Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

venerdì 22 aprile 2016

Stanca

di una stanchezza nuova. una giornata piena di cose, come prima, ma fatte da una nuova me, che per la prima volta in trent'anni... si piace. 
Ora mi piace di più scrivere a casa verso quest'ora della sera, alla mia scrivania, con il pigiama e sopra la felpona di Ego... una tazza fumante o una birra, dipende un po' da come gira. Anhe in casa mi sento di nuovo a casa mia, grazie a un lavandino nuovo - alla stella giusta - e infatti ho ricominciato ad occuparmene... domani e dopodomani saranno dedicati al cambio stagione delle scarpe, inizio di quello dei vestiti e preparazione antipasti e dolce per una cena dalla B. sabato sera. Tutto sempre intervallato da messaggi audio con le amiche, telefonate varie che finiscono in post it attaccati in ogni dove, scarabocchi sul calendario, avvisi inquietanti appaccicati al frigo. una carezza alla Gigghi, un lancio della pallina al Gigatto, un caffè mentre mi guardo il nuovo articolo sulle pettinature sposa. 
E' come se all'improvviso mi avessero dato le MIE scarpe. giuste, comode, belle, perfette. 
Bisogna perdersi per ritrovarsi.. mecojoni, negli aforismi ci andrebbe l'asterisco piccolino con didascalia sotto che spiega cosa vuol dire realmente perdersi, toccare il fondo, riempirti i polmoni di dolore e qualche dettaglio su come sarà poi fino al giorno in cui riuscirai finalmente a far entrare dell'aria pulita.
Quello che intendevo dire nel post precedente è che ho smesso di soffrire.
Per lui, per Ego, per la me schiacciata da tutto questo, per le mazzate ripetute che la vita mi ha dato negli ultimi anni. Anche questa me la dicevano, un giorno smetti di soffrire e basta... ed è vero. prima passi dall'inferno e ne conosci tutti i suoi angoli più nascosti ma poi smetti di soffire... se smettere di soffrire è quello che vuoi. E io lo volevo perchè fondamentalmente il mio problema era il non riuscire a portare avanti la mia scelta perchè ratio e sentimenti erano in continua lotta e il tempo scorreva e vedevo la vita passarmi davanti incapace di muovermi. 
Una mattina mi sono alzata e ho ricominciato a tenere la mia testa dov'era il mio corpo, una mattina ci sono riuscita dopo tante mattine in cui ci avevo provato invano. poi un pomeriggio, poi una sera, poi un giorno intero. 
Mi sento diversa, mi sento sola, o meglio so di esser sola mentre prima non lo sapevo. E sola vado, faccio, disfo. 
Ego non è più quello di prima ma è sempre l'uomo con cui condivido la vita e che sposerò legalmente lunedì 9 maggio... magari gli cambierò soprannome. 
Lui non è più lui ma un concentrato dei miei limiti, il disegno del mio egoismo, della cattiveria di cui siamo capaci, il mio istinto di sopravvivenza, il mio scheletro nell'armadio. 
La mia vita è più chira, più vera, più umile, più povera ma è quella che voglio tradotta in realtà. 
Va tutto bene. e non lo scrivo per autoconvincermene o per convincere voi ma perchè è vero e quando l'ho realizzato ho pianto dalla gioia pensando a quanto invece se un solo tassello non fosse andato al suo posto qualche mese fa, potrebbe non andare affatto tutto bene. 
Sono felice di sposarmi. non vedo l'ora che sia quel giorno, non vedo l'ora di avere la fede al dito, di gurdare Ego negli occhi, di vedere le foto del mio matrimonio. 
Sono una sposa cazzo, sono una sposa a tre mesi dal matrimonio e sono felice perchè sogno di sposarmi da quando sono bambina e sogno di sposare Ego dalla prima sera che siamo usciti. 
Sono felice e va tutto bene, devo solo accettarlo e farci l'abitudine.

mercoledì 20 aprile 2016

Non tutti i mali

vengono per nuocere, anche la tonsillite. pure la tonsillite recidiva, quella della settimana dopo, quella che ti pare di avere un masso appoggiato alla tonsilla sinistra e non più solo una manciata di ghiaia. Però l'ho capito oggi, ieri ho pianto e bestemmiato ad ore alterne. 
chissà, magari un giorno realizzerò che anche lui era uno di quei mali non venuti per nuocere ma per insegnare qualcosa.
Praticamente io ho preso, sì, una pastiglia di antibiotico ogni otto ore, ma due al giorno... perchè io non avevo mai sentito di un antibiotico che va preso più di due volte al giorno e non sono stata lì a farmi tanti domande... stavo sedici ore scoperta ed è "come se non lo avessi preso" ha decretato il medico. così domenica sera, quando ormai pensavo che la tonsillite fosse un ricordo lontano, ho cominciato ad avere lo stesso dolore della settimana prima ma molto più forte. c'erano i miei suoceri a cena e io ho iniziato ad impazzire terrorizzata dall'idea di stare male di nuovo e dover sprecare altri preziosissimi giorni utili e ho scritto un delirante messaggio su facebook al mio medico che l'ha letto subito e mi ha bellamente ignorato. La mattina dopo è stato un rewind del lunedì precedente, alle unidici scappavo dall'ufficio con le ultime forze a disposizione, mollavo la macchina davanti allo studio medico e mi precipitavo dentro per uscirne in lacrime mezz'ora dopo. lacrime esponenzialmente aumentate quando ho trovato la multa sul parabrezza, che io una multa nel mio paesino di cinquemila anime non l'avevo mai presa e non credevo fosse possibile. 
Ho pianto il non poter comandare il mio corpo e non poter decidere io quando è ora di tirare e quando di fermarsi. Ho pianto l'essere stata così idiota da scherzare con la mia salute per una disattenzione. Ho pianto il non avere qualcuno che mi venga a trovare quando sto male così, una mamma a farmi la minestrina, un papà a portarmi il gelato. Ho pianto le troppe cose che ho da fare e sapere che ho passato mesi a fissare profili instagram e pensare agli unicorni rosa e che ora le cose da fare mi stanno schiacciando. Ho pianto l'avere un lavoro che nonostante non paghi, sia in senso figurato che letterale, riesce ancora a schiacciarmi al punto di farmi stare in angoscia per non poterci andare. 
Poi ho dormito, tutto il giorno, a botte di tre ore ciascuna. 
E poi stamattina ho realizzato quante delle cose che devo fare le posso fare da casa mia, occupandomi anche di casa mia, insieme ai miei mici, nella pace della mia casa. e ho capito che non solo oggi sarei stata a casa e me ne sarei fregata del lavoro ma ne sarei stata a casa anche domani così come da disposizioni del medico e ne avrei goduto a pieno portandomi avanti con le cose che voglio fare tra venerdì e sabato. 
che in fondo noi decidiamo cosa fare di ciò che ci succede, noi decidiamo quando smettere di soffrire, noi decidiamo come stare. noi. io.

giovedì 14 aprile 2016

E' brutto

non poterne parlare con nessuno.
Ho imparato lo scambio, la solidarietà, raccontarsi e non avere niente indietro se non un abbraccio su facetime, un beviamo un altra birra, un ti voglio bene.
Ci ho messo tanto ed è stata dura accettare ed ammettere che effettivamente si, a condividere ci si sente un pochino meglio.
Di questo non posso parlarne con le amiche, o meglio posso farlo ma non senza sentirmi rispondere cose logiche che mi costringono a sbattere la testa sull'illogicità della situazione, che è l'ultima cosa di cui ho bisogno.
Anche scriverne qui mi dispiace, mi spiace rovinarmi la reputazione o avere paura ad aprire i commenti... commenti che farei anche io, così come quello che mi dicono le amiche sarebbe esattamente quello che io direi loro, ma viverlo da attrice protagonista è tutta un'altra storia.
Non ho bisogno che qualcuno mi dica che la decisione l'ho presa io, che nessuno mi sta obbligando a rimanere sulla mia strada, che lui è stato lì anche troppo tempo, queste cose le so da sola. Ho bisogno di qualcuno che stia a sentirmi raccontare di come quella sera lui mi ha spostato tenendomi dai fianchi per far passare il tizio dietro e io ho guardato il nostro riflesso nello specchio e ho pensato che lì il mondo poteva morire, poteva finire, che non avevo bisogno di altro. che mi ascolti mentre lo racconto e mi bevo le lacrime che mi colano giù per le guance e lo ascolti come se fosse qualcosa di interessante e appassionante, e poi ne convengaa con me su quanto la mia vita faccia schifo, sia una bastarda, un infame. quanto lui sia un coglione e la sua ex una puttana che poteva lasciarlo prima e farmelo trovare un po' più sano, quanto io sia fatta male e non abbia un briciolo di coraggio, quanto sia ingiusto che lui sia arrivato dove non c'era spazio e che io non glie ne abbia saputo fare. Ho bisogno di qualcuno che mi mandi a letto a quest'ora, che mi cancelli il suo numero, che mi canti una canzone ogni volta che durante una giornata con ritmi da ictus mi fermo per sbaglio, al semaforo, in coda al supermercato, sul cesso, e la testa corre e corre sempre lì.
Forse avrei bisogno di un uomo, un amico uomo, che mi dica che devo tirare fuori i coglioni, mi dica da uomo quanto sono stata puttana ad infilare le dita in una ferita aperta, dargli un po' di luce e scappar via lasciando un buco peggio di quello che avevo trovato. che mi spieghi con le parole che userebbe lui che all'universo non frega un cazzo di quanto stia male io perchè sono io la troia e non lui, sono io che ho fatto tutto e non lui.
Quello che volevo scrivere quando mi sono alzata dal letto spostando il braccio addormentato di Ego e ho acceso il pc, è che non sappiamo quello che ci manca finchè non arriva. Me ne viaggiavo con questa perenne sensazione di insoddisfazione dietro la bocca dello stomaco ma non sapevo dargli un nome, non me lo chiedevo neanche perchè in realtà non era una consapevolezza. mi mancava qualcosa, ma non lo sapevo. Poi, quando dopo dodici ore ininterrotte di conversazione gli ho chiesto ma perchè tu perdi tempo a parlare con me lui mi ha risposto perchè non ho un cazzo di meglio da fare, ho capito, ho capito che mi mancava qualcosa e che quel qualcosa era lui. Lui, che prima era stato Ego, qualcosa. un'anima compatibile, un incastro, una calamita da cui farsi attrarre senza remore perchè lì ti si capisce, ti si apprezza, ti si vuole così come sei. E' la sensazione di un attimo non è la realtà.
Presto sarebbe venuto fuori che io parlo coreano e lui russo e capirsi è un'impresa, che io senza le parole non so stare e lui proprio non le sa dire, che io credo che lui così nella vita non farà altro che girarsi in tondo e crogiolarsi nei suoi fallimenti, che lui ritiene che io non sarò mai felice perchè non scelgo mai e mi faccio guidare dagli eventi. Ma c'è quell'attimo in cui tutto combacia così bene che non ti manca più niente, e quella sensazione può durare degli anni a riempirti quel vuoto dietro la bocca dello stomaco. Lo so, me lo ricordo. quando ferma al semaforo non pensavo a niente, assolutamente niente, mi guardavo intorno, canticchiavo quello che passava alla radio, nessun vuoto, un grande sereno e pacifico pieno. Mi chiedo se tornerà mai. 

mercoledì 13 aprile 2016

Mi era già successo

che il mio corpo ad un certo punto mi dicesse eh no bella de mamma... qui comando io! Anni fa, quando correvo anche più di così.
Sarà stata la follia della settimana scorsa o più semplicemente la sudata epocale causata da ciclo e trentotto gradi dell'auto, asciugata furbamente da tre linee di aria condizianata... fattostà che ho iniziato ad avere dolori sparsi e mal di gola rientrata da Milano sabato mattina e ieri mattina mi sono alzata dal letto che non riuscivo nemmeno a muovere il collo. Sono andata direttamente dal medico, senza passare nemmeno dall'ufficio - cosa che per me significa dolore e ipocondria livello allarme Defcon - e quest'ultimo dopo avermi sperculato di fronte alla mia diagnosi googleiana di mononucleosi mi ha diagnosticato tonsillite e enorme placca sulla tonsilla sinistra, intimandomi di stare in mutua "che tanto, ti viene la febbre". "non mi viene la febbre" ne ho concluso io e "te l'avevo detto" ne ha concluso lui, quando dopo un paio d'ore lo chiamavo per fargli emettere protocollo di mutua dai fumi sudati del mio divano.
La giornata di lunedì quindi è andata così, saltata visita alle Nipoti alle quali devo ancora consegnare i regali di Pasqua e sopratutto saltato il corso di fotografia alla sera, cosa che mi ha provocato un fortissimo giramento di palle che mi è passata la febbre ma avevo bruciore di stomaco da vendere.
Dovevo stare male proprio di lunedì? con tutti i giorni della settimana a disposizione?
A sfottò, ieri mattina mi sono svegliata che mi sentivo benissimo e ho saltato come un grillo fino a mezzanotte inoltrata. Credo sia l'antibiotico che mi rende iperattiva perchè la scia continua, persino la scimmiaurlatrice non sta ferma e zitta un attimo, blablablablablablahfbcysmricabkriblablablablablabla.
Ieri sono andata a lavorare, ho stirato, mi sono docciata con annessi capelli, ho riordinato panni stirati e non, fatto due lavatrici, riposto i piatti lavati da Ego, schiacciato la Gigghi in mezzo alla porta di casa (...), recuperato pomata per infezione all'occhio del Ggatto, e sopratutto finalmente messo mano al nostro WeddingDiary che chiedeva aggiornamenti da gennaio. 
Per oggi ho già terminato di raccogliere finalmente adesioni/lamentele/fanculi dalle partecipanti all'addio al nubilato della B., definito due cosine con la Super F., stampato un po' di cartacce da archiviare e fatto il punto della situazione dei punti della situazione da vedere con il capo. Debbo, correre a prelevare e acquistare due cose in cartoleria, poi correre in comune a consegnare documenti per il matrimonio e se ce la faccio anche in posta. mangiare qualcosa, rientrare in ufficio, uscita dall'ufficio avrò un ora che probabilmente impiegherò nel rigovernare casa dopodichè verrà a prendermi Ego e andremo a Torino per la terapia, usciti dalla terapia ci prenderemo qualche schifezza al Mac da mangiare a casa e poi le ore rimanenti sarebbero quelle a disposizione per noi.
Ogni mattina sento la tempia destra che pulsa pericolosamente non appena accendo la prima sigaretta dopo il caffè a circa dieci minuti dal risveglio. Le cose da fare per il mio matrimonio e quello della B. stanno aumentando ogni giorno e non riesco a non pensare anche alle cose da fare in casa, su me stessa e per il corso.
avrei tanto bisogno di scrivere delle cose che dovrei fare ma non ho il tempo di farlo, guarda un po'.
Nel frattempo al lavoro è il deliro, non perchè ci sia del lavoro ma perchè la collega Managerdistacipp ha avuto un altro attacco al nervo trigemino ed è in mutua fino a data da destinarsi e questo tradotto in volgarese significa che il capo me lo puppo tutto io, tutto tutto. 
Oggi è un incognita, ce la faccio? non ce la faccio?
Ma se prendo l'antibiotico qualche giorno in più, dato che mi da queste botte di adrenalina, se ne accorge qualcuno?     

giovedì 7 aprile 2016

E niente, la pellicola si riavvolge.

Niente part-time, perchè il figlio di puttana ha provato, ma non gli piace, e si guardano gli interessi dell'azienda, non quelli dei lavoratori, e a chi non sta bene può lasciargi le dimissioni sulla sua scrivania.
Ieri pomeriggio le madonne sono volate, gli ho detto chiaramente di darmi i soldi che mi spettano prima di aspettarsi che noi si guardi ancora gli interessi dell'azienda, lui ad un certo punto era così blu che pensavo gli prendesse un altro angina pectoris e io avevo le tempie che pulsavano e me le sono portate fino a letto.
Il risultato è lo zero tondo, come ogni volta, perchè io la soddisfazione di licenziarmi e rimanere con niente in mano non gliela do', piuttosto mi metto in mutua per i prossimi sei mesi.
E' ormai inevitabile che da settembre io mi cerchi una nuova occupazione ma fino a quel momento continuerò con l'atteggiamento zen degli ultimi mesi a fare l'orario che ho sempre fatto dal 2013 - con l'unica differenza che sarà fisso di riposo il venerdì e non più a rotazione un giovedì a testa - concnentrandomi su matrimonio, viaggio di nozze e ferie.
Atteggiamento zen da domani, che oggi mi girano ancora come eliche con l'aggravante del ciclo arrivato stamattina anticipato di quattro giorni e quindi ho già male a collo, spalle, schiena, ovaie, testa, mi sento un mostro e conitnuo a imprecare perchè se avessi saputo non mi sarei organizzata una giornata folle come quella che avrò e la serata a milano dall'amica V. di domani sera.
Volevamo anche andare al mare con Ego da sabato pomeriggio a lunedì pomeriggio ma lo convincerò a rimandare scusandomi con ciclo, bilancio familiare, giornata di ferie lunedì che sembrerebbe una ripicca e piccoli cuccioli a casa di cui vi racconterò al prossimo giro.
Tra venti minuti scappo a rigovernare casa nell'attesa del tecnico della lavastoviglie alle 14,30, poi dovrò affrontare una telefonata che prevedo tragica con l'amica della B. con la quale sto organizzando la festa di addio al nubilato, poi mi darò alla mia doverosa depilazione e dopo essermi rimessa in sesto andrò a casa della mia collega a rifarmi il semipermanente alle unghie passando prima dalla farmacia a recuperare dell'ibuprofene. Finite le unghie raggiungerò mia madre per una pizza - anche per questo aprirò un post a parte.
I preparativi del matrimonio hanno subito un accelerata pazzesca e iniziamo ad entrare nel vivo dell'ansia più violenta e dei compiti più gravosi... se a questo ci aggiungo il bisogno disperato della mia casa di subire una pulizia approfondita dentro e fuori e il cambio stagione che prima o poi sarà da fare... sapendo di non avere più tutti i pomeriggi liberi... inizio ad iperventilare.
Oggi no, oggi dico che: non ce la posso fare. 
 

martedì 5 aprile 2016

Oggi è

il nostro settimo anniversario, l'ultimo da fidanzati - o così pare.
Questo comporterà una pizza fuori stasera, che siamo in spese e noncèuncazzodafesteggiare e la serata insieme... che in questo periodo, nonostante si condivida il letto, non è cosa così scontata.
Ho un sonno pazzesco... più che altro hanno sonno gli occhi, molto infastiditi dalla luce bianca che illumina queste giornate stile londinese. quest'anno non mi sono fatta fregare e non ho ancora rimosso e lavato il piumone del letto, fa di nuovo un freddo porco. Ieri sera l'uscita in notturna sarebbe stata uno spasso se non fosse che ci piovviginava in testa e che faceva davvero freddo... a fine serata non riuscivo più a muovere le dita delle mani e sono arrivata a casa con un inizio di mal di gola e da scongelare.
Il bilancio del primo giorno part-time è positivo. 
Ho capito che il più grande nemico dell'orario part-time è l'abbiocco post-pranzo. 
ma se la vinci quella mezz'ora, sei arrivato.
Ci sono stati un paio di incovenienti quali un millepiedi che passeggiava con nonchalance sui panni ad asciugare sullo stendino che ho schiacciato con un colpo di vocabolario francese/italiano, ma dopo aver atteso mezz'ora a fissarlo che scendesse da una asciugamano. 
Nel frattempo ho ricevuto risposta dell'ultima benedettissima partecipante alla festa del benedettissimo addio al nubilato della B. - che sì, deve organizzare limortacci la sottoscritta - appuntato due nuove telefonate da fare oggi e ricevuto posticipo dell'appuntamento dalla terapista che era fissato per giovedì e che mi cade davvero a fagiuolo. Io e Ego stiamo facendo terapia di coppia da qualche settimana, nella speranza di riuscire a superare non troppo ammaccati le vicissitudini degli ultimi mesi, perchè tempo e sopratutto soldi non ne avevamo già abbastanza pochi.
Quindi... oggi uscirò alla mezza, andrò dal panettiere a comprarmi qualche carboidrato da sgranocchiare mentre guido e mi dirigerò verso il centro commerciale di un paese a venti minuti dal mio a cercare un vestitino degno per venerdì sera che sarò a Milano dall'amica V.
Tornata a casa mi darò alla montagna di documenti/corrispondenza che ieri non sono riuscita ad affrontare, e rigovernando anche casa non credo mi rimarrà altro tempo prima di uscire nuovamente per: fare una veloce spesa al fine di avere un pranzo da portarmi domani in ufficio - ho deciso che nel mio giorno full-time non andrò a casa a pranzo per quaranta minuti scarsi che mi rimarrebbero da stare in casa, rimarrò in ufficio e ne approfitterò per fare cose... domani credo che mi metterò a selezionare le foto fatte da inizio corso ad oggi e vedere cosa si salva, dovendo anche inviarne cinque all'insegnante entro domenica prossima - tornare in agenzia viaggi a dare la quota per l'assicurazione e riconsegnare i documenti firmati da Ego e incontrarmi in gioielleria alle diciottoetrenta con la B. per la fatidica scelta delle fedi che pagheremo noi testimoni. ultimata l'operazione andremo a farci un aperitivo finchè Ego non verrà a prendermi per andare a cena.
In tutto questo dovrei ricevere telefonate da Mioziodeficente a tema musica matrimoniale e dall'amica della B. con cui sto organizznado la festa di addio, e dovrei ricordarmi di chiamare io la parrucchiera per prenotarmi una piega domani pomeriggio dopo il lavoro. 
Mi piacerebbe incastrare anche la puntata di ieri sera di Grey's Anatomy, considerando che domani sarà una giornata da urlo e arriverò a casa dopo la piega alle diciannoveetrenta nella migliore delle ipotesi, senza essere mai passata da casa e con otto ore di lavoro sul groppone dopo anni. 
Ce la posso fare. a non morire di sonno, non attaccare pianti isterici e non chiamarlo, intendo. a non andare in paranoia potente perchè mancano solo tre mesi e sono nella merda, perchè la casa fa schifo e invece di stare a casa a pulirla continuo ad organizzarmi weekend milanesi ad alto tasso alcolemico ogni volta che Ego ha una partita, a non guardare le sue foto e lasciare che gli organi interni vadano sulle montagne russe.
Posso farcela, quando non ce la faccio è perchè non lo voglio... giusto? giusto.  
Ce la posso fare.
   

lunedì 4 aprile 2016

C'è una grandissima novità,

di quelle che hanno veramente a che fare con il no time to despair.
Al terzo mese di stipendio arretrato, le quattro coraggiosissime impiegate superstiti hanno tirato fuori gli attributi e hanno chiesto udienza ai capi. non mi soffermo sui dettagli scabrosi di quanto il loro atteggiamento agguerrito se la sia data a gambe non appena hanno varcato la soglia dell'ufficio, il punto è che non hanno ottenuto una mazza a livello monetario ma hanno sì ottenuto consenso alla loro richiesta di cambiare orario a far data da oggi.
E' con incredula gioia che quindi vi annuncio formalmente che Micol, dopo dieci anni dieci - esattamente il prossimo nove aprile - di saltuariamente onorato, servizio... ha ottenuto un part-time. vero e non più immaginario.
Nello specifico lavorerò tutte le mattine dalle otto e trenta alle dodici e trenta e al mercoledì pomeriggio dalle tredici e trenta alle diciassette e trenta. Cose da capogiro.
Stamattina alzarmi di nuovo alle sette come negli anni in cui le vacche erano grasse e tutti i quindici del mese era una festa, è stato un po' traumatico così come sicuramente lo sarà mercoledì lavorare otto ore consecutive, ma non ci lamentiamo... sopratutto perchè questa variazione non ha incluso alcun furto ulteriore di ore che era la seconda catastrofica possibilità tenuta in considerazione dopo quella in cui ci sfanculavano direttamente.
Tempo. per pulire casa, tenere bene casa, scrivere, leggere, vedere i nipoti, cucinare, dedicarmi alla fotografia, mandare avanti il mio progetto, fare cose per il matrimonio, fare sport, dormire. 
Tempo. quello che ho chiesto alla vita per anni, e che mi viene regalato così... quando ho finalmente imparato a fare tutto nel tempo in cui prima facevo niente. Forse ho fatto pena al karma, che dopo anni di mazzate ha voluto farmi un regalo e sapendo lui tuttecose, ha voluto evitarmi l'esplosione o di arrivare al mio matrimonio brutta grassa e con le occhiaie, o a quello della B. senza vestito, o alla mostra di fine corso con delle foto di merda.
Tempo, dicevamo. E per assurdo questa settimana sono già fullybooked,  nonostante il quaranta per cento di tempo in più, ma so bene che altro non è che lo strascico della nullafacenza degli ultimi mese e sono carica come una molla. una molla che ogni tot ore si accascia e deve ripetersi il mantra interiore per non fermarsi a dormire sul divano o bersi un martini ben prima dell'ora consentita ma pur sempre una molla.
Oggi il programma è il seguente: arrivo in Gcasa per le dodici e quaranta, rassetto casa in abbianamento al pranzo - la giusta sequenza sarà determinata dalla fame, sono passata dall'inappetenza anoressica alla fame chimica, ed è un casino - poi potrò scegliere tra lavaggio piatti stagnanti nel lavandino, scopettata + lavaggio simbolico dei pavimenti, riversata della cesta dei documenti/corrispondenza sul tavolo e conseguente loro riordino, il tutto da interrompere verso le sedici e trenta quando dovrò impacchettare i due regalini di pasqua dei Nipoti, farmi una doccia, e uscire di casa armata anche di borsa della macchina fotografica e cavalletto per recarmi in paese a: fare un aggiuntina al regalo di compleanno per Miacuginanevrotica - che è stato il 9 febbraio e non ho mai avuto il tempo di portarle prima d'oggi... - andare al pet-shop a procacciare cibarie ai pelosi, andare in agenzia viaggio a firmare il contratto per la lista nozze. a quel punto dovrebbero essere le diciotto e trenta circa e raggiungerò mia Cuginanevrotica e Nipoti per passare qualche ora con loro, cenare con loro e alle venti e trenta partire per la volta dell'esercitazione notturna di fotografia - che il meteo da tuoni fulmini e saette e pazienza, fotograferemo quelle. 
In tutto ciò devo trovare il tempo di inviare una foto all'insegnante - che andava mandata entro stammattina ma ho dimenticato la chiavetta a casa - telefonare al tecnico della lavastoviglie e dirgli che dobbiamo spostare il nostro appuntamento di mercoledì alle quattordici e trenta per il prelevamento della stessa, perchè mercoledì è l'unico giorno in cui lavoro al pomeriggio esonounapippa. Perchè sì, la lavastoviglie non funziona di nuovo, o "ancora", dipende da che lato la guardi... e abbiamo anche il lavandino ancora da cambiare che temo prima o poi ci crollerà sui piedi con conseguenze che non riesco neanche ad immaginare.
Potrei continuare all'inifinto ma per ora mi fermo, gli arretrati da raccontare non mancano.
Non credereste che sia effettivamente io, diversissima sotto certi aspetti ma evergreen sotto altri, se non facessi un improbabile pronostico di come vorrei si svolgessero le prossime settimane per cui... avanti savoia.
Prevedo e spero di riuscire nel corso della prossima settimana a pulire gli interni di tutti i mobili che portano i postumi di due mesi di apri l'anta, lancia, chiudi l'anta e fare una pulizia della casa di quelle serie, vetri compresi.
Prevedo e spero di prendere in fretta le nuove abitudini che questo orario porta con se e non andare in paranoia totale tutti i pomeriggi lasciandomi rapire da loop mentali che ben conosco.
Stay tuned.

venerdì 1 aprile 2016

Non è che non scrivo,

se non scrivessi probabilmente ad oggi non sarei tra i vivi.
Scrivo per "lavoro", nel tentativo di mandare avanti quel progetto come web writer, e poi scrivo per insonnia. Stasera sono qui principalmente perchè qui mi manca da morire e perchè è l'una di notte e mi sto tracannando la seconda birra con scarsi risultati. in realtà è quealche giorno che voglio tornare qui ma la mia vita ha ormai preso un ritmo che altro che no time to despair... le prevedibili conseguenze della nullafacenza degli ultimi tre mesi passati a vivere una vita immaginaria, parallela, non reale. Non saprei neanche da dove iniziare per raccontare le millamila cose che sto facendo, i milioni di quelle che dovrei fare e i miliardi di quelle a cui penso, per cui semplicemente non lo farò, non adesso. Adesso voglio fare una premessa in stile testata di giornale dove vi annuncio formalmente che da qui a data da destinarsi lascerò alternare le mie due personalità per cui avrete post schizzofrenici in cui racconterò la mia quotidianità folle e altri che non saranno altro che lettere a lui, di cui ne dispongo già di circa ottanta in bozza.
Ai miei lettori più bacchettoni chiedo anticipatamente venia e la cortesia di essere magnanimi o, se necessario, muti.
Lasciare andare una persona è una cosa che non ho mai fatto prima nella mia vita, chi se ne è andato lo ha fatto di sua iniziativa e quel tanto d'orgoglio e dignità di cui dispongo hanno sempre fatto sì che io soffrissi nel silenzio della mia interiorità una volta costatato di non poter fare nulla per cambiare la cosa. Non ho mai cacciato nessuno, sono visceralmente vigiacca al punto da preferire che questa persona se ne vada da sola perchè ferita a tal punto e così, a farla breve, ho fatto anche con lui.
Non è stata però un uscita in gran stile di quelle con vaffanculi rindondanti che a forza di sentirteli nelle orecchie finisci per smettere anche di ricordare il buono... lui è uno che ti insulta in silenzio, come già ripetuto che ne avrete ben piene pure voi. così è lì, c'è ma non c'è. il nostro tempo è finito e lo so io e lo so lui, io piagnucolo che sia finita così dopo aver fatto tutto il possibile per farlo allontanare, lui mi dice che è tutto apposto mentre con gli occhi mi incenerisce. Non ho risolto molto insomma, sono sempre io a doverlo lasciare andare perchè lui è arrivato alla porta, l'ha aperta, è sulla soglia che mi guarda e se lo chiamo rientra, ma è fisicamente fuori e finge di essere ancora sul divano. 
Basterebbe che io non lo richiamassi sostanzialmente, dopo un po' la porta si chiuderebbe con un colpo di vento. ma io a vederlo lì non riesco a non richiamarlo, a non dirgli ma già che sei ma dai prendiamo ancora un caffè, tienimi il tabacco mentre giro una sigaretta, ridiamo di questo, ti racconto quest'altro, andiamo a vedere batman contro superman?
Ogni mattina mi sveglio completamente satura con la sola voglia di dimenticare, di non vederlo mai più, di tornare dove lui non c'era, di chiudere la porta di casa a doppia mandata. 
Ogni sera mi sembra di non riusire a respirare se non so almeno che è vivo, anche se il suo sms sarà una merda, niente a confronto di quelli che erano, non capisco perchè non possiamo essere come siamo stati per sempre, mi metto a letto e non dormo e poi inzio a piangere come una teenager sulle foto, sui messaggi, sui ricordi, in silenzio sul divano mentre Ego dorme e scrivo tutto quello che non posso dirgli.
Fa una male cane, ma è l'unica cosa che mi riesce.