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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

venerdì 4 maggio 2012

Ho sempre pensato che

chi molla al primo colpo sbaglia, che se una storia non funziona, se ami davvero, le provi tutte anche se fa male, anche se è difficile, che se ci si ama una soluzione si trova sempre, e che chi alla fine molla è quello che amava di meno. Ora però sto iniziando a chiedermi se invece non sia il contrario, se sia sbagliato portare avanti una storia che non funziona a tutti i costi, trascinare un rapporto rovinandolo, accanirsi contro l'evidente realtà che non si è fatti per stare insieme. Forse la verità è che non si è capaci di acccettare il fallimento e ci si accanisce a buttare giù una porta blindata a pugni pur di non accettare che non la si muoverà di un centimetro.

Sto realizzando con il tempo che l'unico modo per stare con Ego, e per stare intendo starci piacevolmente tra gioie e dolori della quotidianità, non stare come siamo stati in questi due anni, tanto per non-stare... alla fine dei fatti, ipotizzando molto impegno da entrambe le parti con conseguenti cambiamenti, evoluzioni, miglioramenti... sarà accettare i suoi limiti e prenderli come cose che nella mia vita ci sono e non saranno mai diverse. come prendo le mie tette piccole, la malattia di mio padre, i piatti neri dell'ikea che non sono mai lucidi come vorrei. certo, potrei rifarmele le tette, ma significherebbe intervenire in maniera invasiva, cambiare la natura di una cosa e costruirne un'altra, che sarebbe sempre così perchè l'ho deciso io e non perchè cosi è. Per non avere queste cose dovrei cambiare uomo, buttare Ego e prenderne un altro. per cui, constatato che io voglio lui e che quindi eliminarlo è fuori discussione, non rimarrebbe che accettare totalmente queste cose, farle diventare parte integrante della mia vita, conviverci e accettarle. sperando magari che con il tempo, la maturità che verrà, o anche solo un po di culo, si smussino o spariscono. come ho fatto per le mie tette finchè non ho capito che la pubertà era finità da un pezzo. Dovrei per esempio prendere atto del fatto che per lui il suo lavoro sarà sempre più importante di qualsiasi altra cosa. del mio lavoro, dei nostri impegni, di un mio  sorriso. oppure che per lui il fatto che a lui non piace la brioche che piace a me sarà sempre abbastanza importante da non fargli mangiare una brioche che non gli piace che sò.. due volte l'anno, così, per farmi contenta e vedermi felice che sorrido con gli occhi gonfi alle sette del mattino. Magari crescendo cambierà gusti e gli piaceranno le brioche al burro così inizierà a portarmi in quel bar ogni tanto. ma di certo non cambierà mai il fatto che non sa mangiarsi una brioche che non gli piace pur di vedermi contenta. Non cambierà il suo modo di essere, ma magari cambieranno gli eventi, i contesti, e magari qualcuno di questi sarà a mio favore. Magari imparerò ad accontentarmi di avere più o meno ciò che voglio anche se non mi arriva nel modo in cui vorrei. Lui ha una personalità ingombrante. Lo spazio è quel che è e per forza di cose se lui occupa parecchio posto, per me ne rimane poco. non sa schiacciarsi e non invadere la metà altrui, non lo sa davvero fare. sono convinta che lui ci provi a volte, che forse nella sua testa lui ci provi sempre, continuamente, ma non ce la fa proprio. non si rende conto di lasciarmi davvero poca aria da respirare, poco da fantasticare, poco lenzuolo del letto, poca cocacola in frigo. o forse si, ma non lo ritiene un problema perchè è la sua natura, il suo modo di essere, il suo "normale". e dove sta scritto che il "normale" corretto è il mio e non il suo o che sono entrambi sbagliati? l'oggettività delle cose mi ha sempre spaventato tremendamente. Quello che mi fa vacillare arrivata quasi alla fine del ragionamento è il pensiero:ma lui si chiede mai se il suo "giusto" magari, per caso, qualche volta, è sbagliato? ma poi esco dall'austrada alle nove di sera tornando dall'ospedale, faccio la rotonda e mi trovo davanti quel muro dove lui tre anni fa con la bomboletta nera mi ha scritto "ti amo piccola" e penso... però, quest'uomo mi ama. non è abbastanza? .... Il fatto che lui mi ami, voglia stare con me, mi prepari il caffè al mattino e lo poggi su un foglio verde con disegnato un grosso cuore e ci scriva il buongiorno, non basta a farmi sopportare che non mangi una brioche che non gli piace per farmi contenta, che tra il suo lavoro e me che cadiamo da un burrone salverebbe il primo, che non gli piaccia fare i lavori manuali e si debba comprare una cassa d'acqua per volta e chiamare qualcuno per cambiare una lampadina? il fatto che una persona ti ami, conduca una vita con te e mantenga una linea di rispetto umano nei tuoi confronti, non basta? se tu lo ami? Non è forse il mio ego ad essere troppo ingombrante e non capire che lui li acccetta i miei di limiti, anche se io non me ne accorgo? Quando inizio a mettermi in discussione è un macello, niente ha più senso. quanto vorrei essere un ignorantona convinta di avere sempre ragione, che va dritta per la sua strada e non si guarda mai intorno. quanto vorrei essere come lui, avere una lavatrice al posto del cervello che centrifuga di continuo e con il suo rumore copre tutto il resto. Non penso che lui sia l'uomo giusto per me, sticazzi che gli opposti si attraggono, ma lui sembra costruito su misura per darmi sui nervi, non c'è un solo pezzo di noi che combaci, non adesso. una volta si, perchè tutte queste cose non c'erano... c'eravamo noi due, in giro, innamorati, con soldi in tasca e la voglia di stare insieme. Io ero convinta che lui sarebbe stato un uomo di casa devoto alla famiglia, che alla domenica mattina taglia il prato e ripara tutto con la sua cassetta degli attrezzi nel garage americano e lui era convinto che non avrei più fatto altro che dedicare ogni minuto della mia vita alla sua a prendermi cura di lui e avrei dimenticato discoteche, bagordi, e unghie da sistemare. Non penso nemmeno che sia fatto per stare con qualcuno, non adesso.... forse crescerà, maturerà, si sgnofierà e si accorgerà che per vivere bene gli bastrebbe molto meno spazio e avrà voglia di farsi un po più in là e farmi stare accanto a lui finalmente libera di respirare, di non soffrire il freddo di notte, di bere quanta cocacola voglio. se sarò ancora lì e avrò imparato a respirare sgomitando. Quel maledetto giorno mi ha offerto una sigaretta e mi ha chiesto se avevo freddo, abbiamo chiaccherato e poi lui mi ha chiamato, e poi mi ha scritto, e poi mi sono innamorata di lui. e adesso è troppo tardi per tornare indietro e vedere quanto gas si nascondeva in una bottiglietta da mezzo litro apparentemente liscia... e me lo devo tenere, perchè alla fine tra avere un macigno di fidanzato pesante da trasportare, sopportare, sorreggere e spostare e averne un qualsiasi altro che non è lui, preferisco ancora la prima. E preso atto di questo è importante sapere se sia giusto accontentarsi? Se è sbagliato cedere, se è sbagliato prendere il mio orgoglio farne una pallottola e buttarlo via lontano? E' importante continuare a chiedermi se tutti amiamo allo stesso modo o ognuno ama diversamente ma pur sempre di amore si tratta?

(ho cambiato il colore dei commenti, che di lettori fleshati me ne faccio poco.
Ora però qualcuno mi sa spiegare come posso usare una scrittura decente che non sia troppo piccola ma nemmeno così grande? ...il mio è l'unico blog di blogspot a sembrare un msnspace...)

12 commenti:

  1. Ti posso assicurare che mollandolo ti ritroveresti a rimpiangere quelle sue piccole abitudini del cazzo che ti mandano in bestia.Mia madre dice ogni giorno di voler lasciare mio padre,perchè sono diversi,perchè la fa incazzare e a volte non sopporta nemmeno la sua voce,eppure non riesce a pensare ad una vita senza di lui.I suoi difetti,a lungo andare sono diventate barzellette sulle quali ridere a crepapelle.L'incazzatura e la voglia di mandarlo affanculo a calci passa...Ed è così da 35 anni:)
    Ce la puoi fare Micol,dagli una possibilità se lo ami davvero. Gabri

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  2. E' un bellissimo post e voglio lasciare un commento perché penso di poterti aiutare nella tua riflessione. Premesso che io sono molto diverso dal tuo uomo anche se non corrispondo a quegli standard che tu vorresti (secondo me un po' esagerati, almeno io così ho capito dal post), ti direi di pensare molto attentamente a tutto questo, cioè devi capire tu cosa vuoi dal rapporto e valutare se il compromesso vale una vita insieme. Mi pare di capire che ormai sia una storia piuttosto seria, quindi pensi in grande Micol.
    Sono non convinto, ma convintissimo, che ognuno di noi abbia il suo modo di amare e che a volte esso non può essere compreso, forse nemmeno da noi stessi. Sta a te capire se il tuo corrisponde veramente all'amore o è solo una tua testardaggine e se il suo è veramente un sentimento contraccambiato: è un ragionamento che devi fare in prospettiva futura senza dimenticare che la misura dell'amore è l'amore senza misura.
    Per quanto riguarda la mia esperienza, io so di aver amato profondamente e con estrema convinzione, ma non ho mai voluto rinunciare a me stesso perché altrimenti il mio amore si sarebbe trasformato in odio. Non ho mai voluto permettere questo, sarebbe stata la più grande umiliazione per i miei sentimenti per questo ho dovuto fare scelte che non mi hanno aiutato ad avvicinarmi a lei e questa è una delle ragioni per cui la mia storia è finita. Ma io amo perché sono ciò che sono, perché faccio ciò che faccio, perché la mia vita si nutre di determinate cose e senza le quali non sarei la stessa persona che anche lei amava.Perciò ti dico di non sperare in un cambiamento, non avverrà, non cercarlo, lui non cambierà, non maturerà o forse non capirà mai. E' così ed è giusto che lo sia. Chiediti piuttosto tu cosa sei senza di lui e se è giusto per come sei accettare tutto questo: cambiarti potrebbe non servirti a migliorare le cose, anzi talvolta le peggiora perché potresti farti violenza e sentirti uno schifo, continuerai a non sentirti capita. Io penso che l'amore sia una questione molto naturale che spesso confondiamo con l'affetto, almeno per me è così e per esperienza personale sono di questo avviso. Ad ogni modo non c'è mai una regola precisa in questi casi, tutto si misura nel contesto specifico e solo voi avete la possibilità di capirvi e comprendere cosa è meglio per voi.

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  3. Te l'ho scritto tante volte e lo rifaccio ora: adoro il tuo modo di scrivere.
    Ego e te siete due persone diverse, che riuscite a darvi sui nervi ma avete una cosa che poche coppie hanno veramente: amore che le lega. Costruite su questo.
    Un abbraccio forte

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  4. Ps: mi piace il nome del tuo blog. Lascialo così.

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  5. Ego é il cane corso di mio nipote Gianluca. É insopportabile. E combina continui disastri. Devo pensare male?

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  6. Ogni rapporto ha le sue dinamiche che solo chi lo vive capisce fino in fondo, ed e'vero che ognuno ha un suo modo di amare, ma questo non deve essere una scusa per giustificare egoismi di nessuna sorta...e solo tu, puoi sapere se il modo in cui lui ti dimostra quanto sei importante ti sta bene o no, ti soddisfa e ti basta per sentirti importante. Non solo oggi, ma per tutta la vita.

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  7. Non lo so, Micol... io non so se ce la farei a starci dentro... è che sei così giovane per "accettare" e in un certo senso "accontentarti". C'è tutta la vita per farlo. Ma poi, so anche che nonostante evidenti distanze, ci sono delle dinamiche delicate che nessuno può riuscire a vedere da fuori, proprio perché stanno all' interno della coppia... e sono quelle che la tengono insieme.

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  8. In effetti, letto il funghetto, mi tocca essere d'accordo. Anche il cancro si affeziona al suo ospite. Non lo molla fino all'ultimo.

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  9. Non penso che la questione sia di accontentarsi o meno. Appurato che entrambi siete innamorati l'uno dell'altro, tutto sta a trovare un equilibrio... tra le sue priorità e le tue, tra le sue esigenze e le tue.
    Non è facile, lo so. Anche perché sono convinta di un fatto: certe aspetti del nostro essere non cambiano mai, neanche crescendo, neanche dopo 30 anni. Purtroppo... o per fortuna ;)

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  10. se fossimo lesbiche tutte e due ti sposerei.

    p.s: sarà che con l'età stò diventando cieca ma io su questo sfondo grigio topo e i caratteri fuschia non riesco a leggere. (iotel'hodetto)

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    1. non è più rosa psichedelico ma fucsia... Non dovrò mica cambiare colore? Sai che io non mi allontano mai più di tanto dal fuscia...
      ...credo che a giorni farò una rivoluzione, non mi piacciono per niente colori e scrittura!

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    2. qui nei commenti io vedo un viola scuro...non un fuschia infatti leggo a fatica. Forse è colpa dello sfondo grigio topo...ne troppo chiaro ne troppo scuro per poter far risaltare la scritta. mah

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