Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

mercoledì 27 giugno 2012

Sono giornate pazzesche

così com'è pazzesco il momento che sto vivendo, il modo  in cui i giorni passano e sfuggono di mano, la velocità con cui il lavandino si riempie di piatti da lavare e il cesto della biancheria di panni da stirare.
Ho la flemma di una mousse al cioccolato lasciata fuori frigo a ferragosto. continuo a diminuire le gocce di xanas pensando che siano la causa del mio non riuscire a svegliarmi la mattina ma non cambia niente, prima delle otto e venti non riesco ad essere in piedi. neanche alle elementari dormivo così tante ore a notte e non ero certo così stanca.
Tra poche settimane mi arriverà la tanto sognata lavastoviglie e dovrò necessariamente rivoluzionare tutto l'interno della cucina per fare posto alla roba che ora è nei cassetti che verranno eliminati. con una cucina di due metri e dieci all'interno del salotto, una cosa del genere implica che vengano coinvolti anche gli tutti  altri mobili presenti, essendo anche loro adibiti in parte a pentolami vari e bicchieri di finto cristallo comprati per cene che non darò mai. Questo pensiero ha fatto sì che negli ultimi mesi io aprissi un armadietto, ci lanciassi dentro qualcosa e lo chiudessi appena in tempo perchè non mi crollasse sui piedi con la filosofia del "tanto devo riordinare tutto" ... ed ora l'ottanta per cento dei miei mobili racchiude un caos ben oltre le mie soglie di sopportazione. rimane il bagno che grazie al cielo ha un solo mobiletto, anche quello in disordine al momento, così come lo sgabuzzino. per non parlare dell'armadio in camera da letto che è in ordine ma senza lo spazio necessario a contenere tutti i vestiti che Ego porta a casa dal lavoro e le nuova lenzuole che ho comprato.
In poche parole, devo smontare e rimontare casa. e quando? Ho captato che il mio capo sarà via qualche giorno nella seconda settimana di luglio e ho quindi deciso che mi prenderò un giorno di ferie per fare tutto questo, ma fino a quel momento, da buona maniaca ossessiva, non penso ad altro. 
Ci sono tante cose di cui vorrei scrivere ma quando sono ispirata c'è sempre qualcosa di più importante da fare e quando invece posso scrivere l'argomento predominante è lo sclero da cui mi sento inghiottita.
Sclero nella mia quotidianità, nel mio lavoro, nel mio rapporto con gli altri, nella mia relazione. Sclero avvolgente e soave, longevo, quasi rassicuramente ormai.

E quanto vorrei tornare indietro. di sei anni più o meno. stavo benissimo perchè tutto andava tremendamente male e io sapevo sguazzarci dentro e succhiarne gli aspetti migliori, un po' in tutti i sensi. Facevo caffè a chi me lo chiedeva solo per guardarmi il culo più da vicino, sorridevo come un'oca e rispondevo ad un telefono tutto il giorno ma mi andava benissimo perchè pensavo che avrei fatto quello per tutta la vita e mi stava bene, era andata così, a fine mese avevo i miei soldi da spendere in scarpe, borse e vestiti che avrei lasiato con l'etichetta nell'armadio e non mi serviva nient'altro. vedevo il mio ragazzo ogni mezz'ora, il suo mondo girava attorno a me, c'era sempre per aggiustare una tapparella a mia nonna, farmi una commissione che non avevo voglia di fare, accompagnarmi nelle mostre parentali. tutti i giorni alle nove meno un quarto era a casa mia, pronto a togliermi il fiato e non lasciarmi neanche il tempo di fare una telefonata ad un amica ma era un porto sicuro, una casa dove tornare e trovare la porta sempre aperta e un sorriso azzurro ad accoglierti, e a me andava bene così. tanto poi c'era lui, un mare di passione in uno sguardo, un profumo forte e deciso come le sue mani, come le sue parole che sembravano vere. c'era vederlo e perdermi in quelle bugie dal sapore agrodolce, quei pochi istanti lunghi ore in cui la vita non era che quello che provavo in quell'esatto momento e nient'altro. e mi bastava. tutto questo mi bastava, mi alzavo ogni mattina con il sorriso e la voglia di vivere e quando stavo male, stavo male davvero, piangevo tutte le mie lacrime con tutta la forza che avevo in corpo ed era vero, era tutto vero. mentre ora è tutto ovattato, tutto a metà, dolori enormi che rimangano là in mezzo spezzati e riemergono quando meno te lo aspetti, felicità breve, effimera, con perenne retrogusto di insoddisfazione e conseguente morale interna sul valore dell'accontentarsi. Forse decidere di darmi un tono degno di stima, un etichetta nella società, un lavoro vero, una situazione sentimentale su facebook... forse decidere di mettere la testa a posto e dare un senso alla mia vita è stata la scelta più sciocca che io abbia mai fatto.
(dopo le piastrelle grigie lucide, che non vengono mai pulite come si deve)
 

1 commento:

  1. Micol cara, i tuoi post sono sempre toccanti, forse xche'mi ricordano me, un 15 anni fa'circa... ad un certo punto l'energia per cercare la tua serenita' la troverai di certo. un bacio

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