Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

venerdì 1 aprile 2016

Non è che non scrivo,

se non scrivessi probabilmente ad oggi non sarei tra i vivi.
Scrivo per "lavoro", nel tentativo di mandare avanti quel progetto come web writer, e poi scrivo per insonnia. Stasera sono qui principalmente perchè qui mi manca da morire e perchè è l'una di notte e mi sto tracannando la seconda birra con scarsi risultati. in realtà è quealche giorno che voglio tornare qui ma la mia vita ha ormai preso un ritmo che altro che no time to despair... le prevedibili conseguenze della nullafacenza degli ultimi tre mesi passati a vivere una vita immaginaria, parallela, non reale. Non saprei neanche da dove iniziare per raccontare le millamila cose che sto facendo, i milioni di quelle che dovrei fare e i miliardi di quelle a cui penso, per cui semplicemente non lo farò, non adesso. Adesso voglio fare una premessa in stile testata di giornale dove vi annuncio formalmente che da qui a data da destinarsi lascerò alternare le mie due personalità per cui avrete post schizzofrenici in cui racconterò la mia quotidianità folle e altri che non saranno altro che lettere a lui, di cui ne dispongo già di circa ottanta in bozza.
Ai miei lettori più bacchettoni chiedo anticipatamente venia e la cortesia di essere magnanimi o, se necessario, muti.
Lasciare andare una persona è una cosa che non ho mai fatto prima nella mia vita, chi se ne è andato lo ha fatto di sua iniziativa e quel tanto d'orgoglio e dignità di cui dispongo hanno sempre fatto sì che io soffrissi nel silenzio della mia interiorità una volta costatato di non poter fare nulla per cambiare la cosa. Non ho mai cacciato nessuno, sono visceralmente vigiacca al punto da preferire che questa persona se ne vada da sola perchè ferita a tal punto e così, a farla breve, ho fatto anche con lui.
Non è stata però un uscita in gran stile di quelle con vaffanculi rindondanti che a forza di sentirteli nelle orecchie finisci per smettere anche di ricordare il buono... lui è uno che ti insulta in silenzio, come già ripetuto che ne avrete ben piene pure voi. così è lì, c'è ma non c'è. il nostro tempo è finito e lo so io e lo so lui, io piagnucolo che sia finita così dopo aver fatto tutto il possibile per farlo allontanare, lui mi dice che è tutto apposto mentre con gli occhi mi incenerisce. Non ho risolto molto insomma, sono sempre io a doverlo lasciare andare perchè lui è arrivato alla porta, l'ha aperta, è sulla soglia che mi guarda e se lo chiamo rientra, ma è fisicamente fuori e finge di essere ancora sul divano. 
Basterebbe che io non lo richiamassi sostanzialmente, dopo un po' la porta si chiuderebbe con un colpo di vento. ma io a vederlo lì non riesco a non richiamarlo, a non dirgli ma già che sei ma dai prendiamo ancora un caffè, tienimi il tabacco mentre giro una sigaretta, ridiamo di questo, ti racconto quest'altro, andiamo a vedere batman contro superman?
Ogni mattina mi sveglio completamente satura con la sola voglia di dimenticare, di non vederlo mai più, di tornare dove lui non c'era, di chiudere la porta di casa a doppia mandata. 
Ogni sera mi sembra di non riusire a respirare se non so almeno che è vivo, anche se il suo sms sarà una merda, niente a confronto di quelli che erano, non capisco perchè non possiamo essere come siamo stati per sempre, mi metto a letto e non dormo e poi inzio a piangere come una teenager sulle foto, sui messaggi, sui ricordi, in silenzio sul divano mentre Ego dorme e scrivo tutto quello che non posso dirgli.
Fa una male cane, ma è l'unica cosa che mi riesce. 
 

3 commenti:

  1. Ma scusa ma perché non lascio il tuo compagno per questo nuovo lui??? Non capisco...pensaci bene..ma non te lo devo dire io...o almeno prenditi ancora del tempo...in bocca al lupo cmq

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  2. Lasciare andare è sempre difficile...Soprattutto se sta per realizzarsi tutto quelli che volevi anche se nel modo in cui lo sognavi...

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