Informazioni personali

La mia foto
Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

giovedì 1 settembre 2016

L'insegnante

del corso di fotografia mi ha appena scritto in una mail che tra pochi giorni uscirà il calendario dei nuovi corsi e io sento uno sfarfallio allo stomaco che manco quando siamo andati in gita all'aereoporto di Caselle con la scuola materna.
Il viaggio negli Usa è stato propedeutico ad un sacco di cose, una di queste è sicuramente l'acquisizione della consapevolezza di quanto la fotografia sia roba mia. Metto la reflex al collo, getto l'occhio nell'obbiettivo, e tutto quello che ne rimane fuori perde importanza e realtà, non fa più male.
Non credo proprio che potrà mai derivarne un lavoro ma non mi importa, la passione basta, ed è questo pensiero che mi fa capire che sono sulla strada giusta... così come quando ballavo sapevo che non sarei mai diventata una Carla Fracci ma non mi importava affatto, la danza di per sé bastava come nutrimento per corpo e anima fine a se stesso.
E averlo scoperto proprio quest'anno - vi ricorderete che non volevo iscrivermi perché non mi sembrava l'anno giusto, mi ha praticamente obbligato Ego - mi sembra quasi un dono... come se la passione avesse cercato me, deciso di venirmi a dare un asso nella manica in un momento in cui avevo davvero bisogno di un salvagente.

Pensieri profondi che mal si adattano alla mia faccia di oggi.. quarto giorno lavorativo e prima sveglia ritardata, ho bollato puntuale per il rotto della cuffia ma non mi sono pettinata - questo carré lungo con onde e frangia sbarazzina lo permette abbastanza - e mi sono truccata al vetro specchiato della macchinetta del caffè mentre la stessa me ne partoriva uno, sotto l'occhio divertivo del povero collega maschio che mi ha anche detto che non c'è molta differenza se mi trucco... senza pensare, da buon penedotato, che potrebbe anche non essere esattamente un complimento.
Sono andata a dormire alla stessa ora delle altre sere ma devo aver dormito male a causa della incazzatura che mi sono portata a letto.
Gnoccata della nonnadeficiente a casa di miacuginadeficiente, che adesso che la nonna non ce la fa più significa che la nonna da gli ordine e chi c'è li esegue. 
Come spesso accade quando non frequento il parentamedeficiente per un po', è come se mi dimenticassi chi sono e cosa fanno - razionalmente lo ricordo ma prevale un senso viscerale, una consuetudine inculcatami da bambina che mi spinge a pensar bene e quasi avere piacere di vederli e fare qualcosa con questa gentaccia. Questo per giustificare che ero dispiaciuta di non poter partecipare alla produzione degli gnocchi e riuscire ad arrivare solo per mangiarli... dispiacere svanito in un pochi minuti appena entrata in casa. 
Agitazione palpabile che persino le Barbie di mia nipote LaPiccola stipate tutte nude con solo le scarpe sul letto rigido della loro casa rosa, parevano avere occhi fuori dalle orbite più del solito, come se anche loro fossero esauste dopo un pomeriggio passato tra le urla di bambini, sudando a fare gnocchi sula terrazza con mia nonna che gli ulrava cose nelle orecchie e mia madre che le ulrava di non urlare.
Miacuginadeficiente sembrava avere la febbre, occhio vitreo, pallidissima, non rispondeva alle domande come in uno stato di trance.. preparazione della cena descritta in modo esaustivo dai dodici anni di mia nipote LaGrande "un inferno". Dopo i canonici dieci minuti di caos folle - ma cosa fai, quella pentola è troppo piccola! ma questa pentola è gigante, l'acqua non bollirà mai! si attaccano così, siete delle incapaci. mamma, ma a che ora inizia Dora? sono troppo dolci, qualcuno sali il ragù. mettete i bambini a tavola. Madrina ma secondo te è più bello Rovazzi o Fedez? mezzo kg di arrosto è troppo, sprecate la roba. tu stai zitta che non sai nemmeno come si fa un arrosto, vatti a sedere! Mettete Dora a quella bambina prima che la uccida - si è mangiato e chiaccherato dei soliti argomenti, sopratutto degli assenti. 
Dopo il dolce e il caffè miamadredeficiente, miaziafacciadimerda e mianonnadeficiente hanno dato inizio a un teatrino in salotto, noi altri fuori in terrazza, io seduta a terra con La Piccola impegnate nel fare trecce a Elsa di Frozen e compagnia bella.
Tre pincher spelacchiati che si urlavano addosso con la ferocia di pitbull esagerando al punto di sembrare caricature di loro stesse... urla, morsi, denti scoperti, ringhia feroci. Le guardavo e vedevo tre pincher vecchietti con vuoti di pelo qua e là, che con la bocca aperta diventavano giganti pitbull colanti di bava e appena chiusa tornavano ed essere dei piccoli cagnolini con zampe così corte e deboli che parevano potersi spezzare. La pantomima è andata avanti un ora d'orologio, inutili i tentavi di chi entrava a prendere un bicchiere d'acqua o pisciare di dirgli che non era la sede e che c'erano dei bambini che ascoltavano. La fine sembrava essere arrivata quando miaziafacciadimerda se n'è andata portandosi via sua madre ma, dopo dieci minuti è suonato il campanello. Subito ho pensato che non fosse possibile, questa gente ha sessant'anni dai, avrà dimenticato qualcosa... poi ho lanciato la bambina che mi si era addormentata addosso e sono andata a vedere e, ahimè, davvero c'era il pincher vecchio che abbiava di nuovo senza essere entrato nemmeno in casa, sull'uscio, in mezzo al pianerottolo di un palazzo da venti condomini, e il pincher piccolo, mia madre, che rispondeva mugulando e zampettando da dentro. Sono intervenuta in difesa di mia madre ma sopratutto in ripresa della scena vergognosa in atto e il risultato è stato quello sperato, il pincher vecchio ha salutato con un vaffanculo caloroso e se n'è andata ma soltanto perché il fatto che io parli è qualcosa di così raro da portare sgomento e di norma silenzio nel parentado - ne è immune però la mia genitrice, che una volta chiusa la porta ha riaperto le danze con noi. 
Il problema è qualcosa che ha a che fare con l'assistenza a mia nonna, egoista bugiarda e viziata che vorrebbe che i figli non avessero una vita loro e corressero al suo capezzale ogni volta che schiocca le dita, ma non mi importa una mazza della lite in sé, di chi ha ragione e chi ha torto. Mia madre mi ha fatto pena per il solo fatto che sua sorella possiede una dialettica che le permette di rivoltarla come un calzino anche se ha torto mentre mia madre no e, anzi, quando è agitata per lo più balbetta. Non riuscivo però a darle ragione per più di tre minuti consecutivi così li alternavo con altrettanti nei quali le ricordavo che anche lei è una bugiarda e io lo so bene, che fa la vittima da tempi immemori, che ha un età cognitiva pare ai compagni di classe di mia nipote. Per la prima volta è intervenuto anche Ego nella conversazione, un evento unico.
Appena mi sono resa conto del male che mi stavo facendo sono fuggita, ho salutato tutti e me ne sono andata a casa mia non mancando di sottolineare che ogni volta che li vedo mi ricordo perché non li vedo con conseguente teatrale mal recitato dispiacimento dei proprietari di casa, abituati e quasi divertiti da queste scenette.
Oggi, senza la cena sullo stomaco, la rabbia gonfia e una bambina di cinque anni che mi ripete in loop nell'orecchio destro lascia stare i grandi, vieni a giocare con me ho un vuoto dentro che non sentivo da parecchio. E decido che mai e poi mai mi farò ancora fregare da me stessa prendendo parte a questi loro assurdi momenti di aggregazione. Perché la cosa che più mi lascia vuota è proprio questa, è il fatto che i pincher poi soffrano come cani, appunto. Organizzano queste stronzate per stare tutti insieme, per far felice la nonna poi tutti insieme si scannano, la nonna se la mangiano, si dicono cose orribili, vomitano le cene preparate con cura mai arrivate a digestione, non dormono tutta la notte, soffrono per giorni, meditano vendette infami. poi per magia dimenticano, si uniscono per festeggiare un nuovo nemico e ricominciano tutto da capo, in un loop infinito di dolore e fasulle gioie brevissime. E a me questa cosa corrode, inacidizza l'animo, e anche il colon si direbbe. 
Per cui basta. Natale al massimo, con la pasqua avevo già chiuso. chissenefrega della mia nuova cugina, di questa nuova bambina di tre mesi col quale non instaurerò un rapporto, che mi vedrà come una cugina grande e lontana sfuggente e un po' stronza. 
E se avrò dei figli sopratutto, non permetterò mai che anche loro conoscano il vuoto, che si riescano ad immaginare così bene il dolore di ognuna di queste donne da sole nel suo letto quando i cani hanno smesso di abbaiare e arrivano a morderti per davvero, a mangiarti da dentro. 

10 commenti:

  1. Mamma mia... Ti direi anch'io di lasciar perdere tutti, ma so che non è facile, che poi succede come quando si partorisce, si dimentica praticamente il dolore... e si ricomincia da capo...
    Comunque l'etichetta "parentado show" non è mai stata più azzeccata :)
    Riprenditi cara.
    Baci!

    Maira

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  2. Oh mamma mia...come va oggi?dai che ti aspetta il we!!
    Anche a me la danza quando l'ho scoperta alla tenera età di 25 anni faceva lo stesso effetto e io ballo come balla Maria De Filippi fai te!!!

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    1. Mi hai fatto ridere Manu!! Io ho iniziato a 4 anni.. ma ho capito tardi che avrebbe potuto essere il mio lavoro.. E' andata così!
      Il giorno dopo stavo giù meglio, son cose a cui purtroppo ci si abitua!! Un abbraccio e grazie!

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  3. Servirebbe una parola sola per descrivere il mio pensiero attuale ma so bene non esistere ed esprimerlo per esteso o riassunto richiederebbe troppo tempo.
    Questo genere di famiglie con le cene e le riunioni di famiglia andavano di moda 20-30 anni fa, con la differenza che o ci si voleva bene e si era felici di stare asssieme, o non ci si sopportava e si facevano queste cene solo per dire "abbiamo fatto la cena con i parenti."
    Insomma, sono una facciata. Oggi come oggi la facciata è difficile da mantenere, perché sono pochi quelli che conoscono realmente l'autocontrollo e si finisce per scannarsi a tavola. Scene viste, riviste, trite e ritrite. Mai in famiglia mia, per fortuna, ma spesso in altre famiglie in cui ho avuto l'onore di essere invitato.

    Tieni duro e, a costo di sembrare insensibile, forse è meglio se davvero fingi un malore alla prossima cena ed eviti di doverla subire.

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    1. Non devo neanche più fingere Apprendista, glielo'ho detto più volte dritto per dritto che mi sono nocivi. E' solo che appunto, se mi chiamassero oggi per domani non avrei alcun dubbio.. ma tra sei mesi, come ogni volta, potrei ricascarci. strani meccanismi mentali.

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  4. Mi dispiace per il ritorno a questi parenti velenosi e intossicanti. Però sei sposata, hai il corso di fotografia che inizia, e insomma, tu ce la fai benissimo anche senza di loro, anzi molto meglio.

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