Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

martedì 11 dicembre 2012

Calore appiccicoso e mani gelide,

ciclo in anticipo, voglia di cene di Natale in casa che non ho mai dato, biglietti aerei per Londra. Che bello quando il biglietto era vero, quando dovevi riporlo con cura e potevi sbirciarlo ogni tanto per assicurarti che fosse ancora lì. sognando, fantasticando, fino al giorno in cui finalmente lo poggiavi sul banco sudicio dell'aereoporto con orgoglio. ora avere i biglietti significa avere l'e-mail di conferma d'ordine nella tua casella postale, insieme ad altre milleseicento inutili e-mail. una frigida schermata che non fa sognare. 

Sto amando ogni cosa. ogni secondo, ogni minuto. questa sedia piccola, rubata alla sala riunioni... una sedia da ospite che deve poggiargi il culo qualche minuto e basta, diversa dalle sedie da scrivania perchè la mia di scrivania è troppo bassa e toccherei con le ginocchia. Quest'ufficio, che sembra piccolo perchè dentro c'è troppa roba, che fa sembrare la mia piccola scrivania ancora più piccola e me del tutto inaffidabile. questi caloriferi che funzionano, dopo anni di gelo là sotto. questa collega rumorosa a fianco e questo capo troppo vicino che mi interrompe continuamente. Sto amando tutto. salire le scale al mattino, la vista dalla finestra, il mio telefono che squilla, la gente che sa il mio nome e vuole ME. ho amato dal primo istante, ma avevo fretta di arrivare qui, ed ora sto amando con la calma di una donna al capezzale del marito malato, con la quiete di un cucciolo che sonnecchia sulla pancia del suo padrone. perchè ho paura che finisca. e non è del tutto esatto. io dico che ho paura quando sono lì che non sto nella pelle, che voglio sapere cosa succederà perchè ho paura di quel che succederà, quando non penso ad altro e a pensarci mi si chiude lo stomaco. Questa volta non ho paura. Perchè so che ne uscirò con dignità in ogni caso. nessuno saprà se sto bene o sto male, perchè nessuno adesso sa che sono felice, cosa voglio e cosa spero. nessuno si accorgerà della mia reazione. a tutti sembrerà che io molto semplicemente ho fatto il mio anno di sostituzione come richiesto dall'azienda e sono tornata al mio posto a fare caffè e sculettare ai visitatori. potrò piangere, urlare disperarmi quando salirò in macchina, quando sarò a casa, quando sarò in bagno. tanta dignità ed un sorriso. e alle indiscrezioni risponderò: perchè, c'era alternativa? nessuno si accorgerà di niente e così non me ne accorgerò quasi neanche io. ho fatto un lavoro diverso, brillantemente, con ottimi risulatati, e mi è piaciuto, ed è durato un po' e poi è finito. si tornerà alla normalità, alla quotidianità, alla mia sedia blu, così come alla tranquillità, alla leggerezza, al tanto tempo libero. sarò felice di non avere più riunioni, di potermi mettere le dita del naso che laggiù non mi vede nessuno, di non mettere più i tacchi, di non contare più le vittorie ma solo le ore che mi separano dal timbrare il beidge. dignità. che tanto nessuno le sa le cose che mi sono state dette, che tanto per gli altri a me questo lavoro puo anche fare schifo, mica lo sanno loro.

Per Natale spero di trovare coraggio sotto l'albero. 
in fiale, in gocce, in compresse, va bene tutto. 
eviterei solo le supposte.