Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

mercoledì 24 aprile 2013

Stamattina

il boiler ha rotolato sudata nel mio ufficio e mi ha annunciato con il solito entusiasmo da becchino che siamo tutti in ferie obbligate dal 25 aprile al 6 maggio. Io un po' me lo aspettavo fino alla scorsa settimana ma ad oggi nessuno aveva detto nulla quindi non ci pensavo più. come sempre la mia prima reazione è stata di smarrimento... non sono abituata a stare in ferie quando non lo è buona parte del resto del mondo. per anni non ho fatto un giorno di mutua a costo di venire qui con il febbrone a 38, in nome di chissà quale buona causa, e ho fatto vacanza solo ad agosto e feste comandate. per me le ferie sono uscire dall'ufficio alle diociotto e alle ventuno essere in partenza per qualche meta vacanziera, tornare il tal giorno alle undici di sera e essere in ufficio la mattina del giorno dopo alle otto e trenta. Dopo i mesi di "vacanza forzata" in cassa integrazione, poi, il mio allarme di pericolo si accende ogni qualvolta quancuno spolveri l'idea di non lavorare in giorni feriali. Se lo avessi saputo prima avrei anche potuto organizzarmi qualcosa. ma anche no, che tanto Ego lavora e non ci soldi da buttare per qualche stramba idea. per cui mi godrò la primavera, la Gcasa di giorno con il sole che entra dalla finestra e mette in risalto per bene la polvere sui mobili. Magari andrò a prendere un nipote a caso e me lo porterò un po' spasso, mi trascinerò mia madrea all'ikea, sicuramente finirò il benedetto cambio stagione dell'armadio e cucinerò qualcosa con calma come piace a me e non posso mai fare. E passerà in frettissima, anche perchè i miei ci hanno chiesto di andare insieme al mare due giorni per il primo maggio e io ovviamente non ho saputo dire di no. confido ancora in un cambio di programma dell'ultimo minuto come accade spesso con loro. Mi sento anche un tantino in colpa ad avere certi infidi pensieri ma purtroppo da un paio d'anni ormai evito accuratamente di passare più tempo del necessario con loro. e per "necessario" intendo il tempo sufficente a non farmi sentire in colpa per averli trascurati. Innanzitttuo perchè presi assieme sono insopportabili, si fanno pesantezza a vicenda e non se ne rendono conto. Mia madre tratta mio padre come se fosse un vecchietto e lui nonostante la cosa lo faccia incazzare non poco, si lascia condizionare comportandosi alla fine come tale. Lei rompe le palle per qualsiasi cosa, fa proposte che si rimangia dopo due secondi, fa diventare un problema qualasiasi menata e ne spara una dietro l'altra ai limiti dell'assurdo. Io mi passo il tempo con l'ansia da cardiopalama a sentirmi un giocoliare... cerco contamperaneamente di fare in modo che per Ego non sia una giornata di merda, di non mandare affanculo mia madre e di prestare attenzione allo stato umorale e fisico di mio padre. sono nervosa e intrattabile tutto il giorno e alla fine non si diverte nessuno, perchè cazzo ancora ci chiedano di fare cose insieme non l'ho ancora capito. ma forse sono solo io a viverla così dato che anche Ego, che se io avessi due suoceri così "problematici" li eviterei come la peste bubbonica, è sempre ben disposto a fare cose con loro e mi lascia sempre interdetta, io che confido in una sua risposta negativa per non doverla dare io.

La convivenza con il corpo estraneo nella bocca è nettamente migliorata, nel senso che non rischio più di portarmi via una falangia ogni volta che lo devo togliere, perchè lui si è ammorbidito o perchè io ho appreso il metodo. non sbavo più come un cammello e non mi strucco più di tanto, ma tutto il resto persiste e credo che dovrò farmnene una ragione perchè sarà una costante per almeno un anno. sto pensando di fare un countdown qui a fianco per allietare l'annata, c'è chi ha il pancione gravido e chi ha la situazione ortodontica.
 

lunedì 22 aprile 2013

E non è che

non ho voglia eh, di ripassare inglese e fare i compiti da brava bambina. E' che ho passato la mattinata a fare pubbliche relazioni, tante belle parole, e poi il capo se n'è andato ma tornerà e io devo pure fargli vedere qualcosa a sto uomo, dargli un motivo perchè debba continuare a pagarmi lo stipendio. Per adesso un misto di parole, sorrisi e lavori più o meno brillanti sono bastati, ma arriverà il giorno in cui non sarà più così. Quando non avrai più quel culo e al suo posto ci sarà qualche nuova ruga in faccia dovrai avere un asso nella manica, mi dice sempre. tu però sarai già in una bara da un pezzo caro. E se voglio scrivere devo sfruttare la pausa pranzo, e se voglio scrivere in pausa pranzo non posso sudiare. e no è mica colpa mia.
C'è un pensiero che si è infilato tra i miei tessuti grigi e mi torrmenta l'omino del cervello da venerdì. Non parlo mai con il Boiler, da anni, ma quando lo faccio, in qualche modo lei riesce a turbarmi per periodi più o meno lunghi. Si è lamentata, come al solito, perchè lei oberata di lavoro stava cercando un modo per pagarci gli stipendi mentre le mie colleghe, sue no, starnazzavano in giro - e non è che io invece sia la secchioda della situazione è solo che essendo un asociale ho cazzeggiato l'intera settimana anche io ma da sola nel mio ufficio invece di unirmi al pollame. ed è riuscita ad infilarmi in un orecchio che si sta, di nuovo, ventilando l'ipotesi di cassa integrazione per noi impiegati o, peggio, l'ennesimo taglio di ore che questa volta significherebbe passare ad un part-time vero di venti ore settimanali (magari due ore al mattino e due al pomeriggio, conoscendoli). Per i primi trenta secondi l'informazione non mi è arrivata, poi con tanta pazienza ha inziato ad infilarsi nella mia testa e farsi spazio piano piano come un tarlo. Oggi mi sembra di impazzire. devo fare qualcosa, devo capire se è vero, se io sono inclusa nello sterminio, se posso fare qualcosa per evitarlo. Mi cago addosso. principalmente per due motivi, ovviamente per la questione economica ma anche per il rendimento lavorativo. che diavolo di carriera si puo portare avanti con così poco tempo a disposzione, che progressi il mio mercato potrebbe avere se non ho il tempo di seguirlo come si deve, che fine farebbe la passione che ci metto se dovessi arrovellarmi ulteriormente per trovare i soldi del gasolio necessari ad arrivare alla mia scrivania. con gli orari di lavoro attuali di sei ore al giorno, io prendo uno stipendio che nessuno ci crederebbe se lo dicessi in giro. Io l'ammortizzatore sociale del momento, la cassa integrazione, lo conosco bene, l'ho passata due anni fa quando ero una lavoratrice annoiata e insoddisfatta e subito l'idea di avere qualche giorno libero mi aveva fatto saltare di gioia. Non è stiamo un po' a casa e i giorni che non ci paga l'azienda ce li paga lo stato, l'inps, chicchesia. E', chi deve pagare paga non subito ma quando può, quando ha voglia, in ogni caso tu non lo sai perchè l'azienda poi quando può, quando vuole te li darà. Io per tre mesi non ho visto lo stipendio, neanche un centesimo. E a parte lo scompenso a livello logistico che è facile immaginarsi, anche a livello psicologico essere a casa senza conoscere la tua sorte e non ricevere uno straccio di 500 euro è a dir poco destabilizzante. Ora non si tratterebbe della stessa cosa, si parla di un giorno a settimana di c.i. ma sarebbero comunque quattro giorni al mese che inciderebbero come inciderebbero anche solo venti euro in meno con gli stipendi che abbiamo adesso. Io non posso permettermi di prendere un euro in meno, arriviamo a fine mese pelatissimi così, e non posso permettermelo anche perchè ne risentirebbe il mio lavoro, l'autostima quando devi vendere qualcosa in qualche stato inculato nel mondo che non trovi nemmeno sulla cartina, è una credenziale importantissima. E passare a venti ore è ancora peggio forse, perchè la c.i. dopo un po' finisce, un contratto che hai fermato accettandone ogni condizione no. Se non fosse il momento che è, se fossimo nel 2008, avrei già chiesto, preteso, un aumento. prima ho accettato questa situazione perchè ho sempre sostenuto che si dovesse prima dimostrare qualcosa e poi chiedere, ora perchè pensavo che più in basso di così non si potesse arrivare e che piano piano da adesso in poi le cose sarebbero andate meglio, un giorno saremmo tornati tutti ad otto ore, io avrei avuto uno stipendio degno del lavoro che faccio, avremmo riavuto un donna delle pulizie e gente sorridente per i corridoi, e tuttivisserofeliciecontenti. perchè da buona pessimista che sono, le rarissime vote in cui penso positivo io lo faccio in grande, con tanto di coerografie teatrali e musiche di trionfo. E invece sembra che fine al peggio non ci sia, che dopo dissanguamenti biblici a dipendenti, fornitori e chiunque passasse di qui per sbaglio, dopo tre anni dall'allarme, le uscite delll'azienda superano ancora ogni mese le entrate. e aldilà di quanto questo mi sembri ridicolo e quanto non comprenda perchè chi se ne occupa invece di continuare a tagliare sul personale con il risultato che anche quando c'è lavoro non c'è nessuno che lo fa, non si metta a dare un taglio a qualcos'altro, al milione di altre cose davvero inutili che ci sono, io voglio salvarmi il culo questa volta o almeno provarci. Posso fare leva sul fatto che io la c.i. l'ho già fatta, per un anno in tutto, tra lavori solo i gorni dispari e quelli in cui hai i capelli crespi e i tre mesi consecutivi, e le mie colleghe no, ma sarebbe infame. posso sfruttare la verità semplicemente, il fatto che spesso (mica sempre eh) a me non bastano le sei ore a disposizione, non posso perderne altre, e il fatto che il mio compenso è già molto più basso rispetto a chi fa il mio stesso lavoro e con risultati, al momento, più deludenti. In fondo se il mio capo si sente in diritto di potermi dare una pacca sul culo liberamente quando gli pare, perchè io non dovrei sentirmi in diritto di attendere le diciassette quando tutti se ne vanno e sedermi sulla sedia di fronte a lui ad argomentargli questa cosa. che lo so che lo metto in difficoltà, che già questi sono gli anni di Micol che va a letto con il capo ed ogni trattamento di favore non farebbe che alimentare ogni spettegolezzo ma in fondo me ne frego ogni giorno perchè me ne dovrebbe importare oggi. perchè a fargli capire che a dissanguare noi non ottiene altro che gente scontenta che fa male il proprio lavoro, che non crede più nella causa, che non fa niente per migliorare la situazione perchè a vedere crollare la baracca con lui dentro ormai ci spera un po', io ci ho provato... ma lui non ha tutta questa voglia di lottare e ha troppe mani dietro che lo manovrano come una marionetta stanca. Alla fine l'ultima volta che hanno tagliuzzato i nostri orari per levarci ancora quei 50 euro di merda, lui mi ha fatto alzare lo stipendio prima in modo che io non ne risentissi. potrebbe rifarlo, accogliere di nuovo la mia richiesta. in fondo me lo merito, ci metto l'anima, mi occupo anche di cose che non mi riguardano, il mio mercato è l'unico che fattura ancora qualcosa, mi hanno preso bellamente per il culo facendomi trovare dodici ore di ferie in più in busta paga la settimana scorsa invece di pagarmi dodici ore di trasferta e io non ho detto una parola, neanche una, se non sticazzi, dopo, a casa. Non voglio tenere il mio capo per le palle per il bel rapporto che abbiamo, ma potrei farlo. voglio solo, dato che migliorare a quanto pare non si puo, impedire di far peggiorare ancora la mia situazione... almeno provarci, che nessuno lavora per la patria, è inutile raccontarsela. ma come dico sempre, senza che nessuno mi creda, io non sono cattiva se non mi si fa incazzare. e quindi mi chiedo se sia giusto, nel caso io ottenessi quello che voglio, è giusto nei confronti di chi altro qui ha sempre fatto il suo lavoro con serietà e impegno, chi lavora qui da molto più tempo, chi ha tre figli e un mutuo? no che non è giusto... ma allora dovrei starmene zitta in nome di una bontà solidale che nessuno ha avuto nei miei confronti? quando ero solo quella che portava i caffè durante le riunioni e non c'erano più i soldi per pagarmi nessuno ha offerto due ore del proprio orario di lavoro per salvare me.
Con sommo ribrezzo apprendo come mai prima d'ora, al pensiero di ancora rinunce, sacrifici, sogni accartocciati schiacciati non solo nei cassetti ma anche un po' in frigo, nel cesto della biancheria, sotto il letto, dove c'è spazio... che poi un giorno scatta quella molla "mangiato io - mangiato tutti". 
quella che sta portando questo mondo nell'oblio, proprio quella.

venerdì 19 aprile 2013

Sarà la primavera,

il caldo decisamente fuori luogo ad aprile, l'ovulazione, avere un corpo estraneo in bocca, che non è un riferimento porno... questa settimana è come se la avessi passata interamente a dormire. Lavorativamente è stata del tutto inutile. Una cosa da fare ce l'avrei pure avuta, un lavoro anche abbastanza importante, ma ho preferito darmi ai giri nella blogosfera sdraiata sulla sedia e all'osservazione malinconica dei camion che passano sulla statale. che tanto da lunedì torna il capo e tocca lavorare per forza.
Nella Gcasa invece qualcosina ho fatto, la cucina è finalmente tutta pulita tra poco la prima metà sarà di nuovo sporca.
La processione cappotti nell'armadio dei miei/ cappotti in lavanderia dovrebbe terminare questo weekend. l'armadio ho intenzione di farlo due orette al giorno dopo l'ufficio e in una settimana avrò finito ma non la prossima, che finalmente ce ne andiamo al mare per il ponte... tirerò fuori da una scatola due t-shirt, in piedi su una sedia,  giusto perchè il mare vuole la manica corta, anche se le previsioni fanno schifo.
Sono mesi che progettiamo di andarci e puntualmente per qualche motivo non si va. E' da agosto dell'anno scorso che non ci metto piede, magari troverò la casa occupata da una famiglia di rhom.
Ieri proprio mentre fantasticavo di noi che passegiamo con l'aria di mare tra i capelli, miacuginanevrotica mi scrive un sms - che già di per se è brutta cosa perchè nel novanta per cento dei casi mi rimrpova di non andarli a trovare da due settimane tre giorni e quarantacinque minuti o mi chiede di andare a prendere un bambino da qualche parte - la casa al mare è libera per il ponte del 25 aprile? - Il mondo ha tremato. avrei voluto rispondere guai a te se ti avvicini con quel coso di sei mesi che fa i gargarismi ininterrottamente e quell'altro di cinque anni che si impossessa del mio cellulare appena arriva e chi lo vede più. e invece, cretina che sono, le ho risposto: no, andiamo noi... ma se volete venire ci stringiamo. una volta premuto invio ho iniziato a vedere i muri sbriciolarsi, i sofffiti implodere in se stessi, il pavimento franare... - ma non so, perchè con i bimbi vi faccio fare una vita di merda quattro giorni, ne parlo con il tonno e poi ti dico...- sento che il prendersi per i capelli e i fraudolenti vaffanculo sono dietro l'angolo ormai. Mi sembra quasi che lo faccia apposta, non ci vanno mai e hanno voglia di andarci proprio quando ci andiamo noi. E' ora di iniziare seriamente a pensar di vendere sta casa che tanto non piace a nessuno e comprarsi ognuno un monolocale dove meglio crede.
Io e Ego abbiamo davvero bisogno di quattro giorni in tranquillità, ci andiamo per rilassarci, respirare aria diversa e, eventualmente, fare un po di sesso - che fuori da casa propria è più bello. Se scopre che le ho detto se volete venire ci stringiamo mi defenestra.

Quando avrò terminato anche la questione armadio e sarà ormai maggio, potrò dedicarmi totalemente al pressing del coinquilino per ottenere di investire qualche soldo nella Gcasa. Vorrei fare i ritocchi vari nelle pareti, che un colpo di qua e uno di là tra poco non avremo più angoli, tutto un giro giro tondo. ridare il colore nell'ingresso, un po' più chiaro già che ci siamo, che il fucsia scelto tale non è mai stato in reltà e dopo tre anni di strisciate varie è praticamente un viola a strisce nere. cambiare le appliques che non mi sono mai piaciute, acquistare minitavolino con annesse sedie e eventualmente qualche fiore per il balcone, cosa che volevo fare già l'anno scorso e alla fine a forza di rimandare non si è fatto. Comparare una nuova cornice multifoto per spostare quelle singole colorate e al loro posto metterci la mia tanto desiderata cartina geografica e fare acquisti di vario genere all' ikea per riorganizzare una mensola del ripostiglio che sono stufa di vedere nel perenne caos, un altro porta sciarpe che adesso che piacciono anche a Ego quello che abbiamo sta esplodendo e eventuali che tanto quando li vedi lì ti viene in mente che ne hai proprio bisogno, anzi ti chiedi come hai fatto a vivere senza fino a ieri.
Poi è meglio che mi do una calmata se ad agosto voglio andare in ferie.

mercoledì 17 aprile 2013

Si chiama Invisalign.

e parliamone, perchè il concetto di invisibile non dovrebbe essere relativo o opinbabile. l'invisibile è qualcosa che non si vede, e questo non si vede solo se la bocca è chiusa. Gli attachment, dal nome tanto figo perchè dei bottoni in bocca chi li vorrebbe? non sono altro che calcestruzzo bianco mal buttato sui denti, a punta, che devi fare attenzione a non farli saltare quando spazzoli e fanno si che le mascherine si attacchino ermeticamente. così ermeticamente che mi sono rotta parecchie unghie ad ogni estrazione, e no, non sto scherzando. toglierle è un'esperienza paranormale, devi respirare con il naso, intanto sbavi come un cammello, ti strucchi completamente e quando alla fine ce l'hai fatta il TAC con cui si stacca dai tuoi denti ti fa sussultare credendo di esserti portata via la mascella. Poi c'è il gusto, che dopo un tot di ora che non bevi nulla ti sembra di avere un cane bagnato sotto la lingua, e non lo sentirà anche chi ti sta a fianco vero? .... Il dolore, come se al posto della bocca avessi un enorme livido viola sul quale ti continuano a dare spallate. e l'espressione, a paperino, con il labbro superiore rigonfio e una smorfia schifata, e la tua z e la tua t che sono ormai tutte s ben soffiate e sputacchiose.
A parte questo, tutto bene. E io non lo so se ce la faccio un anno così.

La situazione del nonhouncazzodafare, o nonhouncazzochehovogliadifare che dir si voglia, persiste. il capo è partito per la sua vacanza prImaverile e qui è festa grande. le colleghe urlacchiano al caffè, fumano sigarette ammassate nello stesso ufficio creando cappe di nebbia che irritano il Boiler il quale a sua volta si scatena nell'approccio sociale. ed è solo il primo giorno. 
Esco mezz'ora prima tutta la settimana causa appunto capo assente così posso approfittarne per fare tante belle cose... tipo oggi andrò a pagare il bollo dell'auto e poi a stirare una montagna più alta di me. 
Mi è anche comparso un brufolo in un orecchio.
Menemale che c'è il sole.

lunedì 15 aprile 2013

Altra metà

della cucina sempre sporca. In compenso però, ho fatto il cambio stagione delle scarpe. ardua impresa che due volte l'anno mi porta via un sacco di tempo e energia, poichè lo spazio è pochissimo, le scarpe sono tantissime e la testardaggine di Ego nel non voler buttare via nulla è durissima. Questa volta però siamo arrivati ad un accordo che rappresenterà la svolta. ho ufficialmente il permesso di mettere tutto i suoi vestitini da calcio e le scarpe che non usa più in brutali cartoni e depositarli in garage. non che prima non lo facessi, ma lui non se ne accorgeva. Sapere di avere vestiti/scarpe utilizzabili in un cartone abbandonato in balia dell'umidità invece di darli a qualche ente che li distribuisca a persone che ne hanno bisogno mi provoca un ragionevole disagio ma per salvare la mia relazione a volte devo abbandonarmi all'ignoranza anche io.
Ho fatto una borsa di mie scarpe che da anni sposto da un posto all'altro senza mettere e le darò a mia nipote, LaGrande, che porta un numero di scarpe in meno di me, segno indiscutibile del fatto che diventerà alta un metro e novanta quanto sua madre ma spero molto più bella. Questa consapevolezza mi fa venire il mal di stomaco perchè la mia piccola, che mi arriva ad altezza seno, ha solo nove anni per avere un 38 di piede, ma allo stesso tempo ha già nove anni e presto non la prenderò più un braccio.
Sapere di avere lo sgabuzzino in ordine e pulito, le scarpe in ordine e pulite, mi da un senso di pace e serenità senza prezzo. facendolo ho scoperto con gioia che nelle guarnizioni della mia lavatrice risiede un serpento nero da chissà quanto tempo...ma questo è un'altro discorso. Il cambio dei vestiti invece è tutta un'altra cosa, perchè se pur molto più lungo da fare mi lascia la possibilità di farlo a pezzi, un argomento per volta, andando avanti quanto voglio. Un giorno avrò la stanza degli armadi, una per me e una per Ego, nella sua non ci entrerò mai e gli lascerò la possibilità di lanciare i vestiti, tenere i calzini a pallino, le scarpe a vista, vomitarci dentro. io ci credo. 
Mentre io sudavo sotto il faretto da tre euri del self, circondata da scatole di scarpe, Ego ridava un senso a un garage che non era più un garage. quando stamattina ho aperto le porte, ho sentito una soave musica nelle orecchie e in tutto il suo splendore mi sono ritrovata davanti a uno spazio vuoto e pulito con al fondo oggettistica varia di dubbia utilità ben riposta su scaffali e mensole. meglio di un orgasmo. non oso immaginare quale sarà la sensazione una volta eliminato il serpente e pulita la famigerata metà di cucina questa sera.

Più tardi andrò ad apparecchiarmi, è arrivato, con largo anticipo rispetto alle previsioni. Non vedo l'ora di metterlo perchè non vedo l'ora di toglierlo e avere i denti super dritti. mi immagino un sorriso sgargiante che neanche Julia Roberts, peccato che i miei denti se pur dritti non saranno mai così bianchi, anche solo per il pacchetto di sigarette che mi fumo al giorno. Sabato sera una visione mi ha traumatizzato, ho visto una tipa nel locale in cui eravamo, molto molto carina finchè non ha fatto un grosso sorriso di ferro e elastici colorati. Il mio apparecchio non è così, dovrebbe essere del tutto invisibile, ma ho avuto l'immagine di me struccata con gli occhiali e quel coso in bocca e ho smesso subito di mangiare. La mia determinazione nell'avere il dente dritto mi ha fatto andare dritta all'obbiettivo e solo adesso mi accorgo che in questi mesi di impronte, attese e incazzamenti vari non ho pensato nemmeno una volta concretamente al fatto che quel coso dovrà stare nella mia bocca per i prossimi nove mesi. una gravidanza. dovrò viaggiare perennemente con lo spazzolino in borsa, paranoiarmi per ogni bibita fuori pasto, rispettare precisamente la sostituzione delle mascherine, avere sempre un appuntamento dal dentista. ma sopratutto, avere quel coso in bocca. quando ci ho pensato, ho pensato all'ufficio principalmente e in ufficio già vado con gli occhiali e ci andrei pure in pigiama se fosse necessario. non ho pensato che lo avrò in giro il sabato, la domenica, a fare la spesa, nelle uscite con "amici", in vacanza, al mare, in montagna, al supermercato. Lo avrò sempre e davanti a chiunque. certo, se vedo passare Bred Pitt posso sempre girarmi, togliere la mascherina e lanciarla via.... ma se Bred arrivasse da dietro e mi cogliesse di sorpresa? Sono cose che vanno considerate queste. 
ormai è fatta e non mi resta che sperare che lui avverta prima.

giovedì 11 aprile 2013

Ieri ho assaporato le brezze

di avere un coinquilino che fa i turni o rientra a casa presto al pomeriggio. Gli è saltato un appuntamento così, straordinariamente, ha deciso di rientrare alle sedici e trenta. Orrore. Sono arrivata accaldata e appesantita da due borse della spesa, un quarto d'ora di coda per dieci euro di gasolio e quattro schiacciate di telecomando perchè il cancello mi facesse passare senza portarmi via uno specchietto. ho trovato un Ego in ciabatte seduto sul tavolo, debitamente spostato davanti al televisore, presissimo a giocare on-line a Fifa con suo fratello. come primo saluto, appena ha sentito aprirsi la porta, mi ha ordinato di togliere il wi-fi dal cellulare che gli rallentava la connessione. Con la suddetta nuova posizione del salone, dal tavolino alla cucina mi è rimasto un metro scarso, dei 37mq della Gcasa, nel quale mi sono dovuta incastrare con l'asse da stiro per poi passare le successive due ore con lui che che imprecava e strillvava cose tipo: oh, al novantesimo mi devi fare goal! - praticamente in un orecchio. Profondo orrore. Coinquilino assente e cena alle ventuno tutta la vita.
Dopo la sua dichiarata crisi esistenziale si è creata come una bolla intorno al nostro rapporto. non stiamo più litigando, penso che si sia già superato l'ultimo record di giorni consecutivi senza mandarci a quel paese. io mi sono armata di tanta pazienza che non ho e ho imparato ad andare a fare la cacca quando mi sto per incazzare e tornare con un grosso sorriso. Venerdì scorso è stato il nostro anniversario e dovevamo passarlo al mare ma scoraggiati dalle pessime previsioni del tempo siamo rimasti qui. Lui non ha disdetto il pomeriggio di ferie come avrebbe fatto in circostanze normali, è uscito alle due dall'ufficio, è andato a fare la spesa, mi ha spedito fuori di casa e mi ha preparato una cena spettacolare. Nello specifico: tramezzini di capricciosa e salumi vari, tagliatelle paglia e fieno con panna pecorino e speck, galletto con patate al forno e torta di cioccolato e pere. Quando mi ha lasciato finalmente rientrare ho trovato una Gcasa al buio con una tavola apparecchiata accuratamente del nostro (unico) servizio bello, che nemmeno pensavo lui ne conoscesse l'esistenza, ed è partito un video nella tv, fatto con tutte le nostre foto, delle scritte e la nostra canzone in sottofondo. quando ha acceso la luce ho visto il suo regalo sulla sedia, due paia di jeans bellissimi. ho pianto per mezz'ora incapace di credere che in quelle condizioni umorali avesse fatto tutto questo per me, una di quelle cose che finchè non abbiamo vissuto insieme erano all'ordine del giorno ma ad oggi nemmeno mi ricordavo più. E' stata una bella serata, abbiamo bevuto due bottiglie di vino e ci siamo addormentati a pancia piena sul divano - nell Gcasa o si mangia o si fa sesso. Da quel giorno torna a casa appena puo e poi se ne sta lì, per lo più in silenzio, gioca con l'i-phone, legge notizie, guarda la tv. si rifugia. e il fatto che si stia rifugiando a casa nostra invece che nella piazzola di un autostrada mi conforta parecchio. So che non rompere i suoi silenzi con insistenti richieste di parole, sorridergli quando si gira a guardare cosa faccio, l'uomodivano, e starlo a sentire quando invece ha voglia di parlare, contribuisce a trasmettergli calma e che è l'unica cosa che posso fare al momento. non penso che ci metterà molto a tornare sereno, credo che stia metabolizzando la cosa, il trauma, che come un qualsiasi ematoma ha bisogno di tempo per riassorbirsi. e poi il resto verrà da se, tornerà sereno se pur insoddisfatto e poi le soddisfazioni arriveranno anche per lui, perchè la ruota gira. si sà. 
Stasera lui va a una rimpatriata con i compagni del liceo e io vado a fare un aperitivo con la B.
Sapere che per una sera non avrò la sensazione di portare un bisonte sulle spalle in salita e dover camminare piano per non svegliarlo, mi fa entusiasmare all'idea di dover ritardare di qualche ora l'incontro con il mio amato pigiama.
 

martedì 9 aprile 2013

Sono arrivata a quel momento

che tanto ho desiderato da gennaio, quello in cui non ci sono cose da fare né nuove né arretrate, quei progetti scritti su carta di prosciutto in una lingua sconosciuta sono stati completati o declinati, non ci sono pile di foglie impolverati sparsi per l'ufficio e le pagine dell'agenda splendono di una candida luce bianca . E io non ci sono abituata e mi viene un sonno bestiale che mi fa impiegare le tre ore del mattino per scrivere un'e-mail e le tre del pomeriggio per scrivere un'altra e-mail.
Una cosa però l'ho fatta, una di quelle cose che volevo fare da tantissimo tempo. Ho esportato la mia casella e-mail personale su una piattaforma decente e selezionato, archiviato e cancellato le 7.284 e-mail di numero che giacevano abbandonate lì dalla creazione dell'account che risale a circa dieci anni fa. ci è voluta una giornata intera ma sono davvero soddisfatta, ora non mi dovrò più vergognare quando mi viene chiesto di lasciare l'indirizzo e-mail, non avrò più l'iconcina centoquarantasette e-mail da aprire nell'i-phone e tutta un'altra serie di vantaggi che contribuiscono a farmi sentire una tipa figa e al passo con i tempi. Ora posso concentare tutte le mie ansie sulla metà della cucina che non ho pulito - sono in quel periodo dell'anno in cui sento l'impellente bisogno di svuotarla, pulirla e ricomporla - e poi sul cambio stagione di vestiti e scarpe ormai, graziesignoregrazie, imminente. 
Da venerdì scorso è ufficiale, cambio macchina. e non perchè la mia abbia qualcosa che non va, ma sono riuscita come al solito ad infilarmi nella giusta situazione con estrema abilità guadagnandoci una macchina nuova e facendolo anche passare come un caritatevole atto di generosità. La macchina di mio padre è ormai vecchiotta e dotata di idroguida pressochè inesistente, con i problemi che ha alle mani fa davvero fatica a guidarla da qualche tempo ormai, così dopo "anni" di riflessioni come è consueto per ogni tipo di acquisto da parte di chi porta il mio cognome, si è finalmente deciso che io avrei lasciato a loro la mia macchina - che ai tempi hanno pagato loro - e che loro me ne avrebbero comprata una nuova. Così dopo mesi in cui io Ego abbiamo girato per concessionari alla ricerca della macchina che volevo io con le caratteristiche opportune e il prezzo che stanziava mio padre, in costante discesa di settimana in settimana..., nel giro di tre ore venerdì mattina mio padre ha firmato l'assegno senza fare una piega. La prossima volta me lo porterò dietro dal primo giro. L'auto è quella che ho sempre sognato, mi piaceva già quando presi la patente ma non era opportuna per una neopatenta che collezzionava bolli come figurine ed era comunque molto cara. adesso ne è uscito un modello nuovo quindi quella che piace a me si trova a prezzi abbordabili e abbiamo trovato un 23.000 km ad un buon prezzo, che con i km che faccio io all'anno lavorando a soli quattro da casa, mi durerà per i prossimi dieci anni esattamente come mi è durata questa. E' quell'auto che ogni volta che l'ho vista passare mi sono girata a guardarla, che ho sempre detto "un giorno ce l'avrò", quella di cui conosco i nomi dei modelli e di altre informazioni tecniche dal significato a me sconosciuto. l'unica. e ne sono contenta, è in fin dei conti un obbiettivo raggiunto anche se non per mio merito, ma adesso che la cosa è concreta mi sta iniziando a venire una gran malinconia. La mia macchina, compagna di avventure indimenticabili, primo regalo di una certa entità ricevuto nella mia vita, segno inconfutabile di libertà e indipendenza, la prima, quella che anche se non è vera va avanti a sembrarti così per parecchi anni. L'odore di nuovo che aveva e che per me significava andare, volare, con la musica a palla, verso chissà cosa o dove. Ci ho fatto davvero di tutto in quella macchina, cose che a nessuno interesserebbe sapere. E' stata un'amica prima di tutto, un'amica rosa piena di segni che la rendono inconfondibilmente mia, che si faceva sempre trovare lì ad aspettarmi. Dieci anni sono più di un terzo della mia vita, dieci anni determinanti in cui la mia vita si è capovolta e ricapovolta e ricapovolta cambiando un sacco di volte ma lei è rimasta dov'era. Si lo so, sto parlando di un aggeggio a quattro ruote su cui si poggia il chiulo, ma ho le lacrime agli occhi. Se avessi dovuto venderla non lo avrei mai fatto, mi sarei tenuta stretta stretta la mia bella auto che a livello tecnico è ancora praticamente nuova e non mi ha mai dato problema di alcun tipo, quello che mi ha spinto a cogliere la palla al balzo è stato sapere che ce la avranno i miei e non qualcun'altro e che ogni volta che vorrò potrò prenderla e andarmici a fare un giretto.
Ora ci sono tutta una serie di rotture di balle di cui mi devo occupare, sono andata in assicurazione a costatre che la polizza per quella nuova mi costerà un centinaio di euro in più, devo pagare l'ultimo bollo e poi fare la voltura a mio padre, nei giorni antecendi l'arrivo dell'altra che mi hanno detto essere più o meno tra due settimane. prima vorrei riuscire a portarla dal carrozziere in modo da darla a mio padre perfetta, così, per dire grazie per aver speso già circa ventimila euro per me dall'inzio dell'anno eh, tra macchina e apparecchio, e siamo solo ad aprile papi caro. 
Per il futuro devo ricordarmi di non fare un figlio unico pronto a succhiarmi anche l'anima.

Ego: Amore non comprare mai più il bagnoschiuma al "Fresco Pino verde".... hai presente la publicità della vigorsol? Immagina nel buco del...

Perchè usare il sapome intimo si sa, è poco virile.

giovedì 4 aprile 2013

Saragozza.

Per non dimenticare. E non è un post per il giorno della memoria  ma sono passate quasi quattro settimane e ancora non mi sono messa lì a raccogliere ricordi, foto, bigliettini e scontrini, come amo fare ogni volta che mi sposto di qualche km. Sono stati tre giorni strani, vissuti come se mi mancasse perennemente un pezzo, sensazione che ho sempre quando non ho Ego di fianco e che avevo previsto. Non è una sensazione fastidiosa, dopo un po’ di ore si attutisce e lascia spazio ad altro… al ritrovamento di un proprio IO per esempio. E inizi ad apprezzare di dover pensare solo ai tuoi denti lavati, alla roba che ti serve nella tua borsa, alla tua persona invece che a due, scoprendo che ci metti la metà del tempo ad esser pronta per uscire, che ogni problema si risolve più velocemente e che tutto, in senso fisico, pesa meno senza di lui. Poi che non mi piaccia e sia così masochista da preferire di spaccarmi una spalla portando a spasso tutto il giorno una borsa pesantissima perché ci sono il suo portafoglio, il suo i-pad mini, le sue lenti di ricambio, il suo colliro, i suoi pannolini, la pomata fissan, il peluche senza cui non dorme… è un altro discorso. Ha piovuto, come previsto, ma non quella pioggia che ti lascia fradicio come un pulcino, quella, forse peggiore, che si vede e non si vede e ti azzardi anche a non aprire l’ombrello e tutto è umidissimo, pure le tue ossa. La cittadina è carina, c’è veramente poco da vedere, perfetto per il poco tempo che avevamo a disposizione. siamo pure riuscite a farci due ore di shopping tranquille e beate. Io che di solito all’estero faccio la fame o mi riempio di roba chimica in macdonalds e burger king vari, ho mangiato benissimo. Ho scoperto un amore con lo jamon serrano che non avevo mai assaggiato, sono rimasta estasiata dalle loro patate e ho bevuto vini buonissimi. Una cosa che temevo era che la S. si aspettasse di fare vita mondana la sera, cosa che io non faccio da un pezzo e non so quanto sarei stata in grado di fare dopo giornate di sfacchinate a piedi ma ho invece scoperto con piacere che la mia amica d’infanzia è messa come me se non peggio, andrebbe a letto alle nove e non trova ci sia qualcosa di meglio che starsene su un divano in pigiama la maggior parte delle serate. La breve convivenza con lei è andata benissimo, e non ne ero così certa. Io e la S. siamo praticamente cresciute insieme, non ci sono ricordi della mia infanzia e adolescenza in cui lei non è presente ma siamo molto diverse, soprattutto abbiamo passato un periodo dopo il liceo in cui, a causa della prima separazione dovuta ad università e città diverse, siamo diventate così diverse da allontanarci davvero tanto. Da quando lei dopo la laurea è tornata qui abbiamo ricominciato a frequentarci con più assiduità ma non sapevo cosa aspettarmi dalla divisione di un letto e un bagno. L’ultima volta che siamo state in una casa insieme, quando sono andata a trovarla a casa sua nella città in cui viveva, dopo poche ero ero già in procinto di ucciderla. mi dava fastidio persino il modo in cui mi chiedeva se mi serviva ancora il bagno o poteva andarci lei. Con sorpresa ho scoperto che adesso il nostro rapporto è ancora diverso, un altra versione. è come se dopo un periodo in cui abbiamo percorso due strade diverse se pur paralllele ci fossimo ritrovate nella stessa superstrada. E chissà quante altre volte accadrà... la cosa bella è che lo sai, lo senti, che tanto prima o poi c’è una rotonda, un semaforo, qualcosa che ti fa tornare fianco a fianco. E per me che fatico a comprendere il concetto di amicizia e a volte la vedo quasi come una roba astratta, non è affatto semplice spiegare questa cosa. 



Di Saragozza ricorderò le chiese, le cattedrali, e ancora le chiese… i negozi di abiti di sposa, di abbigliamento under 12 e di arredamento per stanzette color confetto. Che per un atea che non sa se vuole figli e si chiede quando il pirla a cui stira le camice le chiederà la mano, è un po una beffa. Se questo weekend non avesse preceduto una grande sfida lavorativa che mi metteva addosso non poco ansia, sicuramente me lo sarei goduto di più. In ogni caso credo che sia da rifare, sia perché è bello stare più di due ore di seguito con chi ti ha visto piangere con le ginocchie sbucciate schiacciata da una bici nel vialetto sotto casa, chi ha condiviso la tua deflorazione nella stanza accanto, chi ha fumato con te la prima sigaretta, la prima canna e ti ha tenuto la fronte durante la tua prima sbronza post Bacardi al limone, sia perché fa bene all’anima. Non so se le altre donne sono messe come me, ma io a volte a forza di dare un pezzo di qua e un pezzo di là mi ritrovo a sentirmi un puzzle scomposto senza volto e queste sono occasioni in cui in automatico una forza da dentro si mette lì a ricomporre il puzzle e ti ricorda che prima della impiegata perfetta, della casalinga disperata, della compagna paziente, della figlia devota, della madrina, della cugina, della nipote.. c’è una persona, che esisteva anche prima di tutto il resto e probabilmente esisterà anche dopo se sarà necessario.

martedì 2 aprile 2013

Ho iniziato la giornata

seduta accanto alle colleghe, boiler compreso, al freddo e al gelo ad aspettare l'elettricista perchè nonsisaquandoeperchè siamo rimasti senza luce. Ho bevuto un caffè procacciato con una bella camminata umida nel prato che sapara la palazzina uffici dalla fabbrica, con l'occhio vitreo e la frangia da sono in ritardo - al semaforo me la sistemo, e poi li becco tutti verdi. un caffè già un po freddo con nelle orecchie discorsi su placente e acqua rotte spontanamente o dall'ostetrica (cosa???). scusate se non sono di buon umore.
C'ho Ego depresso. come si direbbe al nipote "mangia a zia", dai. Mal di stomaco da venerdì sera e scatti da ParanormalActivity durante il sonno. Tutte le promesse che gli ha fatto il suo capo si sono rivelate fandonie, non ha intenzione di dargli un euro di quelli per cui lui si è fatto il mazzo da un anno a questa parte ed essendo uno stronzo gli ha pure detto che non se li è meritati invece di ripiegare sulle solite scuse di azienda in perdita, crisi e regressione. E se io lo chiamo Ego, un motivio c'è. Dagli martellate sui maroni, fagli la ceretta alle gambe con le pinzette da sopraciglia, aprigli la specchiera sopra al lavandino mentre si lava i denti, ma non dirgli che non è stato abbastanza bravo. potrebbe morire lì, sul colpo, di crepacuore... o buttarsi volontariamente dalla prima finestra aperta. Venerdì sera per poco non faceva morire me, ha ben deciso di fermarsi in una piazzola di sosta mentre veniva a casa e sfogare la sua crisi lì, in macchina, lontano da me, senza degnarsi di rispondermi al telefono. Mi sono passati i peggio pensieri nella testa, ho vissuto la mezz'ora più spaventosa della mia vita, a pensare che mi avrebbe lasciata e se ne sarebbe andato a fare l'emerita sul K2. Ho fatto il possibile per rassicurarlo, per calmarlo, gli ho promesso che si sarebbe risolto tutto e lo avremmo vissuto insieme, che io ci sarò sempre per lui qualsiasi cosa accada. I giorni seguenti li ha passati in uno stato di scazzo perenne e quando ho provato a dirgli qualcosa mi ha mangiato viva fino alla osso, per concludere in bellezza sabato sera quando mi ha scaricato addosso tutta la sua rabbia verso il mondo, prima ero il suo capo, poi suo padre, poi la sua compagna cattiva e egoista, poi i nostri problemi , poi il conto rosso. Mi ha demolito al punto che ieri quasi non riuscivo a guardarlo in faccia, non che abbia dovuto farlo spesso dato che ha passato la giornata con gli amici senza degnarmi di uno sguardo e io sono stata costretta a stare con le "donne". ieri l'ho visto felice come non lo vedevo da molto, correre come un piciu dietro a un pallone, cantare canzoni sceme con la birra in mano. Non puo essere felice con me in questo periodo perchè io rappresento tutti i suoi problemi, il fatto che venerdì prossimo sarà il nostro anniversario e non potrà farmi un regalo, la mia faccia sempre insoddisfatta delle nostra vita e di lui. sue parole, non mie. se solo conoscesse la metà di quello che ho in testa e si rendesse conto quanto è lontano da quello che lui crede. non sono stata capace di fargli capire che la mia vita gira intorno a lui in questi quattro anni? e sopratutto che nonostante le difficoltà non vorrei che fosse diverso da così?
Io non lo so come si fa in queste situazioni. lui è sempre stato quello che stava bene e al massimo si prendeva le mie di crisi. sopportando, rassicurandomi, a volte spronandomi ad uscirne. Io sono fondamentalmente una persona egoista, se c'è qualcuno vicino a me che sta male io scappo a gambe levate per paura che il suo dolore si impossi anche di me manco fosse il demonio. sarò capace di sopportare questa situazione? quanto durerà questa situazione? e le conseguenze quali saranno? sparirà la paura che ho avuto, il dolore che ho ingoiato, le parole che ho sentito, la freddezza che non mi ha toccato? spariranno spontanemanete insieme alla sua crisi e tutto tornerà normale? non ne ho idea, non so di cosa sto parlando ed è proprio questo a spaventarmi. devo portarlo dal medico? mettergli dello xanas nel cibo di nascosto? Sono così pessima da avere anche pensato per un attimo di prendergli quel animaluccio che tanto vorrebbe e che magari così si risolvesse tutto, bam, con uno schiocco di dita. ma anche di scappare in Brasile, o di mandarci lui torna quando stai meglio caro. perchè io sono per le soluzioni veloci, non semplici o indolore poco importa, purchè sian veloci. 
E' un momento della mia vita, forse il primo, in cui mi sembra che tutti i pezzi siano al posto giusto. Il mio lavoro va alla grande e mi riempe di soddisfazioni, mio padre sta bene ed è a casa, io mi sento bene, Ego per quanto ancora ci siano buchi vari nel nostro rapporto, c'è e (credo) mi ama. Non posso pensare non potrebbe andare meglio ma sono felice perchè non è solo un potrebbe andare peggio come è stato sempre negli ultimi anni. Dovrò ignorare questo, chiudere la mia pseudofelicità in qualche angolo buio dentro e lasciare entrare la sua insoddifazione per poterlo davvero aiutare? saprò farlo? ed è giusto farlo? Come funziona questa cosa, come si puo essere una coppia, vivere la vita in simbiosi e poi a un certo punto uno dei due è felice e l'altro no. come si fa? cosa succede? vorrei davvero avere qualcuno a cui chiederlo, e l'ho chiesto a miacuginanevrotica, che per quanto nevrotica ha comunque una relazione sana con lo stesso uomo da quindici anni e il suo consiglio è stato l'opposto di quello che credo di dover fare: ignoralo, non trattarlo diversamente, non fargliene passare nessuna, non servirebbe a niente, prima o poi dovrebbe tornare alla reltà. è tuo dovere manetenere tutto intatto in modo che per lui sia chiaro che la vita va avanti che lui sia in crisi o no. Non è quello che vorrei io se fosse al suo posto, vorrei vedere almeno che lui è consapevole della situazione e si comporta prendendone atto.. credo che l'indifferenza da parte mia potrebbe solo portarlo a sentirsi più solo e a chiudersi in se stesso. Ma non lo so se sto facendo la cosa giusta o no.