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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

giovedì 23 gennaio 2014

al ventitrè del mese

ancora neanche l'ombra dello stipendio. e per sbeffeggiarci, stasera Boss e Madame se ne vanno in baVca a farsi il weekendino, coi nostri soldi of course. Sono mesi che il teatrino si ripete, da quando l'amministrazione aziendale è stata presa in mano da Madame dopo il calcio in culo al Boiler. Dal sedici in poi ogni giorno si sbircia tra i documenti che regge nelle sue ossute mani mentre sculetta verso la banca, si origliano telefonate, si tasta il terreno con domande a preciso scopo e poi ci si ritrova in riunione davanti alla macchinetta del caffè dopo pranzo per mettere insieme le informazioni e vedere se tra tutti si riesce a capire quando e sopratutto se verremo pagati. Questo mese però si è battuto ogni record, stamattina abbiamo chiaramente sentito, senza nemmeno dover origliare, le urla di Madame al telefono con quella delle paghe che le recapitava la lamentela di un ex dipendente, dire che fino alla settimana prossima non erogherà gli stipendi e che lei non deve dare spiegazioni a nessuno. Si perchè siamo ormai in tre, tre stronze rimaste, e lei non ritiene di doverci chiamare in una stanza per dirci scusate signore, questo mese lo stipendio ritarderà di quindici giorni, mettete a dieta i vostri bambini. Non è importante, non è necessario, non è doveroso nei confronti di gente che lavora con te da vent'anni, che ti scarrozza dalla parrucchiera con la sua benzina, ti risponde al cellulare di sabato pomeriggio e da tre anni che sopporta tagli di ogni genere senza mancare di sorriderti quando arrivi la mattina col tuo puzzo di oppio a riempirgli il naso. Ci sentiamo delle merde. La mancanza dei soldi reca un danno più o meno considerevole a seconda delle situazioni di ognuno di noi ma non è questo a riempirci di amarezza tanto quanto il trattamento riservatoci. Lui ride e scherza come un picio anche più del solito, senza neanche il buon gusto di evitarsi stamattina frasi come settemila euro a questa azienda fanno ridere, lei si comporta come se non stesse succedendo assolutamente niente, è tutto normale, perchè lei non deve dare spiegazioni a nessuno. E noi sappiamo bene che la causa di questo non è una mancanza di fondi vera ma una scelta, quella di pagare qualcos'altro prima noi o di non pagare interessi bancari. che tanto noi stiamo zitti, siamo sempre qua a fargli i salamelecchi tutti i giorni lo stesso. E siamo gente che avrebbe anche capito e taciuto se solo qualcuno si fosse scomodato a comunicarcelo, con umiltà, con rispetto. quando è stato il momento o anche solo a giugno e persino la settimana scorsa. Fino ad ora, avendo per assurdo coinciso il primo mese di ritardo con il mese del funerale di mio padre, ho ignorato la cosa accodandomi anche io al mood del va tutto bene, che problemi ce n'è già tanti... ma ora sto iniziando seriamente a chiedermi quali saranno gli sviluppi di tutto questo, perchè dai quindici giorni di ritardo a saltare il mese è un attimo, e poi?

4 commenti:

  1. Non ho mai provato, per fortuna, questa sensazione, e non deve essere rassicurante non ricevere lo stipendio...tu per precauzione inizia a guardarti un pò in giro...non si sa mai!

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  2. Michi, io ti direi di mandarli a quel paese e cercarti qualcos'altro ma so che non è facile mollare un posto "sicuro", soprattutto con la situazione economica e lavorativa attuale del nostro paese.. quindi ti dico solo: tieni duro più che puoi, vedrai che in qualche modo le cose si sistemeranno! Ti abbraccio e ti sono vicina :*

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  3. No, vabbè non ci siamo per niente. Se togliamo pure lo stipendio, almeno quello, a motivare i dipendenti, quando mi pare di capire che i soldi per la bella vita ci siano, uno come fa ad andare a lavorare??? Che gran facce di tolla.
    Un abbraccio.

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  4. Posso immaginare come ti puoi sentire...Anche dovo lavoro ora il clima non è bellissimo...E qualche mese è capitato anche a me di prendere lo stipendio in ritardo...E' che vivendo da sola, io con il mio stipendio ci devo vivere...Cosa che i datori di lavoro sembrano non considerare per niente...Ma sono stata fortunata e tra un paio di mesi cambierò società...

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Io sono per l'insulto libero quindi, dai, che è gratis.. e non c'è neanche il codice captcha!