Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

giovedì 3 ottobre 2013

Mio padre

si è ammalato a quattordici anni. Un giorno si è svegliato con i piedi gonfi come zampogne, pochi giorni prima dell'esame di terza media. Nefrite cronica. Ha iniziato a fare terapia di emodialisi pochi anni dopo, dopo svariate crociate dai medici più lontani e costosi e l'intervento di un santone compreso. Quando ha conosciuto mia madre non le ha detto nulla per tre mesi. Un giorno si e uno no lui non poteva esserci e si inventava le scuse più disparate. andava a prenderla con la macchina di mio nonno, qualcosa tipo una bmw, una macchina bella per fare bella figura, e lei, diciassette anni, si toglieva le scarpe e gli metteva i piedi sul cruscotto. Dopo pochissimo tempo mia madre ha deciso che si sarebbe impegnata per la vita con quest'uomo non solo sposandolo ma facendogli lei le terapie di emodialisi a casa, sostituendo mia nonna. Così una stanza della casa di mia nonna, da cui si accede direttamente dalla casa dei miei, è diventata la loro stanza. con la sua poltrona di pelle rossa, il televisore, lo scaldino e la bilancia. In questa stanza forse hanno passato più tempo nei loro 35 anni insieme che in qualsiasi altro luogo. Nell'84 ha avuto il primo trapianto di rene, durato sei mesi. Nel 93 il secondo, durato sette anni. Il sette era il suo numero, anche il mio. Il giorno in cui è morto dopo aver salutato noi al termine della nostra solita colazione e passeggiata del sabato, è andato con mia madre a far la spesa e mi ha mandato la foto dello scontrino € 77,77. Nei suoi 54 anni di vita ha subito due trapianti di rene e un estrazione, due interventi al colon, due al cuore, due cataratte agli occhi, l' amputazione di due dita, interventi vari per inserimento di catateri e chissà cos'altro, esami invasivi come se piovesse, eliminazioni di nei, ernie e altra roba, e ogni quarant'otto ore si ficcava - da solo - due aghi nello stesso braccio. E ha sempre avuto una voglia di vivere pazzesca. Quando le persone gli riconoscono questa cosa io mi incazzo come una iena, mio padre non era solo un uomo tanto malato ma sempre allegro. mio padre era molto, molto di più. Però lo so, dentro di me, che è così. Era un uomo meraviglioso e non ho la certezza che lo sarebbe stato anche se avesse avuto la salute. Avrebbe avuto tutti i motivi per essere un burbero antipatico, per starsene chiuso in casa, per essere depresso, per non lavorare. E invece tutti i giorni, con il male alle articolazioni che da anni si portava dietro, dopo l'ennesima notte insonne passata a massaggirasi le mani doloranti per le calcificazioni ai nervi che portano trent'anni di emodialisi, lui andava al bar a mangiarsi il suo cornetto con il suo cappuccino bollente come piaceva a lui, chiaccherava con tutti quelli che trovava per strada, teneva banchetto e si faceva grandi risate, e poi se ne andava in ufficio a farsi maltrattare da quei figli di puttana di suo fratello e suo padre e faceva il suo lavoro. Mio padre era una persona meravigliosa perchè affrontava ogni cosa con un ironia fuori dal comune, un pizzico di follia e di cinismo... che poi è l'unica cosa che ho ereditato da lui ma la esprimo solo scrivendo qui e nella mia testa. Lui a differenza mia era una persona buona, che aiutava chiunque incrociasse per la sua strada, che non portava rancore mai e aveva sempre un sorriso per tutti. Ha fatto parte di associazioni di ogni tipo nel nostro paese, ecologia, donazione organi, beneficenza, ha dato una mano per diversi progetti comunali. In paese era conosciuto da tutti, andare in giro con lui significava fermarsi ogni tre metri a salutare persone per strada, negozianti, vecchiette.Ci sono tante, tantissime, persone che gli vogliono bene. tante anche che non lo hanno conosciuto direttamente ma che ne ricordano la gentilezza, la simpatia, incontrandolo di tanto in tanto in paese o in ospedale. infermieri, dottori, "colleghi "dializzati. Era una cosa che sapevo ma di cui non mi sono resa bene conto fino ad adesso. Era un Padre con la P maiuscola, un marito affettuoso, un amico fidato, un vicino gentile, un figlio educato.

Sabato sera ci sarà un evento benefico in onore di mio padre. Non avrei mai creduto possibile una cosa del genere, una roba da film, che nella vita reale, la mia sopratutto, non succede. Tutto sembra pre-scritto da una mano più in alto, ma proprio tutto, e lo argomenterò meglio quando avrò il coraggio tempo di mettere nero su bianco tutti i ricordi di cui l'omino del cervello ha preso nota. ma in questo caso mi rendo conto di come mio padre negli ultimi anni sia riuscito a portare me, anima notoriamente asociale, misantropa e ombrosa, nel suo mondo il più possibile. Negli ultimi tre anni la gente del paese mi ha visto con lui tutti i sabati mattina, prima a fare colazione al bar punto di ritrovo paesano, poi in giro a passeggiare, con il sole, con la nebbia, con la pioggia. E ho conosciuto, salutato, persone che prima ignoravo, negozianti, passanti, intere famiglie. ovviamente con Ego a fianco, e questo ha reso possibile la collaborazione che vedrà i suoi frutti sabato. L'idea è stata del marito di mia cuginadeficente che solo per questa volta non chiamerò l'Ignorante (lui e mio padre avevano un bellissimo rapporto, mio padre è stato l'unico a non rimepirlo di insulti quando ha tradito sua nipote) e Ego. Loro hanno parlato con il comune e poi è arrivato l'appoggio del club di vespisti di cui mio padre faceva parte, la proloco del paese, due gruppi con cui mio padre ha suonato e il gruppo di mioziofacciadimerda. Il programma della giornata sarà un raduno di vespe e auto d'epoca al pomeriggio, la cena al tendone in piazza la sera e i concerti. Il ricavato della serata sarà devoluto a un associazione (di cui non faccio nome perchè in questi giorni sarebbe troppo riconducibile a me ma che in futuro sponsorizzerò anche qui) fondata dalla moglie di un dializzato scomparso da qualche anno che aiuta i dializzati. Subito quando ci è stata proposta questa cosa, forse soltanto due giorni dopo la morte di mio padre, io e mia madre siamo rabbrividite di fronte all'idea di un memoriale, ora invece sono contentissima e ringrazio Ego di avermi spinto ad accettare perchè non sarà un secondo funerale come temevo, ma una giornata serena nella quale le persone che gli volevano bene faranno le cose che lui amava di più ricordandolo, o almeno questo è quello che spero. Non è per me metabolicamente possibile che mio padre non lasci traccia del suo passaggio, un passaggio ovviamente per me importantissimo ma anche oggettivamente per altre persone in diversi sensi. So che non sarà una giornata che raccoglie persone in una piazza a rendergli giustizia ma è sicuramente un buon passo, spero per esempio che con il ricavato potremo comprare qualcosa di utile a chi fa la vita che ha fatto lui, in particolare c'è una cosa che lui si lamentava sempre che non venisse data in dotazione dagli ospedali.

Io e Ego porteremo la tua vespa. la tratteremo bene, promesso. Ciao Papà!

5 commenti:

  1. Da come lo descrivi sembra un uomo fantastico e sono sicura che lo era veramente. Sei stata fortunata ad averlo come padre e lui è stato fortunato ad avere te come figlia, questo memoriale ve lo meritate :) ti abbraccio forte!

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  2. Micol, non riesco a fermare le lacrime. Sento di dirti che ti voglio bene anche se non ci siamo mai conosciute e che avrei voluto anche io conoscere tuo padre. E grazie a te lo sto conoscendo.

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  3. Micol... e come l'hai reso vivo con le tue parole... ce ne vuole a farmi venire le lacrime agli occhi quando leggo... ma ci sei riuscita...

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  4. Tuo padre vive nelle tue emozioni, nei tuoi sorrisi, nelle tue parole splendide. Non ti mando un abbraccio, ma 7 :)

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  5. Grazie per aver condiviso con noi questo splendido ricordo; fa veramente riflettere un sacco.
    Ti stringo in un grande abbraccio, cara Micol, e penserò spesso al ricordo di questa persona, delle sue battaglie e della sua voglia di vivere:**

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