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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

giovedì 10 settembre 2015

Ripreso

un ritmo sonno/veglia dignitoso e una conseguente routine post lavoro, mi sto facendo risucchiare da vortici vari ed eventuali e va bene così, vuol dire che sono nel pieno delle mie facoltà.
Fino a ieri ero ostaggio della questione fiera, da oggi respiro e mi sono regalata una mattinata di full immersion nelle nuove collezioni sposa 2016. E' strano il rapporto che ho con i siti di abiti da sposa... deve esssere il giorno giusto e devo vederne solo un tot, se mi sforzo mi innervosisco, ucciderei tutte queste modelle magre dall'occhio liquido e il labbro spesso truccato nude e distruggerei a sprangate quei pianoforti e quelle confezioni di fiori sullo sfondo, tutte bianche, tutte uguali. Non l'avrei mai detto, credevo che la ricerca dell'abito da sposa sarebbe stata uno degli aspetti più divertenti.... ma approfondiremo l'argomento non appena riuscirò a scrivere un aggiornamento a tema wedding.
La fiera, dicevamo. ebbene sì, è di nuovo ora, per la terza volta. Ricordo perfettamente cosa scrivevo l'anno scorso di questi tempi: che a differenza dell'anno prima non me ne fregava una mazza e volevo solo che passasse in fretta... ecco quest'anno non saprei definire i miei sentimenti senza usare parolacce. non solo non me frega una mazza e voglio che passi in fretta, mi viene anche da ridere, mi disgusta e spero pure che vada male, malissimo, che sia una figura di merda dietro l'altra, un umiliazione. non per me naturalmente, per l'azienda, per il capo. della me in fiera non mi importa una cippa, tant'è che a una settimana dalla partenza non ho ancora deciso cosa mi metterò, inutile specificare che questa volta non mi sono comprata assolutamente niente. mi sono soltanto prenotata una taglio frangia e piega per il giorno prima, perchè pure fosse una misfatta, il capello apposto ci vuole sempre. metterò quello che ho, in caso riutilizzerò pure un outfit già sfoggiato l'anno scorso o quello prima, e sarò rigorosamente in pantalone e scarpa bassa, per mettergli un ulteriore dito in culo al capo che ci vorrebbe sempre con tubino e taccazzo e certe cose le vive come veri affronti alla sua persona.
Lo so che purtroppo sicuramente una misfatta non sarà, sarà la solita pagliacciata che aimè ci riesce bene, abbastanza da far credere a clienti e fornitori da ogni parte del mondo di essere una società degna di rispetto quando in realtà siamo senza telefoni aziendali perchè non paghiamo la bolletta... per fare un esempio tra i tanti.
Da quando ho visto la cifra a tre numeri del nuovo stipendio per il nuovo orario, non c'è più stata una sola cellula del mio corpo a cui è fregato qualcosa. Ho preparato tutto per la fiera sforzandomi di rimanere concentrata ma con evidenti difficoltà e un atteggiamento easy che lavorativamente non mi è mai appartenuto, perchè poi, a doverla dire proprio tutta, pure della mia figura professionale in questo ambiente me ne potrei fregare bellamente... non c'è alcuna possibilità che io rimanga nel settore e non ne ho alcuna intenzione.
Se penso al primo anno, a quanta ansia ed emozione ho provato nei giorni prima della partenza, e nei mesi prima di preparativi folli, vorrei dare un calcio nel culo a quella cretina che sono stata, ma poi anche farle una carezza. Ci ho provato, incapace di vedere la realtà che mi ballava luminosa davanti agli occhi, a credere di poter fare la differenza con le mie idee del cazzo e sopratutto a credere che per me sarebbe stato diverso, che i miei sforzi sarebbero stati ripagati. Ed è pensando alla me del 2013 che ce l'ha messa tutta, ammaccata com'ero per gli eventi di quei mesi della mia vita personale tra l'altro, ma anche alla me dell'anno scorso che nonostante le mazzate ricevute nell'anno a testa bassa procedeva pur vedendo il tracollo all'orizzonte, che in mezzo alla rabbia trovo anche spazio per il dispiacere.
Perchè ci sarebbero anche tante cose belle, ci sono tante cose belle, sporcate dal contorno. ricordi, esperienze, professionali ma anche personali, che mi porterò dietro quando passerò surgelati sul lettore di barcode in cassa alla Coop. il mio cliente musulmano che smette di parlare all'improvviso, non mi guarda più negli occhi e mi dice che non puo parlare con me se son così, e cosa significhi così io lo capisco solo dopo qualche secondo... che mi sono tolta la giacca perchè con i faretti alogeni dello stand ci sono 48 gradi e mi sto sciogliendo, e allora mi rimetto la giacca e resisto fino alla fine e quando finalmente se ne va sono da buttare, ho il trucco fino sotto il collo e la giacca bagnata. 
i personaggi con cui ho parlato per anni via mail, arrivando a scambiarci foto dei rispettivi fidanzati/mariti/mogli/figli/cani/gatti, che finalmente hanno preso un volto e una voce e i cinesi un inchino e un sorriso imabrazzato, e gli spagnoli un abbraccio stretto come tra vecchi amici.
Noi quattro, un gruppo assurdo, mal assortito, io, il capo, la Managerdistacip, e il buonanima del Managerdistacip, che dieci anni fa chi ci avrebbe creduto, sdraiati tutto sullo stesso letto a fissare il soffito, distrutti in attesa della chiamata per il taxi, così vicini da sentire il respiro dell'altro dopo anni a darsi del lei.
Conoscere il presidente di aziende leader nel nostro settore e presentarmi in francese mentre me la faccio sotto e lui che mi sorride francese sia.
E la vietnamita carinissima con dei baffi così lunghi e così spessi da non poter non essere fissati e i colpi di tosse per soffocare le risate che avrà pensato che fossimo un gruppo di appestati.
Sarebbe potuto essere tutto molto bello.
 

2 commenti:

  1. Mi piace una cosa di te.
    Non ti lascia mai sopraffare dalle emozioni del periodo. Riesci sempre a ragionarci su, su tutto.
    Ti fa schifo la tua azienda, ma delle piccolissime cose positive sei riuscita pure a scovarle, anche se lontane e forse insignificanti...
    Sei proprio una bella persona...

    Per quanto riguarda l'abito, poi tienici aggiornate. Io mi sono bloccata su tutto...
    Che palle...

    Maira

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  2. Sai che ogni tanto sento nostalgia anche io dei primi tempi in cui è iniziata questa avventura!?!?!?
    I viaggi col camion di un'altra ditta per risparmiare, le pezze arrotolate nel we per avere tutto l'aiuto possibile aggratis...ora i problemi sono altri, e questi sono i ricordi che mi tengo stretta per non mollare!!

    Che fiera è?
    La piega fa sempre bene!!

    Per l'abito...Non guardare le riviste o i siti, devi solo andare e provarli!!
    Bacione!

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Io sono per l'insulto libero quindi, dai, che è gratis.. e non c'è neanche il codice captcha!