Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

mercoledì 25 settembre 2013

E' finita.

C'è una grande differenza adesso nel mio approccio verso determinate situazioni rispetto a qualche anno fa. Dopo averne vissute un tot, esserti cagato addosso dei mesi per cose che poi una volta finite rimangono solo lontani ricordi, un giorno ti svegli e apprendi davvero che tutto passa. nel senso più fisico della difinzione. passa, scorre, quel giorno che daresti un braccio per non dover vivere, come tutti gli altri giorni giunge al suo termine. ed è passato. il giorno dopo ti svegli, il sole è al suo posto come sempre, un caffè è pronto da bere, una nuova giornata inizia. che il tuo giorno sia andato alla grande o sia andato di merda. Probabilmente questa consapevolezza arriva insieme ad una sorta di maturità che io non avevo ancora raggiunto, ecco forse perchè quando sei bambino e sei tanto agitato per qualcosa l'adulto di turno ti fai quei sorrisi di sufficenza che lo prenderesti a schiaffi. ti innalzi di livello e apprendi che sticazzi, vivo o morto arriverai al giorno dopo, nel novanta per cento dei casi almeno. Ringrazio chi mi ha consigliato la filosofia dello sticazzi, che è stato il mio mantra dell'intera esperienza. Domenica sera come da previsioni, ho varcato la soglia di casa all'alba dell'una di notte, stanca come mai prima, ma con il passo trionfante di chi ha conquistato il mondo tanta era la gioia di aver superato anche questa... ciònonostante, lunedì non sono andata a mangiare nessuna pizza e il mio trionfo interiore non ha ancora trovato sfogo alcuno perchè, come sempre, si è subito accodato un nuovo problema più importante. Io mi sento di aver qualcosa per cui festeggiare. Di dover festeggiare di aver superato questa cosa che rappresentava un grande ostacolo per me in questo momento, di avere voglia di vivere nonostante tutto, di aver conosciuto quell'uomo meraviglioso che è stato mio padre.
Ho parlato con i tantissimi, più del previsto, visitatori del nostro stand provenienti da tutto il mondo. Ci ho parlato con il mio inglese cheteloraccomando, ho capito e ho risposto, ho riso, ho concluso qualcosa. I colleghi mi sono stati abbastanza alla larga da permettermi di non farmi prendere dall'ansia e ce l'ho fatta. Non ho trovato la merce nel nostro stand, quella che era la mia più grande paura, e ho gestito la situazione con una carica che non mi aspettavo di avere. Ho mimato la necessità di avere una presa multipla per la macchinetta del caffè facendo pisciare sotto dal ridere cinque grossi tedesci e l'ho ottenuta. La sensazione è quella di possedere una nuova ricchezza. Ho parlato con gente da Hong Kong, da Israele, da Panamà, dal Canada. Io. piccola scema Micol proveniente dal paesino di campagna. Ho anche fatto scena quasi muta a tutte le cene come da previsioni capendo che non si tratta affatto di un problema linguistico ma della presenza della Managerdistacippadim... che mi porta a eclissarmi nel mio mondo fatato e mimetizzarmi nell'arredamento. Ma anche questo è una sorta di ricchezza perchè ora che so dove sta il problema, se volessi potrei lavorarci per risolverlo sapendo da dove partire. In ultima analisi è andata nel complesso meglio di come addirittura speravo, per cui non posso non essere contenta. certo, si poteva far di meglio, ma considerando veramente tutto, sono soddisfatta di me stessa. e sticazzi, è finita. Non devo più passarmi pause pranzo a fare pile di fogli per terra e camminarci sopra per sfruttare l'unica ora in cui l'ufficio è immerso nel silenzio e l'omino del cervello riesce fare il suo dovere, non devo più chiedermi ogni giorno se sarà l'ultimo mese che lavorerò qui dentro perchè magari il capo mi licenzierà non ha appena tornati da una fiera organizzata di merda, non devo più non occuparmi di nulla perchè non posso crearmi situazioni destabilizzanti prima del grande evento. Ego è in rotta definitiva con il suo capo, potrebbe da un giorno all'altro ritrovarsi senza lavoro e con il mio stipendio non arriviamo a metà mese... ma sticazzi, voglio essere contenta per qualcosa una cazzo di settimana. Se c'è una cosa che ho imparato dal ventinove giugno ad oggi è che è tremendamente stupido immolarsi per gli altri, imporsi di non star male perchè stanno già male gli altri o ci sono cose più importanti a cui pensare, pensando che poi verrà il momento in cui potrai occuparti anche di te. perchè nessuno lo fa per te. neanche chi ti ha messo al mondo o chi respira il tuo respiro ogni mattina al risveglio. 
Anyway, chi mi porta a mangiare una pizza?

martedì 17 settembre 2013

Scrivere

mi manca da morire. e sono pronta a farlo già da un po, ma mi è mancato il tempo.
Insieme a mio padre se n'è andato quell'angolo di cielo per me stessa guadagnato con tanta fatica.
Tra trentrasei ore sarò in Germania, per l'occasione che mi ha dato lavoro e angoscie da inzio 2013. Ovviamente non mi sono preparata quanto avrei voluto e per l'organizzazione mi sono attenuta a tutto quello che è stato fatto negli anni precedenti senza introdurre niente di mio, ma già essere arrivata fino qui nonostante tutto, lo considero un traguardo. Ho detto a Ego che comunque vada lunedì sera andremo a cena fuori per festeggiare la fine di quest'agonia, anche se sarà stato un fallimento.Penso che lunedì ventitrè settembre rinascerò dalle mie ceneri come una povera fenice che non sa volare, spennacchiata dai continui schianti. Il mio omino del cervello è convinto che si chiude il capitolo fiera e dipartita di papà e se ne apre uno nuovo. e non saprei definire se la cosa mi rincuora o spaventa di più. 
La valigia è semi-pronta. io fuori anche, stasera capelli e cerette varie, domani lampada di pietà verso il prossimo. Ho un bel raffreddore e correlato mal di gola che temo siano della stessa famiglia dei febbroni che mi venivano da bambina prima dei saggi di danza, li ignoro e ingoio tachipirine di tanto in tanto. 
Tanta merda Micol, dopo che hai visto tuo padre in una cassettina d'alluminio 50 x 40, puoi fare tutto.