Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

lunedì 12 novembre 2012

Acqua fresca in un deserto arido,

il mio blog che si apre. tolgo le ragnatele, mi faccio spazio tra la polvere e mi siedo qui per terra, in mezzo a post non scritti, note di cose da ricordare, amici che non sento da troppo.
se non mi fermo qui in mezzo, infischiandomene del traffico che blocco, dei clacson che suonano, della fretta del mondo, non scrivo più. e così non va bene. Sono riscucchiata, totalmente, il tondo dietro di un phon senza cappuccio che quando meno te lo aspetti ti aspira i capelli e se non spegni subito e li districhi piano ti pela come una patata. Il mio lavoro è partito, io sono partita, un cavallo che galoppa e non acenna a fermarsi. io sono felice, sono felice ogni santo giorno di sedermi a questa scrivania e dare il meglio. e non mi sembra vero. ma è un mare in piena, onde altissime di sei ore soltanto, che non bastano mai e continuano sempre, senza tregua, seduta sul cesso di casa con le e-mail dall'i-phone, a pranzo dai miei al telefono con il bulgaro, nelle idee la domenica mattina in vestaglia mentre inforno le brioches surgelate.
Non c'è tempo, è finito. e va tutto a gonfie vele come forse non è mai andato. e per una volta non sto scherzando. I miei stanno bene, papà sta bene, noi stiamo bene, Ego sta bene, andiamo d'accordo, facciamo l'amore . Io sto bene, mi sento piena, appagata, soddisfatta, orgogliosa di me stessa. e vecchia. Sto leggendo Venuto al mondo, sono a poco più di metà. lo sto leggendo di fretta perchè voglio andare a vedere il film, è un libro che ti scava dentro, non avrei voluto leggerlo così. lo leggo mentre l'acque della pasta bolle camminando, mentre aspetto dal dentista, mentre fingo si ascoltare chi c'è dall'altra parte della cornetta, di notte, al posto di mangiare in pausa pranzo. Mi sono resa conto che forse essere madre, o meglio non esserlo, non è solo dormire notti intere senza interruzioni. che forse un giorno si accenderà qualcosa in me. Ho fatto il mio primo brodo di carne, il mio primo bollito. vorrei fare i biscotti al burro, vedere qualche puntata di Benedetta Parodi da seduta sul divano e non sentirne solo la voce mentre piego i calzini in camera. vorrei non essere troppo stanca il sabato e uscire, per mettermi i vestiti nuovi che mi sono comprata, vorrei avere i soldi per comprarmene tanti per altri. per pagare i bolli in sospeso, per pagarmi le lezioni di inglese. Abbiamo la muffa, di nuovo, come sempre. Ego vorrebbe investire il budget destinato al viaggio di capodanno in vernici specifiche e deumidificatore nuovo, io vorrei dar fuoco alla casa e debellarla così. E sono felice, oggettivamente, razionalmente, felice. felice perchè non c'è niente che non va, felice perchè Fox aveva ragione, dopo due anni di merda il sole tornerà a splendere. una felicità sterile che descrivo e non vivo, che vedo ma non sento. forse mi ci solo devo abituare. forse sto invecchiando, mi accorgo che il futuro per la prima volta mi spaventa invece di incuriosirmi. ecco cos'è quel velo negli occhi degli anziani, forse è così che si diventa vecchi, il futuro smette di sembrarti migliore perchè ti accorgi che il presente non è così male e un nuovo giorno è un salto nel buio. Dovrebbe essere vietato per legge sentirsi vecchi sotto i trent'anni. A volte penso che dovremmo dare un po d'amore al nostro tran tran quotidiano, magari un piccolo gatto nero dagli occhi chiari che si strofina contro le mie gambe mentre mi lavo i denti. poi mi ricordo che le piante nella Gcasa muoiono perchè nessuno si ricorda di dargli dell'acqua. Ho iniziato un corso di step, prima lezione di inglese domani. faccio sempre così, l'acqua bolle e allora ci butto dentro di tutto finchè l'acqua mi arriva al mento e sto per annegare. eppure son felice, anche se non si vede. vorrei del tempo, del tempo per stare sul divano a sorseggiare un te caldo, con la coperta sulle gambe e un po di musica, del tempo per provarmi pettinature davanti allo specchio, per andare a prendere mia nonna e portarla a casa mia per fare il polpettone e cenare insieme.
se non torno entro pochi giorni, che qualcuno mi venga a prendere, vi prego.