lui.
Il mio vestito è straordinario, è il vestito che ho pensato e sognato per anni, per dire sì a Ego, nel nostro praticello, con una treccia spettinata e un bouquet di fiori di campo.
Non potrei mai utilizzarlo per dire sì a qualcun altro.
ma davvero si puo lasciare una cosa così in un armadio?
o peggio, regalarlo all'atelier sperando che soddisfi il sogno di qualche altra femmina con lettera minuscola?
e poi tremila euro ma stocazzo.