Informazioni personali

La mia foto
Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

martedì 26 maggio 2015

Ore 9.27,

in ufficio da venti minuti scarsi, alzata in ritardo ore 8.15 circa.
Palpitazioni, sensazione di non mangiare da settantadue ore, caldo. iniziamo alla grande.
E' una questione fisica perchè in realtà sono abbastanza tranquilla, a parte quei settecentoventidue pensieri che mi attanagliano la psiche.
Vorrei raccontare del weekend passato in giro per location alla ricerca di quella perfetto per il nostro big day ma non ce la faccio, ho l'ippotalamo e tutti i suoi amici troppo concentrati su altro.
Giovedì scorso la figlia puzzona e momentaneamente panzona dei capi ha sfornato una nenonata di quattro kg con cinque menti. Umanamente tantebellecose ma mi ha emozionato forse di più la nascita dei gemelli della panettiera di paese con cui a malapena scambio riverenti ciao quando la incontro. ce le ha sfondate i nove lunghi mesi di gravidanza camminando reggendosi la schiena quando ancora la pancia nemmeno si vedeva, anzi anche prima, dal matrimonio al concepimento, del quale aimè siamo tutti stati un po' partecipi, quando dopo soli due mesi di tentativi si diceva depressa di non riuscire a rimanere incinta. e io le ho augurato di non riuscirci davvero perchè sono cattiva e penso che la gente come lei solo conoscendo il dolore vero possa davvero in qualche modo migliorare. Comunque, giovedì ha partorito, pare indolore, con epidurale e pochi punti, senza complicazioni, e dopo due ore dal parto si faceva portare la lingua in salsa dal cameriere del suo ristorante preferito della città. perchè certa gente nasce con la camicia, c'è poco da fare. Ecco, il mio capo, un uomo di anni 65, alto un metro e novanta, in forze, in salute, che ha scampato un infarto l'anno scorso e nella vita non si è mai fatto mancare nulla sputando ogni giorno sulla povertà a colpi di american express gold, è diventato nonno. Uno dei momenti più emozionanti della vita di un uomo, una di quelle cose per cui si ringrazia, vedere tua figlia sposata che ti da un nipote, che sta bene, avere moglie, due figlie, un padre ultranovantenne ancora vivo che ti chiama per farti gli auguri all'onomastico. E invece no. invece lui è una belva, un cane rabbioso. perchè domenica sua figlia veniva dimessa con la bambina quindi lui non ha potuto partire venerdì dopo pranzo come tutte le settimane e andarasene in baVca, e alla fine si è rotto i maroni, ha aspettato che la figlia venisse a casa, l'ha salutata e dopo pranzo è partito lo stesso, ma è dovuto tornare ieri pomeriggio perchè la moglie aveva un appuntamento in banca che non poteva spostare. e allora lui ieri è venuto qui e ci ha trattato tutti come delle merde, spruzzava odio da tutti i pori, alla nostra educata domanda di come stessero figlia e nipote ha riposto che sono cazzi loro, di certo lui non può vivere in loro funzione, aggiungendo che se Madame vuole starsene a casa a fare la babysitter alla nipote basta che lo dica e per lui è pure meglio, se ne va in baVca da solo dal prossimo weekend che tanto di belle signorine a fargli compagnia ne trova quante vuole.
Lo so che è sbagliato metterla sul personale, lo so che non ne ho diritto, lo so che provo repulsione per chi lo fa normalmente e così mi contraddico bellamente ma in questo caso specifico non ce la faccio. 
Mio padre era più giovane di questa merda, ed è morto. Avrebbe dato qualsiasi cosa per avere la sua stazza, la sua salute, la sua aspettativa di vita, per esserci al mio matrimonio, vedermi sposata e conoscere un mio eventuale figlio. aveva voglia di vivere sempre, anche nei periodi in cui non c'era un cazzo da ridere, e questa merda di uomo ci sputa sopra ogni santo giorno davanti ai miei occhi. è un insulto alla vita, alla vita da questa parte del mondo, a chi non ha camicie profumate e stirate dalla governante da indossare ogni giorno e l'unico dovere di venire a dare ordini a dieci minuti da casa, a chi un figlio l'ha perso spiaccicato contro un palo con l'auto che stava pagando a rate. Sono così incazzata che se me lo lasciassero dieci minuti in una stanza buia ne uscirebbe sfigurato, con le gambe spezzate e il viso tumefatto. E non entro nemmeno del merito di tutte le stronzate che ci sta facendo fare, le decisioni folli che sta prendendo autolesioniste per l'azienda, controproducenti sotto qualsiasi punto di vista, dicendoci di farci i cazzi nostri se non siamo d'accordo, salvo poi venirmi a dire che le mie vendite sono calate, i miei clienti sono scomparsi.
Nell'ultimo anno mi sono spesso trovata davanti a un problema che mai prima nella mia vita lavorativa avevo dovuto affrontare: la non voglia. pura e becera così come viene espressa, senza retroconcetti o inconsce motivazioni. non voglia di fare, non voglia di pensare, non voglia tante volte persino di recarmi in ufficio. e mi sono interrogata un sacco sul significato di questa cosa, "quest'anno sono dieci anni che lavoro" mi sono detta, inizio a sentire il peso che rappresenta sapere di doverlo fare ancora ancora e ancora per i prossimi quarant'anni, "inizio a vedere la vita sotto un altra prospettiva". e adesso invece ho capito che il probelma non sono io, non è il lavoro, non è la crisi. il problema è umano, i l problema è lui, ma anche sua moglie, che ci tratta come come bestiame in stalla a cui di certo non ti preoccupi di dire come e quando lo porterai al macello così come lei non si preoccupa di dirci se lo stipendio ci sarà o no e quando. il problema è sua figlia, che viene qui a giocare, a fare le fotocopie, a ordinarci di andare a sostituire la carta igenica nel bagno e prende pure lo stipendio e non si lava le ascelle. il problema è l'altra figlia, schiacciata dal peso di due genitori così, che almeno una volta a settimana si umilia a venire a chiedere cento euro a papà che lui le allunga senza mancare di ricordarle quanto è una fallita incapace preoccupandosi bene di farcelo sentire. 
Il poblema è umano, perchè forse sono arrivata a quel punto della vita in cui non vale più l'importante è che ce ne sia, ma preferisco mangiare pane e cipolle che sguazzare nello sterco tutti i giorni.

5 commenti:

  1. Bellissimo post, se mi concedi il 'bellissimo'. Se io stessi a contatto con una persona simile tutti i giorni credo vorrei dare fuoco all'universo intero.
    Comprensibilissime le tue sensazioni, comprensibilissime. Ma che schifo di gente.
    Ringrazio Dio che sia Marito quello che per ora ha persone tanto tanto stupide, non qualificate e più giovani di lui con millemila benefit a dargli ordini: lui rimbalza tutto questo e non si fa toccare; io ne uscirei con una rabbia che richiederebbe mesi di intelligente e durissima rielaborazione.
    Ci sfugge il senso della vita quando assistiamo a tutto ciò; dobbiamo impegnarci a cambiare punto di vista. Queste persone avevano e hanno le possibilità ma non avendole comprese, anche coi loro soldi, bavca e quant'altro, non hanno praticamente vissuto. Il ricordo di un uomo come tuo padre invece è indelebile; un giorno del vostro rapporto non vale la vita intera di questi individui.

    RispondiElimina
  2. Questo tuo post mi ha colpito.
    Il solito discorso che chi ha denti non ha pane, chi ha pane non ha denti.
    Mi dispiace per te, per quello che devi vivere ogni giorno. Mi dispiace per i tuoi colleghi.
    Anche io e il mio collega abbiamo stipendi arretrati, ma il nostro ufficio è la nostra seconda casa, facciamo un po' ciò che vogliamo, anche se in effetti è "il capo" che prende decisioni per quanto riguarda l'azienda e se non ci stanno bene perché controproducenti per l'attività oltre che dirglielo non possiamo fare altro, ma almeno non ci tratta male!
    Però sai una cosa? Mi dispiace anche per il tuo capo e la sua famiglia.
    Tu esci dall'ufficio e sei felice, hai la tua vita, i tuoi sogni, le tue aspettative, anche se ci sono mancanze incolmabili. Lui invece, sua moglie e le sue figlie purtroppo no, escono dall'ufficio e hanno una vita piatta, che una baVca purtroppo non può rendere bella.

    Maira

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dimenticavo! Se e quando ti andrà, raccontaci anche del week-end alla ricerca della location perfetta! Io non ho ancora iniziato, spero per il prossimo weekend, ma sarà dura perché non voglio una sala ricevimenti :(

      Maira

      Elimina
  3. Dev'essere la cosa piu' frustrante non avere voglia di andare a lavorare in un posto...Certo ovunque ci sono le giornate o i periodi no...Ma questo tuo malessere ha radici molto profonde...Mi spiace tanto...L'importante è che non ti vivi male anche il tuo fuori, che ha una mancanza importante ma è pieno di tanto altro piacevole e bello...Non so se consola...

    RispondiElimina
  4. Che persona orribile..non posso che essere d'accordo con te su tutto....

    RispondiElimina

Io sono per l'insulto libero quindi, dai, che è gratis.. e non c'è neanche il codice captcha!