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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

mercoledì 6 settembre 2017

Poco meno di un anno dall'ultimo post.

Era già successo una volta, un anno anche lì. Il bello di quando non ti paga nessuno.
In questo anno ho alternato mesi di scrittura violenta e mesi di astinenza assoluta ma il blog non mi è mai mancato fino ad oggi. Da un attimo in poi, che non saprei identificare con precisione, stare qui ha iniziato a farmi male. In questo posto è concentrata tutta, proprio tutta, la mia parte di vita dolorosa, quella che mi ha cambiato da dietro, la prima veramente da adulta. 
Per questo ci sono affezionata, ma sempre per questo una parte di me pensa che sia sbagliato tornare a scrivere qui come se si significasse accettare di essere ancora qui dentro, di non essere andata avanti, di continuare la mia vita incastrata negli stessi nodi.
Che sia così o meno, comportarsi come se non lo fosse sarebbe già una gran cosa.
Perché poi, ci divincoliamo mai davvero da tutti i nodi? Ce ne liberiamo sul serio?
Non ho voglia di aprire un nuovo blog adesso. Di ricominciare, inventare un nuovo titolo, una nuova testata, nuovi colori.
Cosa ho fatto tra ottobre duemilasedici e settembre duemiladiciassette.
Ho dormito tantissimo, lo scorso inverno, quei sonni ubriachi sotto al piumone con troppi strati di vestiti addosso, ho provato le brezza del mal di vivere vero, quello che molto serenamente ti fa pensare che la vita sia meglio vissuta in un letto nel caldo della tua casa con i mici vicini e il silenzio, perché i problemi mentre dormi non hanno presa su di te. 
E nonostante me i problemi si sono risolti lo stesso, perché semplicemente era ora, era l'anno, era tempo. 
Naturalmente ne sono arrivati anche altri, per esempio ho iniziato a vedere il mio ginecologo più spesso della mia migliore amica, mia madre in un estremo tentativo di attirare l'attenzione ci ha quasi lasciato le piume dando un colpo di frusta al nostro rapporto.
Ho iniziato a vedermi per quello che sono, una macchina non più km zero che ha bisogno di manutenzione, cura, attenzione, perché non è così perfetta e la meccanica della paura se ne frega.
C'è stato l'ennesimo giro di boa, e questo mi ha davvero colto di sprovvista perché pensavo che dopo una certa età non succedesse più. I suoceri e la famiglia di Ego tutta non sono così meravigliosamente perfetti come li ho idealizzati negli ultimi anni, le colleghe non sono delle amiche e le amiche sono esseri umani che spinti al limite cadono, esattamente come me. La mia famiglia fa sempre schifo, anche se c'è la nuova cugina che ancora non riesco a sentire tale, anche se mia nipote ormai ha una taglia più di me ed è ufficialmente un adolescente. 
Io e Ego facciamo sempre schifo ma nel nostro schifo abbiamo imparato a tenerci ben stretti e ad aiutarci a vicenda, senza evolverci mai troppo, senza trovare mai quel pezzo che manca quasi ci divertisse così.
Ho mandato curriculum come una matta per qualche mese, per qualsiasi tipo di impiego, poi ho cancellato tutto, tutte le iscrizioni a tutti i siti trovati, tutte le candidature on-line inviate e persino il curriculum stesso. Mi sono detta che se me ne vado da qui, se lascio questo posto, il posto che occupa il mio culo intendo, dove ho sudato e lacrimato e sputato sangue perché il mio culo nonostante i suoi fisiologici cambiamenti nella dozzina di anni continui a starci, sarà per provare a fare altro, ad essere altro e non per andare a sudare e lacrimare e sputare al cospetto di qualcun altro. 
I Ggatti stanno alla grande e sono la mia gioia quotidiana, tante volte addirittura il motivo del quotidiano.
Una cosa che mi sarebbe piaciuta tanto scrivere oggi è che il mio libro c'è, che fosse lì non dico pronto ma almeno finito. 
C'è l'inizio, c'è la fine, c'è il suo disegno ma non è pieno e chissà se mai lo sarà.
Mi sarebbe anche piaciuto raccontare di una casa che prende forma, ma la realtà è che si sono fatte tante parole ma niente è ancora stato firmato perché fondamentalmente io e Ego stiamo bene da poco e il mutuo ci fa una paura fottuta.
Più o meno in un anno è successo questo.

3 commenti:

  1. Ben tornata!!!!
    Passavo sempre di qua per cercare tue notizie...spero sia un rientro che ti aiuti a stare meglio, buone cose per tutto :-)

    Giulia

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  2. Un anno che hai preso per te, le tue paure e i tuoi problemi.
    Ma sei qui, no?
    Quindi la bolla in cui ti eri inchiusa è scoppiata, significa che c'è stata una svolta, almeno d'intenzioni.
    Bentornata.

    Moz-

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