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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

lunedì 14 settembre 2015

Il lunedì

non è una festa già di suo, da un po' di tempo almeno, ma oggi è Il Lunedì dei Lunedì.
Meno tre giorni alla partenza - che se si trattasse di una vacanza ne conterei due, toglierei già oggi - e la repulsione si fa sentire potente. Mi sento come se mi si stesse facendo una violenza, come se qualcuno mi stesse prendendo di forza con mani ossute dal mio letto caldo per buttarmi nella cella frigorifera di un camion diretto lontano. sono arrivata a pensare che mi potrebbe venire l'appendicite, non potrei partire se mi dovessero operare. e se un minimo mi conoscete sapete che me la faccio sotto per fare un prelievo di sangue e capite la gravità della questione.
Tra oggi e domani debbo fare un po' di spesa di cibarie non impegnative da lasciare a Ego, di medicinali da portarmi dietro perchè qualcosa mi dice che i dolori psicosomatici non mancheranno, di pappe per i pelosi. devo passare in banca, in posta, a farmi scorta di tabacco. devo fare la valigia. anzi, devo ancora farla resuscitare dal garage, darle una spolverata e metterla in casa. Di norma sarebbe sul pavimento della camera da letto da almeno una settimana. non ci riesco, il solo pensiero mi provoca la nausea.
Non so se sono mai stata grigia come oggi, perchè non sono totalmente triste e neanche totalmente incazzata, sono grigia.
burbera, ombrosa, non riesco neanche ad annegare nel solito sarcasmo.
La delusione di una carriera che non è mai esistita, la precarietà economica e la mancanza di soddisfazioni mi stanno consumando.
Stamattina sceglievo i vestiti da indossare con l'orecchio teso dalla finestra della camera dove tutti gli anni il primo giorno di scuola posso sentire nitidamente la voce del preside che fa il solito discorso inaugurale ai ragazzi delle scuole medie e poi inizia a chiamarli uno per uno per classe.
Ogni anno la cosa mi fa sorridere perchè torno con la mente al mio di giorno, le dita incrociate perchè chiamassero me e la S. nella stassa classe, e perchè non ci fosse MG con noi.
la S. c'era, e la MG no, e chissà come sarebbe stata la mia vita se fosse stato diverso da così. 
Ma quest'anno è stato diverso, per la prima volta non ho pensato a tutto questo perchè quest'anno è diverso, quest'anno in mezzo a quella folla di ragazzini spauriti con le dita incrociate per l'amica del cuore c'è LaGrande, mia nipote, che un amica del cuore neanche ce l'ha. la mia bambina, che ho amato da quando era solo una pancia sotto una maglia tamarra, che inizia la scuola media, che si avvicina pericolosamente al mondo degli adulti, che non basterà più un gioco cretino a ridarle il sorriso.
E subito dopo ho pensato a me adesso e alla me laggiù, a come pensavo che sarei stata oggi. 
A quell'età lì ero ancora convinta che la danza sarebbe stata la mia strada, scrivevo già come un ossessa eppure non pensavo di scrivere... pensavo di ballare, pensavo che a trent'anni sarei stata insegnante di danza, era il massimo che la mia mente di unidici anni potesse sognare. prima ballerina di una compagnia è venuto dopo, étoile, è venuto dopo. 
Ma sopratutto a quell'età lì pensavo che un bel giorno mi sarei risolta. mi sarei capita, mi sarei voluta bene e mi sarei tenuta a bada. pensavo che non mi sarei più alzata la mattina con un senso di disordine addosso, che non sarei più stata tutto il giorno a cercare di sbrogliare matasse per poi andarmene a dormire con la matassa sempre lì, sul petto.
D'altronde, come si potrebbe dire la verità a questi ragazzini con questi zaini  pesanti sulle spalle e pensieri così leggeri in testa? Come avrei potuto passare tre bellissimi anni sapendo che a trent'anni sarei stata così grigia e ombrosa? che avrei passato nottate con un bicchiere di gin in mano a rivedere per la terza volta la stessa puntata di grey's anatomy sperando mica nel ritrovamento del sacro graal, nella pace nel mondo, nella cura del cancro, ma semplicemente nell'arrivo di un cazzo di briciolo di sonno?
che quelle robe lì, quelle paure, quel senso di inettitudine, di dolore dietro lo stomaco, non sarebbe mai passato?
O forse sarebbe stato più semplice invece. forse se non vivessimo un'infanzia e un'adoloscenza così pieni di aspettative, forse se sapessimo che la vita è tutta così, che aumentano le candeline e le responsabilità ma quel giorno in cui ti senti apposto non arriverà mai, forse saremmo tutti adulti più felici. 
forse risolversi non è altro che accettare che la vita è ora e noi siamo quelli che siamo.
Forse dovrei smetterla di bere la notte per dormire che anche se poi dormo, tre ore non bastano a far sparire la sbronza e magari non me ne rendo conto ma la mattina sono sobria fuori e urbiaca dentro ed ecco perchè mi escono certi pipponi melodrammatici.

vai in Germania Micol, mica al patibolo.

4 commenti:

  1. no va beh ma non la puoi vivere così!
    ti sta veramente ammorbando le giornate, avvelenandoti il sangue mica da ridere

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  2. E' ora di prendere qualche decisone che, almeno quando non sei a lavoro ti faccia stare bene, se non puoi fare molto con il lavoro...Che ti dco!??!Buon lavoro!??! Cerca di stare bene!?!?!?
    Ti mando un abbraccio e lo mando anche all'etoile!!!

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  3. Comunque non è che anche le scuole medie fossero una passeggiata, ai tempi! !! Almeno per me sono state pesanti e abbastanza odiose. ...cmq Buon viaggio, appena posso mi rimetto in pari!

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