Non mi era mai capitato di dovermi ricredere in positivo verso qualcuno o qualcosa. il contrario ovviamente sempre, aver pensato che una scelta fosse quella giusta, che una persona fosse diversa, ma questo mai.
Per i primi due anni sono stata convintissima che la famiglia di Ego fosse feccia di prima qualità. Il modo in cui lui me li aveva "presentati" me li aveva fatti odiare praticamente da subito, raccontadomi tutti i casini del padre e la sua totale incapacità portare a casa una pagnotta sicura a moglie, tre figli e figlio dislocato avuto dalla prima moglie. Ego adolescente costretto a lavorare per avere dei soldi in tasca e poi a rinunciare all'università per poter contribuire a saldare i debiti di famiglia. Per me, figlia unica che non si era mai fatta il letto da sola, erano cose dell'altro mondo. trovo solo uomini con famiglie da caso umano alle spalle, pensavo, tutti io. Così quando li ho conosciuti ho trovato quello che mi aspettavo, un uomo fallito a cui non rimaneva altro che sommergere la famiglia di parole e parole ad ogni pranzo e cena a modi prete e una donna infelice la cui voce coperta dal marito non si sentiva più costringendola a comunicare con sorrisi stanchi. Poi è successo che mi sono incazzata come una bestia, con lui che chiamavo Nano Bastardo per l'ennesimo casino economico in cui ci aveva rimesso Ego e con lei per un motivo che adesso trovo anche abbastanza stupido e per un anno intero mi sono rifiutata di vederli, non li abbiamo mai fatti venire a vedere la casa e non volevo nemmeno sentirli nominare. Quando mi sono calmata Ego ha organizzato un caffè, poi una cena, poi sono venuti a vedere la casa e poi da due anni a questa parte quasi tutte le domeniche sere andiamo lì a cena. mia suocera fa la sua pizza speciale che io adoro, mio suocero fa le prediche domenicali e io guardo la tv, chiacchero con mia cognata e rido con mio cognato. Domenica siamo andati a pranzo fuori tutti insieme in un agriturismo carinissimo per festeggiare il compleanno di mia suocera, è stata la prima volta perchè fin ora mio suocero non si poteva permettere di offrire un pranzo a tutti quanti. Ero lì che approcciavo una socializzazione con LadiD. fidanzata del cognato, a pancia piena, nel clima allegro della tavolata e improvvisamente mi sono illuminata, mi sono resa conto, che porcavacca non avevo capito un cavolo. E' vero, mio suocero ha fatto delle cazzate ma in alcune occasioni è stato anche sfortunato e ama molto sua moglie e i suoi figli, mia suocera è una donna che ne viste tante nella sua vita, una donna forte, che si è smembrata di ogni parte per tutelare i figli senza riuscirci. Il rapporto con loro è sempre molto velato, come protetto da uno spesso strato che attutisce tutto, perchè loro sono persone discrete e perchè io non ho modi che invitano gli umani ad avvicinarsi a me, eppure è un bel rapporto. Mi sento bene quando siamo con loro, mi sento in famiglia. e non ci sono parole per descrivere quanto questo mi disgusti però è la verità. Due genitori normali, in forma, che fanno e disfano e raccontano. io non li ho, i miei hanno cinquantanni ma di spirito sono due vecchietti settantenni che non si sentono più padroni del loro mondo , consumati dagli accadimenti della vita. i cognati, gente giovani, che parla, ride, che si muove. casino per casa, casino durante la cena, movimento, racconti divetenti. tutto quello che a casa mia con i miei dove ci sono sempre solo stata io a portare un po' di aria fresca, non ho mai sentito. Dopo quattro anni, in ultima analisi, ho la certezza non solo di essermi sbagliata e aver marciato sui pregiudizi che avevo ma anche di potermi ritenere addirittura fortunata. Ho una suocera che non parla. perchè è una persona silenziosa, perchè io le faccio paura, perchè tutti le parlano sopra.. non lo so, fattostà che non parla. principalmente ride o sorride, in maniera molto discreta. mai un commento, un apostrofo, un opinione. pochissime domande, la parola che le ho sentito dire di più è prego in risposta ai miei grazie quando mi mette il piatto sulla tavola. non mi ha mai chiesto nemmeno il numero di telefono di casa. e cristo santo, cosa c'è di meglio di una suocera che non parla? c'è chi pagherebbe per averla. Mio suocero invece parla per sessantadue persone ma sempre di stesso - Ego da qualcuno avrà pur preso - non gliene frega una mazza di cosa facciamo noi ma se Ego ha bisogno di qualcosa corre. zero critiche, commenti, invasioni. Mio cognato è un tipo in gamba, è un creativo, che temporeggia sulla laurea con la scusa di scrivere una bella tesi, un genio del pc che ti risolve qualsiasi problema. è timido e ancora fatica a reggere il mio sguardo ma si ride e si scherza e ogni anno al mio compleanno mi scrive lo stesso sms auguri cognata con uno smile che se la ride. Mia cognata ha diciassette anni e si comporta come una di dieci, e non per colpa di mia suocera come ho sempre pensato, ma perchè è la classica disadattata che odia le discoteche e si sente un alieno tra i suoi coetanei, vive nel suo mondo di libri e sogni americani. un po' rincoglionita ma tanto buona. ci guardiamo insieme puntate PLL mentre gli uomini guardano una partita, le regalo i vestiti che non uso e adoro come le si illuminano gli occhi mentre glieli porgo, della stessa luce che vedo negli occhi dei miei nipoti.
Sono una famiglia che fa tanta tristezza a primo occhio, che vive in quattro in una casa per due, ma se poi li guardi da vicino vedi tutto l'amore del mondo lì dentro. e all'improvviso non fanno più tristezza, sono sani e felici di quello che hanno, non gli manca niente, si vogliono bene e sanno andare d'accordo tra loro come poche famiglie. Ovviamente la mia visione della loro realtà è molto condizionata dal paragone che faccio con la mia famiglia, che poi sono solo i miei genitori, e per me è tanta roba. roba che non pensavo davvero di trovare mai, dopo la famiglia disastrata a cui mi ero abituata con il Topo. suocero maiale che ci provava ogni volta che ci trovavamo soli, suocera che si infilava nel lettone in mezzo a noi, cognata che mi salutava a giorni alterni e un po' zoccola. Mi è andata bene, sono stata fottutamente fortunata, mi sento anche un po' parte di una famiglia che non mi appartiene e questa è una sensazione che non avevo mai provato.
D'ora in poi mi ricorderò che le cose bisogna guardarle un po' di volte, bene, da vicino, prima di definirne il colore.
E' l'esperienza che insegna. Hai imparato che la superficie della cose non è la stessa di quella che è all'interno.
RispondiEliminaMia cara! Ho letto tutto d'un fiato la tua narrazione vera e schietta e mi piace.
Buona serata
a parte la cognata un po' zoccola (che condividiamo!) direi che mi hai trasmesso una gran voglia di provare a guardare la famiglia del Consorte con occhi più clementi e la mia con più critica.
RispondiEliminaHai assolutamente ragione. Anche a me capita spesso di non capire subito le persone. Di solito tendo a prendermi i miei tempi per "studiarle" un pochino, proprio per non dare giudizi affrettati, però capita lo stesso.
RispondiEliminaMa avere il coraggio di ammettere di essersi sbagliati su qualcuno è un segno di grande intelligenza :)
Verità assolute Micol. Ci vuole tempo o lo sguardo giusto. A volte non abbiamo tempo. A volte siamo miopi. Capirlo e correggere il tiro è quello che conta (un po' come la storia del merdone e del colpevole eheh)
RispondiEliminabaci a pois cara :)