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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

martedì 6 settembre 2016

Il "segreto"

lavorativo menzionato qualche post fa era il licenziamento con giusta causa, che speravo sarei riuscita a mettere in atto questo mese.
Il consulente mi aveva confermato che dalla terza mensilità arretrata mi avrebbero concesso la giusta causa con la quale si può richiedere il sussidio di disoccupazione.
Quindi ho sperato che Madame non ci pagasse nulla fino al 16 settembre... e giovedì scorso è arrivata con la busta paga di luglio, bonifico fatto.
Breve storia triste.
Il mio sogno di gloria prevedeva che in questi due anni - lasso di tempo nel quale avrei percepito il sussidio secondo la stima dei sindacati - qualcosa si sarebbe mosso, l'azienda di Ego avrebbe preso piede e avrebbe potuto aver bisogno di una "segretaria" part-time (che nel caso si sarebbe fatta un corso di contabilità espressa) e nel frattempo avrei finalmente provato a scrivere e chissà, magari anche a fare un po' di foto non più per scherzo.
Quando mi ha dato la busta l'ho presa sul ridere, perché effettivamente ora che siamo in pochi le è più facile pagare gli stipendi e non recuperando gli arretrati sta riuscendo quasi sempre a cadere ogni trenta giorni... giorno più, giorno meno.
Era prevedibile, ma speravo di avere una botta di culo.
E' stato bello sperarci, crogiolarmi nell'illusione di poter finalmente fuggire da qui portandomi dietro un po' di giustizia, immaginarmi a raccogliere le mie tre cavolate sulla scrivania e dire addio a questi luoghi umidi facendo il salutodellaregina a manina tesa.
...stiamo organizzando un viaggio di lavoro per la prima settimana di ottobre e io non me ne sono curata affatto che tanto, nella mia testa, non ci sarei più stata - dopo natale, l'anno prossimo, la prossima volta.. niente che più mi riguardasse. 
E ora devo tornare con i piedi a terra, realizzare che sono sempre inchiodata qui finché la sorte non mi regalerà altro o semplicemente io prenderò decisioni diverse.
Io mi licenzierei lo stesso, lo dichiaro onestamente, consapevole di quanto sia irrispettoso anche solo pensarlo in questo momento in cui un posto fisso è considerato fantascientifico. 
Credo che ogni storia debba aver voce, ogni esperienza non possa essere confusa con un'altra. 
Credo che chi fa le pulizie in case altrui al mattino, e al pomeriggio da ripetizioni a bambini delle elementari, possa stare meglio di chi sta nel pulito in un ufficio sentendosi da anni violentata psicologicamente, usata, presa in giro e di conseguenza denigrata e schernita.
Credo che non si possa generalizzare, credo che un conto sia accettare adesso, da zero, un nuovo lavoro sei ore al giorno/quattro giorni a settimana, con mansioni abbastanza importanti ma uno stipendio sotto i mille euro... perché i tempi sono quelli che sono e allora va bene così, ci si adatta, ma un altro conto sia essere alla fine di una discesa travestita da scalata, unta, svilente, che ti obbliga ogni giorno a fare buon viso a cattivo gioco con chi ti cerca di farti fessa da più di dieci anni, combattendo battaglie interiori indecisa se far predominare il tuo senso del dovere o la tua dignità. 
Mi licenzierei e basta, farei lavoretti che trovo, di qualsiasi tipo, tirerei la cinghia il più possibile cercando di far bastare quel poco che entra dagli affitti che percepisco e spererei ogni giorno per il meglio, senza sussidi, senza certezze, saltando nel vuoto con un paracadute di piombo che è il rispetto per me stessa. 
Lo farei, e non è detto che non lo faccia.
Non ho nessuna intenzione di andare una settimana all'estero gratis, con un rimborso spese ridicolo che percepirò forse tre mesi dopo, lasciando a casa figli pelosi e marito e ritrovandomi poi tutto il da farsi nel weekend, dovermi magari anche comprare qualche nuovo pezzo di vestiario per l'occasione...per avere in cambio niente - se non ti piace lì c'è la porta.
Il tempo di giocare a Il Diavolo veste Prada è bellechefinito.
Mi trattiene Ego, che ha paura di sentirsi addosso il peso di unico sostentamento familiare, e la consapevolezza della concreta possibilità di non trovare mai più un contratto a tempo indeterminato con conseguente timore di non riuscire ad avere un mutuo quando ci decideremo finalmente a comprare casa.
Ma tant'è, che il mio tempo qui è finito... 

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