Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

lunedì 29 febbraio 2016

Ho le parole

che trabocanno dalle dita, il bisogno di battere sulla tastiera come di mangiare delle labbra, di passare una giornata intera felice, da quando mi sveglio a quando vado a dormire.
Ho ricominciato a non dormire la notte, leggo cose molto uguali tra loro scritte in maniere meravigliosamente diverse, e scrivo tutto quello che mi passa per la testa... che è poi, sempre lo stesso argomento.
Devo andare a farmi togliere questo sempipermanente e metterne dell'altro dalla collega WonderWoman... ho le unghie lunghissime, fatico a scrivere e a togliermi le lenti a contatto. e poi mi sento un puttanone.

Non per vantarmi, ma il mio vestito da sposa è stupendo. 
Probabilmente ogni sposa vede il proprio stupendo, ma me ne infischio e affermo che il mio è proprio stupendo.
Sarei in un brodo di giggiuole.
Quanto sarei felice, non lo so quantificare. L'abito perfetto, il matrimonio che ho sempre sognato, la vita che si piega a seguire le mie direttive. 
E' come l'ho sempre sognato, anzi, ancora di più. perchè io ho il vizio di sognare cose semplici, statiche, perchè devono essere perfette e allora mi piace vincere facile... pochi elementi, più propabilità di un perfetto incastro.
La realtà supera il sogno, e non sono capace di dichiarare la perfezione, non lo farò mai - eppure se devo immaginarmi qualcosa di meglio proprio non ci riesco, e allora è forse questa la perfezione.
Parlo del mio abito, ma anche un po' dì lui. che ogni suo difetto è spaventoso e accentua i miei, altrettanto spaventosi, eppure io non gliene toglierei neanche uno, e se lo avessi dovuto disegnare probabilmente lo avrei fatto proprio così ma certe cose non mi sarebbero mai venute in mente.
allora eccola, la perfezione.
alla fine il parametro non è poi così scorretto. il mio vestito è perfetto partendo dal presupposto che devo indossarlo una volta soltanto, toglierlo una volta soltanto, tenerlo addosso qualche ora.
lui è perfetto per il ruolo che ricopre adesso, non è detto che lo sarebbe ogni giorno. 
il mio vestito è pesante, pare di avere dei pesi sotto alle ascelle che ti trascinano in basso, non sarebbe perfetto se ci dovessi andare a far la spesa o a pagare una bolletta.
Cado sempre lì. quando apro mi dico adesso Mico ti concentri e inizi a scrivere di come hai rotto un lavabo in ceramica facendoci cadere dentro la boccietta del profumo e di come la Gcasa che sembrava un campo di battaglia già prima ora sembri davvero un accampamento. 
e poi lui mi arriva lì in gola, un conato che non riesco a trattenere. 
passa nel collo, giù per l'esofago, gratta i gomiti e in un attimo è nelle dita.
mi fa venire quel formicolio in mezzo alle mani che per me è sintomo di gita, alle alementari, la sera prima, mentre mamma mi prepara lo zaino. e sono parole, e sono per lui.
Il mio vestito è straordinario, è il vestito che ho pensato e sognato per anni, per dire a Ego, nel nostro praticello, con una treccia spettinata e un bouquet di fiori di campo.
Non potrei mai utilizzarlo per direa qualcun altro. 
ma davvero si puo lasciare una cosa così in un armadio? 
o peggio, regalarlo all'atelier sperando che soddisfi il sogno di qualche altra femmina con lettera minuscola?
e poi tremila euro ma stocazzo.  
 

4 commenti:

  1. Ciao, Micol! è un piacere vederti così frenetica e gioiosa per aver scelto l'abito giusto...anche io ho avuto la sensazione che ilmio abito era fasntastico, il migliore, era se,plicemente il mio, creato solo per me..come se fosse la stampa dell'immagine dell'abito da sposa che mi frullava in mente...
    è la cosa più bella che possa accadere nel giorno del matrimonio, soprattutto quando l'idea persiste anche dopo.
    Non tutte le donne restano contente dell'abito, quindi ;-) pollice in su e....auguroniiiiii!!!!!!!!!!!!!!
    la foto però potresti postarla un giorno( dopo ovviamnete).
    Baci baci

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  2. Sai che è bellissimo vederti così felice sull'abito?!? Io del mio non sono stata per nulla felice ed è un rimpianto che mi porterò sempre dentro!!! E sì: si può poi lasciarlo nell'armadio! Anche se effettivamente tremila euro...st*=@#o!!!!

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  3. Io avevo usato l'abito di mia mamma... non restituirlo all'atelier per nessuna ragione che se avrai una figlia femmina adorerà provarlo e riprovarlo e sognarci sopra...

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  4. Mi consola sapere che non sono l'unica ad aver speso un'esagerazione per il mio abito!!
    E' perfetto per te quindi andrà bene per qualunque evento sceglierai di indossarlo...fosse anche solo per guardarci la tv! Io vorrei rimetterlo ma so che non mi starebbe probabilmente bene come quel giorno!

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Io sono per l'insulto libero quindi, dai, che è gratis.. e non c'è neanche il codice captcha!