Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

giovedì 26 giugno 2014

Voglio tranquillizzare

chi ne avesse pieni i cabbasisi, siamo alla penultima puntata.
A chi invece attende con ansia ogni nuovo episodio (eh??) voglio dire che siamo alla penultima puntata delle presentazioni ma poi ci sarà finalmente il cosa è successo, non temete.

 Non perderti neanche una puntata del Parentado Show

Dal male non puo nascere che male. e non è esattamente così se si pensa che dallo stesso albero è nato anche mio padre, a meno che mia nonna non nascondesse qualche altarino di cui non sono a conoscenza. e credetemi, sapere che il mio sangue non c'entra nulla con quello di questa gente mi cambierebbe ideologicamente la vita.
Da mostri, un mostro. Mioziol'ignobile, personalità borderline, che sai come lo lasci e non sai come lo trovi. questa è la caratteristica principale di questo animale, un giorno fa il simpatico e approccia quasi una chiaccherata, il giorno dopo non ti saluta neppure. e non esagero, è davvero così con la "famiglia", con i pochi esterni con i quali ha contatti umani si da un cotegno ma non vanta comunque di grandi rapporti sociali. ha passato i sessanta da poco ma non so esattamente quanti anni abbia in più di mio padre, dovrebbero essere sei o sette. In realtà di lui so davvero poco. Mi ha sempre fatto schifo da che' ricordo, anche fisicamente, mi ricordo di essere in braccio a lui nella cucina di mia nonna infastidita dal suo puzzo di sudore. Mi ha insegnato ad andare in bicicletta nel viale sottocasa, e credo che questo sia stato l'unico esclusivo contatto zio/nipote che abbiamo mai avuto. Anche lui, come il padre e la madre, non giocava con la nipote e io quindi non sono stata una nipote che giocava con lo zio, ma con lui la non simpatia non si limitava a questo. oltre a farmi fisicamente schifo, mi è stato chiaro fin da subito che fosse una persona fuori dalle righe. dalla mia camera sentivo molto bene le sue urla con MiaZia durante i loro giornalieri llitigi così come sono sempre stata presente agli sfoghi di mia zia e mia cugina a casa nostra. Lui è uno che urla invece di parlare e ogni due parole inserisce una volgarità o una bestemmia, è ovvio che un bambino, a meno che non sia abituato a convivere solo con personaggi di questo rango, ne sia spaventato e tenga le distanze. Il trattamento che riservava a mio padre non mi era ancora evidente, lui trattava tutti come delle merde per cui era ovvio che lo facesse anche con lui. ci ha provato anche con me finchè ho smesso di salutarlo da adolescente e non gli ho più dato modo di intavolare un dialogo. Credo che abbia odiato suo fratello da quando è nato. è un insicuro con grandi disturbi esistenziali, paranoico, ipocondrioco, possessivo e con un attaccamento morboso nei confronti della madre. un nuovo membro della famiglia bisognoso di attenzioni è arrivato a rompere le palle quando fino a quel momento ogni attenzione era per lui, non c'è storia più banale. poi però quando il "nuovo" a quattordici anni si è ammalato e l'attenzione dei genitori si è completamente incentrata su di lui - lo hanno portato all'estero da grandi luminari, sua madre ha iniziato ad assentarsi a giorni alterni per aiutarlo nelle dialisi...- evidentemente per lui è stato troppo. e doveva avere già sui vent'anni, il poveretto, non era più un bambino. Mio padre era il suo oggetto di sfogo preferito, sopratutto amava fare l'amicone due giorni nei quali ovviamente gli chiedeva anche favori, e poi arrivare un giorno in ufficio non salutarlo nemmeno e coprirlo di insulti appena apriva bocca. Mio padre, così come faceva con mio nonno, lo mandava ovviamente a quel paese ma poi, quando la merda tornava a fare il simpatico, riprovava a dargli fiducia. ed è andata avanti così, per cinquattaquattro anni. ogni volta mio padre saliva a pranzo con il mal di stomaco e ogni volta io gli chiedevo perche si stupiva ancora e lui mi rispondeva è mio fratello - cosa che io davvero nonostante mi sforzi non riesco a capire, ma mi pare ormai evidente che a me manchi un pezzo, un qualcosa, che mio padre e tante altre persone hanno a legarli visceralmente con i parenti più stretti mentre io, se mi fai male il giusto, ti rinnego e basta, a prescindere da chi tu sia. Non ha smesso di trattarlo a pesci in faccia nemmeno nei periodi in cui mio padre è stato peggio o dopo il primo infarto quando gli ha esplicitamente detto a lui e suo padre torno in ufficio solo se non mi fate più incazzare, non me lo posso permettere. E' anche un vigliacco che dopo aver trattato come delle pezze da piedi moglie e fratello tutta la vita, ha pianto lacrime di coccodrillo sulle loro bare, perchè la vita inspiegabilmente gli ha permesso di seppellirli entrambi - ma con me c'è troppa differenza d'età e sono quasi certa di vincerla. L'unica persona che probabilmente ha mai amato davvero è stata la madre, di un amore malato come lui, possessivo, vendicativo e manipolatore. la sua mammina, dalla quale non si è mai praticamente separato finchè non è stata la morte di lei a imporlo, se mia zia non fosse erronemante rimasta incinta probabilmente non si sarebbe nemmeno mai spostato dalla sua cameretta. Mi è stato raccontato che si erano lasciati dopo pochi anni di fidanzamento, poi lei è arrivata dicendo che era incinta e così si sono sposati alla velocità della luce perchè a quei tempi si sa, si doveva fare così. ai mie nonni probabilmente non sarebbe fregato molto ma i genitori di mia zia erano tipi che ci tenevano a certe cose. e dopo il matrimonio, nonostante la casa a fianco per loro fosse pronta all'uso, hanno vissuto nella mansarda dei miei nonni fino a che miacuginanevrotica ha avuto tre anni, perchè l'animale non voleva separarsi dalla mamma. quando lei è morta poi, sei anni fa, dalla mamma è tornato... a pranzo, cena e persino colazione perchè quest'uomo non si riscalda nemmeno un latte, tornando a casa sua pochi metri più in là soltanto per dormire. Inutile specificare che il loro matrimonio sia stato una farsa, e a mio parere non solo per il fatto che non si siano scelti. anzi, se il caso non avesse fatto in modo che MiaZia fosse in qualche modo "obbligata" a tornare, non credo lui avrebbe mai trovato un'altra donna. sono certa che chiunque avesse sposato sarebbe andata allo stesso modo. E' stato una guerra quotidiana di urli, vendette e ricatti, perchè MiZia non era il tipo di persona che subisce in silenzio, altrochè. aveva una lingua maledettamente tagliente che ha lasciato in eredità a miacuginanevrotica e sopratutto era una persona intelligente, una donna brillante, completamente diversa da lui - anche se fatico davvero a spiegarmi come allora abbia potuto passare la vita con questo animale. Non capirò mai perchè è rimasta con lui, perchè non se n'è andata, so' che più volte l'ha detto e ci ha pensato ma poi non l'ha mai fatto, diceva che era per la figlia ma in realtà è rimasta anche quando Miacuginanevrotica ormai non abitava più con loro. Forse un giorno lo avrebbe fatto se non fosse arrivata la sla a spezzarle la vita e infine dopo tre anni di torture ad ucciderla.. e dal giorno in cui si è ammalata, lui ha iniziato apparentemente a trattarla con i guanti, in realtà nel giorno di riposo della badante l'ha fatta pisciare sotto per non chiamare mia madre ad aiutarlo, il bastardo. E' evidente che quel cuore marcio sia incapace di amare, di provare emozioni di qualunque genere, pietà o rispetto, nemmeno verso la sua unica figlia nonostante a vederli ora possano sembrare un padre e figlia con annessi nipotini abbastanza legati, apparentemente normali. Non l'ha mai cagata e l'ha sempre maltrattata, così come faceva con la moglie, Miacuginanevrotica però - per sua fortuna - è un altro frutto dell'albero ben riuscito quindi è stata una guerra quotidiana anche con lei finchè mia zia non si è ammalata. 
Al momento lui e il padre vivono "insieme" lui torna sempre a dormire a casa sua ma vive il resto della giornata che non passa nell'officina, a casa di suo padre. Due malati, due folli, due emarginati soli che si intrattengono insultandosi a vicenda in attesa di morire anche loro. mio nonno di ottantasette anni serve i pasti, cucinati dalla goveranante, al figlio di sessanta che non si toglie nemmeno il suo piatto dal tavolo. Sarebbe la giusta condanna per due animali del genere se non fosse che purtroppo c'è chi "si occupa di loro", li frequenta, li allieta con i sorrisi dei suoi figli e gli sbriga le commissioni... Miacuginanevrotica, in cambio di una retribuzione mensile e chissà cos'altro. Questo è il motivo per cui lei per me vacilla da sempre tra il bianco e il nero, è l'ostacolo alla punizione divina che queste persone meritano... e io, che sono figlia del marcio, del malato, la nipote che sputa veleno e non lecca culi per l'eredità, non glielo perdono. 
Lei sarà la prossima e ultima puntata, ringraziate che la mia non sia una famiglia numerosa.

Queste persone sono il male, sono il lato oscuro della vita vestito di indumenti che hanno indosso da troppi giorni, in case stantie che erano di gente che è morta e così sono rimaste. Queste persone sono il male del mondo perchè sono un insulto alla vita, al sole che sorge ogni giorno, alla forza di chi non si spezza e si rinnova, all'amore in un gesto. 
Il male esiste, io l'ho visto e toccato con mano e un po è qui, nelle mie vene, lo so. so che è lui che mi fa alzare ogni mattina sperando che nella notte uno dei due sia morto anche se in fondo non è proprio così, per loro voglio morti lente e dolorose, lunghe agonie, strazianti dolori. E ringrazio di averlo un po' di questo male dentro, che mi permette quest'odio. sennò chissà, forse sarei lì a servirgli la cena.  

mercoledì 25 giugno 2014

Lo so che Micol,

quella che va bene tutto ma non mi sciupare la messa in piega che parla di pulizie, è poco credibile. Dovrete sforzarvi un pochino... perchè questa settimana festeggio un mese di pulizie, il primo mese dopo due anni durante i quali al massimo ho passato la scopa e dato una sciacquata ai sanitari se dovevo ricevere ospiti. Ho aspettato a scrivere questo post, un po' perchè pensarci ancora prima di iniziare mi avrebbe sicuramente mandato in pappa il cervello, un po' perchè volevo vedere se in due anni il mio problema fosse in qualche modo mutato. 
Prima di avere una casa mia io ero convinta che pulire mi piacesse. Mia madre a casa non mi ha mai fatto fare nulla, lei è di quelle casalinghe che puliscono sul pulito, al solo vedermi avvicinare a un mobile le venivano i capelli dritti.
Avevo però pulito nella stagione in cui avevo lavorato in gelateria, durante il mio turno c'erano sempre almeno un paio d' ore di mortorio e io le impiegavo pulendo. pulivo e pulivo, farlo mi faceva stare bene e non mi pesava. Poi io e Ego apriamo le danze della nostra convivenza e ci organizziamo di fare le pulizie insieme o il sabato o la domenica e va a finire che io pulisco il bagno nel tempo in cui Ego pulisce tutto il resto della casa. perchè? perchè sono lenta. e non è che perdo tempo, mi incanto... anzi, corro come una disperata senza fermarmi un attimo. Il mio problema è che sono maniacale e perfezionista esattamente come lo sono negli altri ambiti della mia vita. Sono capace anche di fare le cose a cazzum, è ovvio, ma se lo faccio vivo male finchè non torno al mio status naturale di illusoria perfezione. Nelle pulizie pensare di dare una passata e via non mi riesce, per me o è pulito o è sporco, non esiste una via di mezzo. polvere tolta dai mobili ma non dai soprammobili per esempio, per me non è un mezzo pulito ma un mezzo sporco. Per due anni siamo andati avanti così, a sprecare i weekend  e avere una casa perennemente sporca lo stesso. Ego puliva da uomo, che significa poca attenzione ai dettagli e per me la casa era sempre sporca... sempre oggetto di pensieri e rimorsi - perchè quando hai una madre, una nonna, una cugina e una zia che con quelle case che appena ci entri ti abbagliano da quanto luccicano e tu nonostante l'impegno proprio non ci riesci, ti senti una donna a metà, una merdaccia.
Questa frustrazione ha raggiunto l'apice quando sono stata messa in cassa integrazione, prima a settimane alterne - e lì ho iniziato a fare le pulizie da sola in modo da avere più tempo per noi nel weekend - e poi per tre mesi consecutivi. Quei tre mesi sono stati più pesanti da superare per il pavimento impolverato sotto gli occhi tutto il giorno che per non aver recepito stipendio. Perchè poi c'è da specificare che a me pulire proprio non piace, mi fa schifo, mi metto i guanti e quando ho finito sento il bisogno di lavarmi tutta completamente, capelli compresi. Quando dopo questi angoscianti mesi mi hanno annunciato che sarei rientrata con finalmente un cambio di mansione molto più impegnativa, abbiamo deciso di far venire qualcuno che eliminasse una volta per tutte il problema e da quel giorno non ci ho pensato più. Non è che la Gcasa questi ultimi anni sia stata uno splendore, anzi, le tizie che son passate di qui facevano quello che potevano nelle due ore e mezza a disposione, in maniera molto diversa tra loro, e poi ovviamente stava a noi mantenere la cosa fino all'appuntamento successivo. A me quello che importava principalmente non era che la casa fosse davvero pulita ma che non fossi io a dovermene occupare. che non avessi io nella mia testa la conta dei lampadari puliti stavolta e di quelli da pulire la prossima, insomma che fosse qualcun altro a preoccuparsene, che per me fosse scontato che fosse tutto pulito perchè io pagavo. Una dolce illusione in cui cullarsi. 
Poi succede che nella blogosfera impazza questa nuova moda, lo stesso argomento sviluppato da diverse prospettive: l'aspetto domestico delle nostre vite di donne, troppo spesso ignorato, quasi come se usciti dal proprio posto di lavoro ognuno di noi si polverizzasse per rifarsi materia l'indomani mattina. Quello che ho sempre percepito da quando frequento donne che lavorano tutto il giorno è che è come ci fosse un tacito accordo alla base di una sorta di vergogna a farsi immaginare dal collega con la pinza nei capelli e il guanto il lattice mentre sciaquiamo il lavandino. ed è assurdo se pensiamo che è probabilmente una delle poche cose che tutti fanno, dal bello al brutto, dal grasso al magro, come fare carburante alla macchina o la cacca sul water. nessuno ne parla, nessuno fino a quando qualcuno è uscito fuori e ha urlato cazzo donne, oltre alle gambe, l'ufficio, la suocera rompicoglioni, il libro che non abbiamo tempo di leggere, il figlio che pretende attenzioni, il marito che sgocciola quando esce dalla doccia, la cellulite che è una malattia, c'è anche il fatto che le colonie di acari dai nostri salotti non vanno via da sole... parliamone. Ed ora un po' tutti, anche chi di inglese conosceva solo ies iu chen sa cos'è il decluttering, conosce Fly Lady, non si vergogna a mostrare l'agenda con la pianificazione dello spolvero mensile e anzi la sfoggia con orgoglio perchè c'ha pure i post-it rosa a cuoricino. E anche io, finalmente, non mi sento più una mezza donna o una pazza maniaca, e mi sento di poter urlare, in rete e non, che pulire mi fa schifo e che l'ultimo giorno di ogni settimana prima dell'arrivo dell'aiuto vivevamo in condizioni igeniche ai limiti della legalità.
Questo nuovo mondo rosa di donne senza grembiule che nascondono la polvere sotto al tappeto mi aveva acceso una lampadina del cervello, qualcosa tipo forse ce la potrei fare anche io. Nel frattempo il mio sabato intero da sola si dilungava partendo dal venerdì alle dodici e quando ancora non avevo avuto il coraggio nemmeno di pensarlo concretamente, succende che la tizia mi molla da un giorno all'altro.
Così senza pensarci troppo sopra, ho iniziato, anche perchè arrivare sempre a fine mese con la lingua di fuori ma pagare una persona per pulire quando tu avresti il tempo di farlo, diciamocelo, è ridicolo. 
sono partita, e dopo un mese posso fare le seguenti considerazioni: 
- non è cambiato nulla, maniaca ero e maniaca sono, anzi sono se possibile peggiorata, con tutte le cose che ho letto in questi anni, ho scoperto che c'è polvere in posti che voi umani...
- se pulisco io la casa è molto più pulita e anche Ego durante la settimana fa più attenzione perchè ha più rispetto di me che di una persona che paghiamo
- a differenza dei primi anni in cui mi sembrava sempre tutto sporco appena il pavimento asciugava, ora quando ho finito la soddisfazione è tanta e, pavimento a parte di cui parlerò in seguito, la casa mi trasmette davvero senso di ordine e pulizia che permane molto più a lungo
Grazie al cielo il decluttering non rientra tra i miei problemi. Sono un ordinata compusiva e maniacale, piuttosto di avere qualcosa per casa che non ha un suo posto lo butto... non abbiamo infatti giornali, riviste, non accetto gadget, volantini e simili e se per sbaglio qualcosa di questo tipo riesce ad entrare in casa finisce immediatamente nella spazzatura. 
Se so che c'è un cassetto in disordine non riesco a prendere sonno, ho contenitori, scatole, dispenser, praticamente ovunque. 
Tengo il cibo nella dispensa in ordine di scadenza, ogni tot mesi faccio una retata in cui butto tutti i medicinali scaduti,  non ho problemi di accumulo e anzi, ho il buttare un po' troppo facile tanto che Ego spesso mi deve fermare perchè ogni volta che riorganizzo uno spazio faccio sparire qualcosa - salvo poi scoprire che mi sarebbe servito. Gioca a mio favore anche il fatto che la Gcasa sia di trentasei metri quadri e che quindi si tratta veramente di o io o tu, o elimini e muori. Non ho nemmeno problemi di acquisti compulsivi -  tralasciando vestiti, scarpe e borse che ragiono in base alla capienza dell'armadio - faccio la spesa indispendabile in modo schematico organizzando grossolanamente i pasti della settimana, motivo di litigio perenne con Ego che gradirebbe avere ogni tanto anche qualcosa di futile da mangiare, affettati, formaggi, schifezze da divano. ho un solo prodotto per ogni tipo di cosmetico o detersivo e non ne compro altri finchè non è finito quello precedente. In questo ha giocato un ruolo fondamentale la precaria economia familiare che mi ha insegnato a comprare solo l'indispensabile, comprare bene e sopratutto rinunciare al futile. Insomma, la mia mania di organizzare qualsiasi cosa mischiata a quella di perfezione e di controllo, nell'aspetto domestico della mia vita vanno decisamente a mio favore. è quindi mai possibile che io non riesca ad applicarla anche alle pulizie? 
Ho provato a seguire un minimo FlyLady e simili tramite blogamici , ma purtroppo non è proprio il mio stile, non fa per me. L'obbiettivo quindi è questo, trovare un metodo organizzativo perchè le pulizie di una casa grossa quanto il salotto della donna media non mi facciano diventare pazza, non mi tengano chiusa in casa senza fare altro tutti i venerdì pomeriggio e tutto il sabato, non mi lascino stremata, sudata marcia, con ventisette stracci da lavare e la casa pulita ma completamente ribaltata, praticamente da riarredare. 
Donne di oggi, oneste e multitasking, venite a me!
  

martedì 24 giugno 2014

Roba da Gatti: Romanticherie

Questa è LA settimana, la settimana X.
Un anno fa oggi rientravo da Londra e tra quattro giorni mio padre moriva.
Avevo le valige da svuotare, la casa da rassettare, un' overdose da contatto con mia madre da smaltire. 
così sono andata poco da lui, forse una volta soltanto. l'ho visto poco quella settimana.
Il vuoto poi, un vuoto che ancora oggi è lì. un vuoto di voci, le nostre, in mille discorsi, racconti, risate. 
un vuoto di sorrisi, che come mi sorridevi tu non mi sorride nessuno. 
un vuoto di occhi, i tuoi occhi a scrutarmi per non perdersi mai nulla, un malumore, un dispiacere, una preoccupazione... e non sbagliavi mai. 
Sei il vuoto, un buco enorme che ci mettevo dentro di tutto ma non bastava mai, finchè è arrivata lei. 
Non riempe il tuo spazio, nemmeno ci prova, ma è un altra, l'unica che ci sia mia stata oltre alla tua, voce, altri occhi, un altro sorriso che lei non fa perchè i gatti, dicono, non sorridono, eppure quando la guardo so bene se mi sta sorridendo o mi sta mandando affanculo. 
E' arrivata e ha spiazzato tutto, mi ha spiazzato, ha rotto gli schemi, ha spento la musica assordante che si è accesa sabato alle diciannove e trenta un anno fa. 
L'ho voluta io, da un giorno all'altro, e fino al giorno prima un animale mai piu, che poi ti affezzioni e soffri, che poi mi riempe la casa di peli, che non voglio togliere merda a palette.
E in quei giorni in cui la tua mancanza mi toglie le forze lei sembra saperlo, si mette sul mio petto con il muso a pochi centimetri dal mio e mi fissa con quegli occhioni grandi, e io penso che è la cosa più bella che mia sia mai capitata, lei pensa chissà, forse che vorrebbe dei croccantini, ma in quel nostro guardarci io ci trovo il senso della vita, della mia, della tua, della nostra.

Ti avrebbe fatto impazzare la mia Gigghi papà



 http://notimetodespair.blogspot.it/2014/04/roba-da-gatti.html 

Partecipa anche tu a Roba da Gatti, la rubrica felina del martedì. basta una foto, un breve aneddoto, un pensiero sul tuo amico peloso... e poi vieni ad aggiungere il tuo post qui sotto!  

venerdì 20 giugno 2014

Un giorno senza capo

Non perderti neanche una puntata del Parentado Show
Potete trovare le precedenti puntate cliccando qui

non puo essere un giorno perduto, quindi schiena dritta e avanti savoia.
Se mentre scrivevo di Miacuginadeficiente sorridevo a denti stretti con l'amaro in bocca e mentre raccontavo di Miamadredeficiente era come se mi stessero scavando dentro con un cucchiaino da zucchero, scrivere di Miononnol'ignobile e suo figlio credo mi farà tremare di rabbia.
Di lui ho frammentarie informazioni di terzi e pochissimi ricordi diretti, sia lui che suo figlio sono persone col quale il contatto se lo vuoi lo devi cercare e sopratutto creare ogni volta da capo come se fosse la prima. e un bambino queste sottigliezze non le coglie, o sei buono o sei cattivo e sopratutto una volta che lui ti ha memorizzato e catalogato non si aspetta di certo che tu non l'abbia fatto. lui non era un nonno che giocava con le nipoti per cui io non ero una bambina che giocava con il nonno, molto semplicemente. nessuna significativa antipatia, arrivate poi molto tempo dopo. a dirla tutta mi stava anche in qualche modo simpatico perchè quando si faceva la sua insalata di verdura fresca a tavola mi dava sempre dei pezzi di peperone rosso e di sedano che io mi sgranocchiavo. Mi è stato raccontato che suo padre era un brav'uomo, un po' bizzaro, che possedeva una delle poche vetture esistenti in paese e la metteva a disposizione di tutti. portava la gente all'ospedale per le visite, i morti al cimitero e caricava chiunque trovasse per la sua strada. sua madre invece era tremenda, questo è l'aggettivo che mia madre e mia zia utilizzavano per descriverla senza scendere in altri dettagli ma io credo che non fosse poi così tremenda se la nuora è riuscita alla fine a sottomettere pure lei. Tornando al solito punto di rottura se vogliamo credere che la cattiveria sia in noi, radicata nello spermatozoo vincitore, è probabile che la cattiveria di Miononnol'ignobile derivi da lei e la sua follia dal padre. Erano una famiglia benestante per gli standard dei tempi, che adoravano questo unico figlio un po' piciu che avevano avuto. un po' piciu rende bene l'idea tanto che non trovo un equivalente in lingua italiana - non so se piciù si usi in tutta italia o solo nelle mie zone. piciu perchè è uno con cui un discorso serio non lo puoi fare, si mette a cantare canzonette, raccontare barzellette o dire cose  non attinenti. non è un vero scemo, è uno che fa lo scemo per non andare in guerra. quello giusto per mia nonna che l'ha conosciuto a una festa di paese a diciotto anni. la stessa sera è stata nominata reginetta della sua leva e questo l'ha costretta a lasciarsi andare ad un ballo nel palchetto della piazza, performance che usava raccontare perchè le è costata parecchie botte dai genitori il giorno dopo. Lei viveva con i suoi, suo fratello e sua sorella in una casetta che è poi stata trasformata nel palazzo dove ora abito io. erano poveri, avevano le galline e i conigli dove adesso ci sono i garage. Entrambi i miei nonni hanno vissuto la guerra da ragazzini e mia nonna più di una volta mi ha raccontato qualche aneddoto, uno in particolare sotto mia richiesta per un tema di scuola che mi ricordo mise in crisi parecchi dei miei compagni senza nonni. Alla fine del tema avevo fatto anche il disegno, mia nonna su una bicicletta azzurra che tornando da scuola con un amica si nascondeva con la bicicletta al petto sotto un ponte perchè erano iniziati i bombardamenti. Con lei un rapporto l'ho avuto se pur anche lei non fosse una nonna che giocava che i nipoti e io quindi non sia stata una nipote che giocava con la nonna. Mia madre cercava di non lasciarmi mai alle sue cure, la sua fama di pessima levatrice lo testimoniano i segni che ancora oggi Miacuginanevrotica porta sulle gambe, delle sigarette che le spegneva addosso inavvertitamente mentre l'aveva in braccio. Però la stanza dove mio padre doveva fare dialisi era a casa loro per cui era inevitabile che io fossi sempre lì a girare per il suo salone, passeggiare la mia figlia bambola nel suo corridoio, inventare improbabili situazioni immaginarie nel suo grosso terrazzo. Ricordo nitidamente passeggiate estive post cena con lei e il cane, divertenti particolari come un gelato in gelateria, il cono vuoto che lei da al cane, il cane che se lo sbrana in mezzo secondo sul pavimento della gelateria lasciando le doverose briciole e mia nonna che dice alla commessa scusi sa, volevo darglielo fuori ma gliel'ha dato la bambina mentre non guardavo. oppure un gatto nero che ci attraversa la strada e lei che fa passare prima me due volte e poi passa. Nei periodi in cui per qualche motivo i miei erano di continuo in ospedale io stavo con MiZia e Miacuginanevrotica, raramente con Mianonnadeficente - che era affidabile come lasciarmi da sola - e nei casi in cui non c'era proprio nessuno ed ero costretta a stare con MiaNonna ricordo ancora il mal di pancia di angoscia finchè qualcuno non veniva a recuperarmi. Quando iniziai ad avere un età cognitiva appropriata provò i suoi subdoli raggiri psicologici anche con me, motivo scatenante del mio definitivo allontanamento... non ricordo il perchè e il per come ma ricordo che i miei litigarono davanti a lei e lei mi disse che era colpa mia chiedendomi se per caso volevo che i miei genitori si separassero specificando che io e mia madre saremmo diventate povere. Io le ho risposto che erano fatti dei miei genitori e nè io nè lei eravamo autorizzate a mettersi in mezzo, e a giudicare dalla sua faccia non era esattamente il tipo di risposta che era abituata a ricevere. Oltre ad essere una nonna e, come gia spiegato qui, una madre e una suocera pessima, in generale era una donna atipica per quei tempi. Non cucinava, non puliva, non si occupava in alcun modo della casa a costo di navigare nello sporco quando la governante si assentava, lei lavorava e basta. se fosse nata trent'anni dopo sarebbe stata una manager stacanovista probabilmente, proprietaria di una grande multinazionale. Per me e mia cugina ogni tanto però cucinava, faceva degli spaghetti al pomodoro sublimi, con mezzo panetto di burro nel sugo, e delle patatine fritte surgelate e buttate nell'olio caldo che porcavacca nessuno le riesce a fare così - e ho provato anche a comprare lo stesso olio e le stesse patate. Ora mi pare evidente che la mia non simpatia da bambina nei suoi confronti fosse il frutto dell'odio che mia madre nutriva verso di lei, di cui non mi ha mai fatto segreto quasi nell'intento di condizionarmi il più possibile. perchè a me personalmente, se non consideriamo l'anaffetività che era un atteggiamento che aveva nei confronti di tutti e non solo verso di me, non ha mai fatto nulla e anzi quando è stata l'ora mi ha offerto l'appartamento in cui abito ad uso gratutito e prima che ci entrassi ha provveduto ai vari lavori di ristrutturazione facendomi scegliere infissi, piastrelle e piastrelline. poi, tutti sanno che non aveva scelta nei confronti di mio padre perchè tre anni prima aveva fatto la stessa cosa con l'altra nipote, ma questo è un altro discorso. Quando ho saputo che le rimanevano pochi mesi di vita ho iniziato a pentirmi di non averla frequentata di più perchè in barba al non affetto, era una donna che personalmente avrebbe potuto offrirmi molto. e non parlo ovviamente di soldi o simili. aveva tante storie da raccontare e nessuna voglia di farlo perchè fondamentalmente lei i suoi ottantanni non li riconosceva, non si sentiva vecchia, non era conscia che la fine fosse alle porte e non è che lei non sapesse di avere un tumore incurabile, di respirare con un respiratore e pesare venticinque kg, è che lei ha sempre avuto il controllo di tutto e probabilmente credeva di averlo anche sul suo corpo. una settimana prima di morire disse a me e Ego che la prossima volta che sarebbe andata in spagna avrebbe comprato la determinata spezia per la carne, pentita di non averla comprata durante l'ultimo viaggio. Lei è quella radice familiare che quando ci penso mi fa sentire una merda, perchè - quando va a mio sfavore - io credo nei geni, nel dna e compagnia bella, per cui credo che il gene della riuscita sia nel mio sangue e che sia io a non essere capace di sfruttarlo. Lei aveva radici povere, umili e ignoranti. ha fiutato il potenziale di questo piciu, figlio di una famiglia di ceto sociale un pochino superiore, in un momento storico in cui bastava piantare semi per vederne crescere i frutti certi e nel giro di pochi anni ha fondato un impero. Ha avuto una delle prime numerazioni di patente della provincia e ha aperto la prima scuola guida del circondario facendo lei da istruttore, a tutti gli attuali nonni del paese ha insegnato lei a guidare. Faceva le gare di really con il suo metro e trenta di statura e ha vinto numerosi premi vicendo corse sulle spiagge liguri. Poi hanno aperto l'officina che esiste ancor oggi con annessa pompa di banzina, commerciavano auto e investivano su terreni e palazzi da affittare. In tutto questo quel piciu di suo marito un po' stava sotto le macchine a fare il meccanico, un po' a fare il cantastorie con chi passava, cosa che per inciso fa ancora oggi anche se chi gli sta intorno non vuole che si sdrai sotto una macchina a ottantasette anni. I motori sono la sua vita insieme all'insalata sopracitata, le parole crociate e qualche hobby come collezionare francobolli e bustine di zucchero. Non ha mai fatto altro e non glien'è mai fregato veramente niente di nessun'altra cosa. difficile da credersi, ma la conferma assoluta è arrivata quando la moglie è morta, due convenevoli alle condoglianze e pochi giorni dopo il funerale mio padre l'ha beccato a telefonare a una vecchia fiamma di un paese vicino. dopo sessant'anni di matrimonio insieme, la sua vita non è cambiata di una virgola, continua a farsi l'insalata sopracitata ad ogni cena, a fare le parole crociate tra una portata e l'altra, a far bollire acqua per staccare i francobolli nei weekend. Mia nonna raccontava che dopo il loro matrimonio, partiti per il viaggio di nozze in montagna, lui ha allungato il giro e l'ha mollata in macchina due ore a Bergamo per andare a salutare una ex. Lui è un bugiardo compulsivo con scarsa memoria, ti racconta che Mussolini è venuto da lui in officina a farsi riparare la macchina e che a diciott'anni è stato preso dai tedeschi che lo usavano come cuoco e l'hanno trattato coi guanti, fattore che sarebbe alla base del suo credo nazifascista di oggi. Vedi questo piciu, quest'uomo più largo che alto, con gli occhi fuori dalle orbite e il sorriso piacione, che ti racconta la barzelletta di Pierino e si muove a fatica e pensi a un tenero vecchietto consumato dalla vita. un uomo che la vecchiaia ha reso nuovamente bambino, che se ne frega del diabete e si mangia formaggio e salame quando non c'è nessuno in casa, nascondendone pezzi nelle tasche se all'improvviso arriva qualcuno, salvo poi riprendere ore dopo la mezza fetta di salame da in tasca e mangiarsela con le mani sporche di grasso di un motore. In reltà invece, dietro a questa comica maschera si nasconde la cattiveria umana, il male, l'incapacità di amare anche i propri frutti. Non conosco le sue reazioni alla malattia di mio padre, quando era ancora un bambino e ha iniziato a star male, vorrei aver chiesto a mio padre di raccontarmelo. Ma ho visto tutti questi ultimi anni, ho visto e sentito abbastanza cose da poter immaginare che la sua sia stata una reazione di indifferenza, principio attivo del suo essere. Considerava mio padre alla stregua di un fardello, un peso, una croce che gli era stata affibiadata e del quale non poteva liberarsi per la figura che ne avrebbe tratto con chi gli stava intorno, gli amici, il paese, i parenti della moglie... non certo per motivi più nobili. così c'era il giorno in cui si svegliava bene e lo trattava come tratta il resto del mondo, ignorandolo. e i giorni in cui si svegliava male e gli dava dell'invalido, del menomato, dello scarto umano, gli diceva che doveva ringraziare di dargli un posto di lavoro perchè a uno come lui nessuno glielo avrebbe dato. i giorni in cui lo spintonava o gli rimbalzava il camion delle forniture per la dialisi dall'ospedale senza avvertirlo. E mio padre, fino all'ultimo giorno, nei giorni buoni e nei giorni non buoni, andava a misurargli la glicemia tutte le mattine e controllare che avesse ancora medicine. e mio padre non era un fesso, altrochè, era capace di amarlo in quanto suo padre e basta, di un amore primordiale e animale, di cui io non sono capace. Il mio più grande dispiacere nei confronti del mio nonnino è che sia riuscito a vedere mio padre morto in un bara e non sia morto prima lui, evento che attendo con una speciale bottiglia di champagne in frigorifero. 

martedì 17 giugno 2014

Roba da Gatti: Paparazzate 3

ma.. ma.. quello era un tuono?!



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(Submissions close in 6d 23h 5

giovedì 12 giugno 2014

Ieri,

mentre io ero in riunione con un grafico - un manzo che non ne vedevo così da anni - il capo ha ben pensato di andare a piangere dalla Managerdistacip... perchè non ci sono al momento ordini in corso, e non è colpa di nessuno, ma così non si può andare avanti... il tutto per arrivare a dirle che se noi tre stronze degli uffici lavorassimo quattro ore al giorno invece di sei, il nostro rendimento lavorativo non cambierebbe ma il costo aziendale decisamente si. Ci possono essere svariati motivi a giustificare il fatto che a me queste cose non le dice e anzi mi fa discorsi espansionistici sul brillante futuro imminente dei nostri business. quello quotato dalle colleghe è che io non entrerei in questo ulteriore taglio, perchè a differenza loro ho un contratto "nuovo" che prevede eventualmente la cassa integrazione e/o perchè sono la cocca del capo al momento. potrebbe essere che lo dica alla Managerdistacip... perchè rimasta l'unica ad avere il superstipendio, ormai del tutto ingiustificato, e già qualche mese fa le aveva esplicitamente detto che si aspettava che lei richiedesse un dimezzamento per amore dell'azienda (??) o in ultimo potrebbe anche essere che si renda conto di come stanno le cose nel mio di ufficio e non si permetta di dirmi una cosa del genere - e quest'ultima è l'ipotesi sicuramente meno probabile. Fattostà che se lo dicesse a me lo inviterei a prendere una sedia delle tante che giacciono inutilizzate nel mio ufficio e mettersi qui di fianco a me un giorno intero. Mi hanno sempre dato fastidio quei personaggi da ufficio oberati di lavoro, con la goccia di sudore sulla fronte perenne stile cartone animato giapponese, che qualsiasi cosa gli chiedi loro non ce la fanno, non c'han tempo, faso tuto mì - salvo poi vedere chiaramente nel suo desktop la finestra abbassata del film che sta scaricando con facebook e la casella mail personale aperte a fianco. Detto questo, mi pare che qui si stia resentando la follia. Fino a dicembre il lavoro che faccio era fatto da due persone in dodici ore al giorno al posto di sei - con una spesa di quattro volte il mio stipendio, ma questo è un altro discorso. la matematica non è un opinione, come cazzo è possibile che nessuno se ne renda conto? che non freghi un cazzo a nessuno va bene ma essere bellamente presa per il culo no. dopo tutte le carognate subite negli ultimi anni, i soldi regalati, l'impegno e le ore extra pro-bono, siamo arrivati a un "troppo". Se vogliono tagliarci tutti a quattro ore sicuramente non potremo ostacolarli in nessun modo ma se mi verrà detto in faccia che quattro ore o sei è uguale perchè non c'è lavoro non avrò peli sulla lingua e sopratutto non mi farò più il culo a capanna per riuscire a fare tutto, non mi fermerò più fino ad aver finito, non mi metterò più a rispondere alle e-mail da casa la sera e nei weekend. Farò quello che riesco a fare in quelle ore così l'unico reparto che "produce" qualcosa non riuscirà più a farlo e andremo definitivamente dal culo. come dice lui, il capo, cambia la canzone. Non sono indispensabile, non sono una risorsa insostituibile, non ho un esperienza di cui l'azienda non puo fare a meno e lungi da me comportarmi come se così fosse, probabilmente non lo farei nemmeno se ne fossi convinta perchè è proprio una cosa che non fa parte del mio carattere ma qui lo sanno anche i muri che in Italia non si vende più un cazzo è che gli unici clienti che mandano ordini e sopratutto li pagano sono quelli esteri, i miei. per non parlare poi della fiera che ha deciso di fare anche quest'anno e che giugno, luglio e agosto servono ad organizzarla e lui mi vede che arranco per stare dietro a tutto. Sono sempre stata "comprensiva", andando controcorrente e spesso vista male dal collegame che mi dava della scema perchè andavo dicendo che di questi tempi un sacrifico era necessario e che un giorno ne avremmo raccolto i frutti. ho sempre pensato che alla fine per quanto poco, fosse già molto avere intatto il mio posto di lavoro e partendo da questo presupposto ho sopportato e pazientato, senza mancare mai di fare del mio meglio e concedere grossi sorrisi, cosa assai importante per i capi. Questo ha avuto un senso finchè i modi sono stati più o meno limpidi, finchè l'atteggiamento è stato quello di richiesta di un sacrificio, di un po' pazienza finchè passa la tempesta. ma così è un'altra cosa, così è una presa per il culo chiara e autorizzata. in otto anni non ho visto mai un più ma sempre solo meno e questo atteggiamento incalzante da hai fatto solo il tuo dovere.il fatto che siamo ormai quasi sott'acqua, che l'acqua sta entrando da tutte le parti e si iniziano a prepare i secchi non mi fa venire voglia di tener duro e fare scorta di ossigeno, anzi mi da proprio quel motivo in più che mi è sempre mancato. se tanto siamo praticamente spacciati, che cazzo di senso ha continuare a stare sulla nave per poi magari soltanto andare in disoccupazione con duecento euro al mese. per amore di chi? di che cosa? Sono stati bravi a raggirarci psicologicamente, a convincerci che questa era casa nostra, un luogo sicuro dove saremmo sempre stati protetti e accolti e che quando la casa è in pericolo ci si tira su le maniche per proteggerla. Questa non è casa mia, casa mia è qualche km più in là e ha bisogno di un frigo pieno e di una me attiva e presente., è ora di tirare fuori il salvagente e fare un bel tuffo.

mercoledì 11 giugno 2014

Roba da Gatti: ...e altre schifezze 2

Ho atteso con ansia quest'oggi per propinguarvi lo sproloquio che seguirà. Vi prego di notare quanto sia magnanima, perchè avrei potuto buttarla lì, in un post rosso carico di cavolacci miei senza alcun alert iniziale. e invece no, argomento felino in giorno felino, come promesso. e sopratutto l'avvertimento

*astenersi stomaci deboli

dato che trattasi del sequel di questo post qui.

Il Vet mi disse puo capitare - fermenti lattici per una settimana e ci risentiamo. così le diamo i fermenti lattici da diciassette euro a confezione, con non poca fatica che tra le altre cose alla Gigghi non piace prendere medicinali (!). Nessun miglioramento, torno dal Vet che mi dice cibo gastrointestinal per due settimane e poi ci risentiamo mi aggiunge anche meglio se Royal Canin, è più appetibile. e sticazzi, ventinove euro il sacchetto di secco e uno euro e trenta a bustina di umido, me lo magnavo io se alla pelosa non fosse piaciuto. grande successo, mangiati con fin troppo entusiasmo e cacca a palline durissime e inodore. Allo scadere delle due settimane torno dal Vet con le seguenti informazioni: la cacca è a palline dure e inodore con cibo gastrointestinal, evviva evviva. in compenso la Gigghi mangia ad una velocità inaudita, spesso non mastica, aspira i croccantini interi e vomita. inoltre, vi sono capelli nelle feci in quanto sembra mangiarsi tutti i miei capelli che trova - e io giuro che lo passo l'aspirapolvere ogni tanto Vet. 
Il Vet a questo punto mi va un attimo in apnea celebrale, si toglie l'occhialino che gli da quell'aria professionale scoprendo così verdastree ochiaie, si massaggia sul naso con due dita sospirando e poi mi chiede se la Gigghi ha una sorella nera come lei. subito penso che mi stia prendendo per il culo... e gli dico che no, ha una sorella o forse due ma lei è l'unica uscita nera della cucciolata. Mi spiega che nel nostro paese c'è una altra gattina della stessa età con una fisionomia simile e le stesse problematiche: magra, nervosa e dal carattere difficile. che probabilmente mangia i miei capelli perchè abbiamo un rapporto morboso e quando non sono a casa soffre, che ha un fare un po' bulimico ed è un problema comportamentale, ergo non ci si puo far nulla se non invitarla a mangiare con più calma (???)... che c'ha quel carattere lì e bisogna aver pazienza. Allora. innanzitutto la pelosa non è rachitica, c'ha gran bel fisichino e la sua è tutta invidia. è una femminuccia e quindi è un po' emotiva e non ha affatto un caratteraccio, certo non prova simpatia per la chiunque e infatti non è un cane. Al termine del discorso io sono mortificata come una madre ai colloqui di classe e lui mi fa la grazia di fare il suo lavoro e dirmi che dobbiamo iniziare una dieta ad esclusione per capire se c'è un intolleranza alimentare. mi dice di andare su cibi monoproteici provando tutti gli ingredienti uno per volta e segnandomi come va. e poi ci risentiamo. 
Già trovare il cibo è stata un impresa. nel pet-shop del mio paese ci sono parecchi monoproteici ma non ci sono gli stessi gusti di umido e secco, certo potrei darle solo il secco, ma un po' di umido fresco sopratutto ora che fa caldo mi spiace non darglielo. 
L'unico abbinamento che sono riuscita a fare è il coniglio.
Il primo giorno sembrava andare tutto bene, il secondo giorno un po' di dissentieria, il terzo giorno tutto abbastanza regolare, ieri dissenteria. A forza di esaminare merda io a volte non riesco più a giudicare se sia molle o meno, rimango lì incantata e non mi ricordo più come dovrebbe essere. Inoltre se la fa di giorno mentre noi non ci siamo, quando io arrivo è dura per forza, o meglio sarebbe dire "pietrificata" in quanto piena di pietroline della lettiera. quello che mi aiuta è l'odore, ma anche lui dopo un tot di ore fortunatamente svanisce nell'aria. e quindi? Se devo seguire il mio instinto il mio voto al coniglio è negativo, e considerando che in questo secco c'è il mais, che lei prima non aveva mai mangiato, io attriburei la colpa al coniglio o più in generale alle carni bianche. ma potrei sbagliarmi, e potrebbe essere anche solo il cambio dal gastrointestinal a un cibo normale. per una paranoica come me doversi fare le diagnosi da sola è sadico, mi sogno da notte campioni di feci parlanti. Il prossimo tentativo, da acquistare in un petshop ancora da individuare, sarà a base di carne rossa o pesce, per fare un salto radicale - che magari le provocherà una dissenteria da cambio drastico e non perché sia allergica. Volete che muoro, mi pare evidente. sinceramente sono negativa e ho paura che qualsiasi cosa proveremo la faccia star male e nel tutto la avremo fatta stare male due mesi senza aver risolto nulla. Non che lei sembri risentirne, salta e corre come sempre, ma quando si ferma ho sempre paura che abbia mal di pancia anche perchè sono ricominciate a manifestarsi le sue mitiche scorregge puzzolenti che nelle settimane di gastrointestinal non avevamo più avuto. 
Insomma in sette mesi che è con noi possiamo evidenziare vermi, pulci, ancora vermi, sterilizzazione, e ora siamo nella merda.  
Cercasi conforto e consigli, grazie.
Mi è venuto anche il pallino della pipetta contro la filaria last-minut, è meglio che il Vet si prepari, è già una settimana che non ci risentiamo amico.

Vi lascio qualche scatto a testimonianza che io a dirgli di mangiare con calma c'ho provato in più occasioni. a voi l'interpretazione del suo sguardo di risposta:
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lunedì 9 giugno 2014

Sento che oggi

sarà una di quelle giornate completamente inutili. Mi manca l'aria da quando ho aperto gli occhi, sono spiaggiata sulla sedia semi sdraiata, con le mani sudate, la palpebra calante e la sensazione di dover crollare a terra come un sacco di patate da un momento all'altro. e sono le dieci del mattino, non oso immaginare cosa succederà dopo pranzo. E' arrivato il caldo africano, e sticazzi. il problema è che il Tugurius è un edificio di vetro e mattoni, una serra, che come già detto da vita ai più bizzarri microorganismi e gode di clima a sè. Ho sparato il condizionatore del mio ufficio a manetta, che è di quelli a manovella che fan più rumore che altro, ho acceso anche quello del capo che come ogni lunedì è in baVca, che invece è di quelli elettronici seri. Spero di refrigerare l'ambiente prima di svenire.
Come si fa a lavorare in queste condizioni? ho provato ad aprire due o tre mail ma la concentrazione si sposta immediatamente sulla goccia di sudore sotto il naso.
Un nuovo cruccio tedia il mio lunedì. Ho perso due paia di scarpe, o forse tre, ma il terzo è molto probabile che l'abbia buttato volontariamente. Non due paie di scarpe X ma le ultime due paia di scarpe estive comprate l'anno scorso, due zeppine in corda comodissime da tutti i giorni, prese tra l'altro a un prezzo stracciatissimo nei saldi e usate pochissimo. Al cambio stagione c'erano, ne sono certa. Ieri mi sono fatta la pedicure mentre Ego era a lavare la mia macchina, pronta a sfoggiare il primo piede scoperto di quest'anno. Pronti per andare a prendere un gelato in paese sono andata nel ripostiglio tutta convinta, apro una scatola, due, tre, quattro... prendo la sedia per arrivare più in alto, inizio ad agitarmi e aprire tutte e le scatole che ci sono... nulla. Con il trucco ormai colante grazie al faretto del ripostiglio che raggiunge i quarantagradi in pochi minuti mi metto i fantasmini e le converse incazzata come una iena. appena rientriamo mi tuffo nella ricerca violenta, riapro tutte le scatole di tutto lo sgabuzzino, perchè non è possibile, ci devono essere. Mi faccio tirare giù dall'armadio le scatole del cambio stagione da Ego e niente, vado due volte a vedere nell'armadio nelle scale. niente. sono sparite, volatilizzate. e proprio quelle, mica altre due per esempio, prese dai cinesi, che chisenefrega. piango. vado a perlustrare l'armadio, le valige, il borsone della palestra, posti in cui mai potrebbero esserci delle scarpe. ripiango. mi incazzo. Ora, io davvero non me lo spiego. C'è da premettere che io non perdo mai nulla di queste cose ordinarie, semplicemnte perchè sono un ordinata maniacale. come dico sempre, la mia casa puo essere sporca ma mai disordinata, l'ordine sta nel mio dna. nel disordine sto male, mi manca l'aria, non capisco una mazza, mi sento una brutta persona. amo gli organizer, le scatole, gli scomparti, i separatori per cassetti e mobiletti. Se a questo si aggiunge il fatto che la Gcasa è formato per gnomi, perdere qualcosa di ordinario come delle scarpe è quasi impossibile. Le scarpe mie stanno nel ripostiglio, nelle scatole, alcune meno ingombranti come ballerine o infradito stanno a gruppi di tre nelle scatole portascarpe di ikea. Queste scatole stanno lì, nello sgabuzzino, nelle tre mensole dello scaffale o sulle due mensole sulla lavatrice, ma sempre lì nello sgabuzzino. Le scarpe di Ego stanno un po' lì e uno po' nella scarpiera in ingresso. le scarpe che stiamo usando stanno nella reggiera lì, in bella vista. Se c'è un esubero di scarpe della stagione prima che non mi stanno nello sgabuzzino andranno a finire nelle ordinet sull'armadio, dove ieri ho verificato esserci solo scarpe invernali. Ora si è aggiunto l'armadio nelle scale comprato per tenere le cose da moto e sono riuscita a farci stare due stivali e due scatole vuote che posson sempre servire. Stop. questi sono i posti, delle scarpe non possono essere in freezer, in garage, nel mobiletto dei documenti. non possono, ma se un folletto notturno ce le avesse messe a me bastrebbero quindiciminuti del mio tempo per verificarlo date le estreme dimensioni - cosa che farò stasera. Insomma, quelle scarpe possono dichiararsi perse al 98% ormai. E io non me ne faccio una ragione davvero. Non me ne faccio una ragione in termini logistici - l'unica ipotesi attendibile a questo punto è che io le abbia buttate, ho buttato una pila di scatole vuote lo scorso autunno e magari erroneamente loro erano lì in mezzo - ma non me ne faccio sopratutto una ragione spirituale. Le più belle paia di scarpe da tutti i giorni che avevo per questa stagione, nonchè le più nuove e meno usate e di due colori abbinabili un po' con tutto. Adesso, che non ho assolutamente soldi da buttare. Questa è sfiga, purissima sfiga di prima qualità. Ultima di tutta una serie che si sta verificando nell'ultimo periodo, del tipo che se mi cadranno di mano un paio di chiavi sarò sicuramente a ridosso di un tombino con griglia. ed è preoccupante. E ripensandoci sono parecchie le cose perse in questi quattro anni di Gcasa, una più inspiegabile dell'altra: una giacca di Ego, una mia canottina basic beige, una foto appesa in camera, la rotella taglia pizza, una mia maglia blu. E rimanendo in tema scarpe, due paia nere ieri le ho scoperte essere ricoperte di muffa e stasera mi appropinguerò in un tentativo di salvataggio. ho quindi a disposizione come scarpe decenti un unico paio di zeppine beige per nulla belle che ho ai piedi e un paio di sandaletti bassi non adatti alla mia circolazione da settantenne neri. domani e dopodomani ho delle riunioni e non so davvero che cazzo mi metterò ai piedi. amen.

giovedì 5 giugno 2014

Sembra, Pare, Si direbbe

che entro il weekend la Gmoto venga dimessa, dopo un lungo mese di degenza intervallato da ben tre interventi. Non tenterò di dettagliare la questione impelagandomi in termini meccanici di cui non conosco il significato, posso però rendere l'idea chiarendo che sono più i pezzi di sua competenza ad essere stati sostituiti che quelli non toccati, per un totale in euri che si avvicina pericolosamente ai duemila. Se consideriamo che l'abbiamo pagata poco più di questa cifra e ci aggiungiamo le assicurazioni, il bollo, l'armadio del pianerottolo per tenere tuttecose, i caschi e il giubotto di Ego - perchè no, il mio ancora non è pervenuto - posso felicemente constatare che fin ora la Gmoto ci è costata quanto arredare casa. e non sto esagerando, la Gcasa è lowcost by Ikea. e se lo avessi saputo... ma col cavolo. Siamo stati sfortunati. chi compra una moto, la usa si e no sei / sette volte e poi questa si rompe in più punti? degli sfigati. magari chi ce l'ha venduta era a conoscenza di tutto ciò, chi lo sa, tanto andare a ringraziarlo non cambierebbe la realtà dei fatti. io lo avevo detto che dovevamo comprarla in concessionaria e non da privato, ma quando si tratta di certe questioni Ego mi ignora bellamente in quanto donna... e alla fine ho sempre ragione. L'idea è di venderla ora che sarà apposto, comprarne un altra e riprenderci così almeno parte dei soldi buttati. un idea di quelle in mood totalmente positivista, un idea di Ego ovviamente. è anche vero che non avevamo molte altre alternative, non potevamo lasciarla così. io l'avrei buttata in un fosso, molto semplicemente, ma nessuno mi ha ascoltato. Su quella moto al momento ci sono le ferie di agosto, la zanzariera del bagno, i ritocchini ai muri di casa, e qualche visita specialistica varia di cui avremmo bisogno. cerco di pensare al fatto che probabilmente domenica, finalmente, faremo un bel giro, il primo della stagione, il primo di tanti perchè mi rifiuterò categoricamente di usare la macchina fino ad ottobre. 
Questa impiccagione ha bloccato tutta una serie di cose che il mese imponeva, prima tra tutte l'acquisto di un nuovo ferro da stiro data la recente diparatita del mio Imetec. questa volta sono stata io ad ucciderlo, con una negligenza spietata che avrei portato avanti ancora per chissà quanto se lui avesse resistito. E' il ferro che mi hanno regalato i miei suoceri a natale 2012, che mi sono scelta io tutta trulla felice di avere il ferro coordinato con l'aspirapolvere, verde e nero come la casa. e sempre io, genio mancato, ho fatto il test dell'acqua come indicato nelle istruzioni solo la prima volta che l'ho acceso, il calcare era ad un livello accettabile e ho continuato così a ficcarci l'acqua del rubinetto fino al mese scorso quando il suo livello di otturazione ha raggiunto il limite e ha iniziato a sparare acqua da dove riusciva e a non scaldarsi più. vano il tentativo di farlo aprire ed esaminare dall'amico tutto fare di mio suocero che ci ha detto che per ripararlo ci avrebbe chiesto quanto il costo di un ipotetico ferro nuovo. al momento sto usando uno di quelli a caldaia interna leggerini, muletto immortale di mia suocera che mi presta ogni qualvolta rimango sprovvista - secondo ferro andato in quasi quattro anni - ma è da comprare. 
Altra cosa che avremmo fatto questo mese se la Gmoto non ci avesse succhiato fino all'ultima risorsa, prenotare il regalo della comunione de La Grande. un weekend a Miramilandia, come promesso. avevamo concordato che sarebbe stato una volta finita la scuola quindi siamo ancora nei tempi ma avrei voluto già aver prenotato più che altro perchè lei e/o i suoi stupidi genitori non pensino che siamo gente che non mantiene quanto promesso.
E bisogna aspettare. aspettare, aspettare, aspettare. mi sembra di aspettare da quattro anni, che da quando vivo con Ego la vita si sia un po' fermata. che sia lì arenata che aspetta la giusta marcia e ogni volta che finalmente sta partendo venga trattenuta con violenza e fatta tornare indietro dei pochi passi fatti. 

martedì 3 giugno 2014

Roba da Gatti: Benvenuto Gigi

Oggi per la rubrica felina vi presento una new entry in famiglia.
Mia suocera doveva prelevare un gattino da un collega e portarlo alla vicina, non ha saputo restistere e ne ha portato a casa uno anche lei.
Le foto non rendono giustizia alla sua stazza, sta tutto in una mano... 
Ecco a voi Gigi:

 

Ale il cagnone di casa, animo buono e giocherellone, lo ha subito preso sotto la sua ala... e Gigi pare gradire, nessuna paura nonostante le differenze in termini di misure.
Buffy invece, la gatta, non se lo caga nemmeno di striscio... ci si aspettava che avesse un atteggiamento materno invece nulla, da quando è arrivato lei se ne sta sul balcone e quando lui tenta un avvicinamento gli soffia il suo sdegno. 

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