Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

mercoledì 5 marzo 2014

Micol

ce prova. che poi nessuno mi venga a dire che non era stato avvertito. Ci provo, a scrivere quello che voglio scrivere da mesi, a mettere nero su bianco la merda che ho visto, mangiato, bevuto e di tanto in tanto creato - perchè di me si puo dir molte cose ma non che non sia una persona onesta. Ci provo, a raccontare di un funerale, di cattiveria, di dolore, senza tediare il lettore e sopratutto me stessa, con tutto il bene che vi voglio ma voi potete cambiare pagina eventualmente mentre io no. una sfida.
Sarà una roba lunga perchè lunga effettivamente è stata, e ancora non è finita, una roba che richiede molta cura, precise descrizioni, dettagli senza i quali sarebbe difficile farsi capire, e per questo lo farò a puntate, a più riprese, a pezzi. Non so da dove sia più opportuno iniziare, se ci avessi pensato prima avrei estratto a sorte o magari lanciato un sondaggio facendo scegliere voi ma è tardi e se perdo l'attimo siamo fottuti. Il ostacolo lo incontro nello scegliere se iniziare di qua o di là, dai parenti paterni o da quelli materni. e opterò per i secondi perchè a differenza degli altri, assodate merde, questi sono stati una sorpresa, una rivelazione.  
Mia madre ha una sorella e un fratello. Si potrebbero definire figli di un preservativo ma non sarebbe corretto perchè mia nonna me l'ha detto chiaramente, che non lo si usava, semplicemente è successo - perchè così ha voluto il Signore. Lei una donna profondamente ignorante, culturalmente e di spirito, e tremendamente egoista di quell'essere egoisti strettamente correlato alla sua ignoranza. un egoismo che se riesci a viederlo per quelo che è non ti ferisce ma che se riesce a colpirti direttamente taglia come una lama. Figlia a sua volta di egoisti, penultima di otto fratelli, è arrivata in piemonte da sola a sedici anni per lavorare e a diciannove si è sposata con mio nonno la cui storia non conosco affatto. Sono poche le informazioni che ho a diposizione per giudicare quella che è stata la sua infanzia e adolescenza ma in confronto a tante storie di quei tempi credo che tutta la sua vita presa nell'insieme, considerando la famigilia che poi si è formata lei, non abbia niente da invidiare ad altre. I tre figli sono arrivati con cadenza regolare di sei anni l'uno dall'altro e nel frattempo loro lavoravano in fabbrica facendo i turni inversi perchè ci fosse sempre qualcuno a badargli, vedendosi ben poco. questo è quello che lei dice quando ne racconta, l'unico figlio che voleva era il primo e con suo marito ci si vedeva poco. non navigavano nell'oro ma la domenica mio nonno le diceva di vestirsi a festa e dopo la messa si andava a fare l'aperitivo in paese e si pranzava più tardi, avevano tantissimi amici con cui giocavano a tombola il sabato sera e ad agosto si partiva con il centododici carico che manco nelle commedie fantozziane e si raggiungevano i parenti in veneto. Poi lui è morto, quando il figlio più piccolo aveva diciottanni e io un anno, a pochi mesi dall'agognata pensione che gli avrebbe finalmente concesso quel tempo per vedersi. lei si è fatta venire un enorme bolla viola sul labbro a forza di mordersi la bocca in anni di lacrime notturne, il mio solo ricordo di infanzia di mia nonna è questo enorme ematoma di cui si lagnava e l'immagine di lei allo specchio che se lo tocca con l'indice. è rimasta vedova a cinquant'anni e questa è sicuramente stata la grande sfortuna della sua vita, eppure a sentir lei la sua vita è stata fatica e basta, sacrifici e niente in cambio. In ogni caso, mordendosi le labbra, due mesi dopo il grande lutto partiva per la montagna con un tizio, dopo poco sostituito con un altro tizio, e poi con un altro, e un altro ancora. e la maratona continua ancor oggi, con l'unica differenza che la famiglia c'ha fatto l'abitudine e nessuno tenta più di impararne nome e cognome a memoria o di dissentire. C'ho la nonna allegra io, col vizio dell'alcol. che fa la croce con la scopa e lo spazzolone e la appoggia alle finestre quando c'è il temporale perchè senno ti entra il diavolo in casa, che chiama tutte le malattie brutti mali perchè nominarle porta iella e che quando in un obsoleto discorso famigliare ha appreso che se io avessi figli non li battezzerei mi ha chiesto: ma glielo dai un nome almeno? Suo marito invece era un bacchettone, di istruzione rigida e mentalità a senso unico, che ti guardava male se grattavi il parmigiano fuori dal piatto della pasta, mi dicono, che il parmigiano costa. due elementi che non mi spiego come potessero aver trovato il modo di stare insieme, sarà che si vedevano poco. i più mi dicono che lui aveva una grande pazienza con lei, e io ci aggiungo che non me la contan giusta perchè in certi casi la pazienza non basta. Quello che non saprei definire è come hanno cresciuto i tre figli. saprei dire come hanno cresciuto mia madre, come hanno cresciuto quell'idiota di sua sorella o quel piacione del fratello, ma sarà che io sono figlia unica ma sono convinta che la linea debba essere una soltanto con tutti i figli, con una percetuale variabile in base al fatto che ogni figlio è diverso dall'altro. e infatti ritrovo questa linea in tutti i fratelli che conosco se pur molto diversi tra loro. è questa linea che mi sfugge, i tre sono così diversi l'uno dall'altro da non sembrarmi mele dello stesso albero. e tra i tre il figlio sfigato è stato ovviamente mia madre, inutile dirlo, il suo vittimismoo è nato con lei, ce l'aveva lì insieme alla placenta. il figlio di mezzo, quello che non è abbastanza grande da essere responsabilizzato ed esente da certi obblighi ma nemmeno abbastanza piccolo da godere di giustificazioni  e previlegi. Sua sorella, che è la maggiore dei tre, ha studiato o almeno ci ha provato, perchè il boom economico si è sentito per riflesso anche a casa loro e i figli erano soltanto due. quando è toccato a lei invece soldi non ce n'erano ed era arrivata una terza bocca da sfamare. la sorella maggiore si è tolta di mezzo in fretta, a diciotto anni appena compiuti, eppure mia madre non ha potuto godere di nessun benefit comunque perchè il piccolo cresceva e i bisogni cambiavano insieme alla società... e poi lui era il maschio. Se provo ad adattare tutto questo alla personalità di mia madre mi sento di dover alleggerire i suoi genitori di molte colpe da ricondursi invece a lei. però non riesco a decidermi, e se fosse quella realtà ad aver dato vita a questa sua personalità? nasce prima la personalità o è la personale storia a formarla?

....to be continued. 

2 commenti:

  1. Tornare indietro alle proprie origini è una cosa che fa bene per fare il punto sulla propia vita. E' un lavoro difficile ma bello. Ricordandoci sempre che "Il frutto non può guarire l'albero"......

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  2. Bella domanda!
    Quando penso ai miei me lo domando spesso.
    Quando sento storie 'articolate' mi sento meno strana XD

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