ero stata onesta. E noto con piacere che la blogosfera non ha risentito della mia assenza, tutto è proseguito con normalità.
Ho fatto una carrellata di aggiornamenti a pochi metri dal capo, con il pugno sotto il mento e l'aria accigliata di chi sta leggendo un verbale di ventotto pagine in cirillico e guai a distrurbarlo.
per rimettermi in pari con tutto e tutti necessiterò di almeno altre tre sessioni simili.
Ogni anno, vacanza bella o meno bella, gli ultimi giorni di ferie li vivo in un contraddittorio di prematura malinconia e infantile emozione per il rientro. una roba da primo giorno di scuola, sentimento che, si sà, è imperterrito anche se hai ripetuto parecchi anni e ti accingi a far la quinta liceo per la terza volta.
Come se in tre settimane di pausa tutto potesse cambiare, il collegame da abbronzato fosse meno stronzo, le alzatacce meno traumatiche, il forzato multitastaking quotidiano più simpatico.
E poi, il primo giorno di scuola, dopo mezz'ora d'ufficio quella sensazione di combattere contro i mulini a vento è la stessa di luglio.
esci a pranzo, corri al supermercato e quando arrivi a casa devi fare lo slalon tra le valige a prender aria sul pianerottolo per entrarci con le borse e due casse d'acqua e quando ci riesci ritrovi le montagnette di roba a terra in coda per lavatrice che hai creato il giorno prima in base a criteri che al momento non ricordi, l'asse da stiro in mezzo al salotto perchè la montagna di panni da stirare nel rispostiglio non permette più di metterlo al suo posto, fai la pipì a gomiti stretti perchè i tuoi diciassette beauty sono lì sul davanzale ancora da svuotare e la vedi... la maschera di Ego che sgocciola nella doccia e odora ancora di mare. e allora lì si che rimpiangi una spiaggia sarda a caso dove leggevi il tuo libro in pace con i piedi nell'acqua - e fanculo alla scuola.
esci a pranzo, corri al supermercato e quando arrivi a casa devi fare lo slalon tra le valige a prender aria sul pianerottolo per entrarci con le borse e due casse d'acqua e quando ci riesci ritrovi le montagnette di roba a terra in coda per lavatrice che hai creato il giorno prima in base a criteri che al momento non ricordi, l'asse da stiro in mezzo al salotto perchè la montagna di panni da stirare nel rispostiglio non permette più di metterlo al suo posto, fai la pipì a gomiti stretti perchè i tuoi diciassette beauty sono lì sul davanzale ancora da svuotare e la vedi... la maschera di Ego che sgocciola nella doccia e odora ancora di mare. e allora lì si che rimpiangi una spiaggia sarda a caso dove leggevi il tuo libro in pace con i piedi nell'acqua - e fanculo alla scuola.
I propositi Micol. ci sono i propositi di settembre, che a quelli di capodanno e dei dieci minuti dopo le pulizie gli fanno una pippa.
I propositi Micol. Tieni ben saldi i propositi.
I propositi Micol. Tieni ben saldi i propositi.
quindi bentornata a scuola ;-)
RispondiEliminaa parte questo... mi piace molto l'illusione sul collegame abbronzato: qui dà ancora più sui nervi, abbronzato o pallidino.
a presto ^_^
Beh, rifare la quinta liceo non sarebbe male... con tutto quel che ho scordato...
RispondiEliminaUn sorriso per la fine di agosto.
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