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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

mercoledì 20 aprile 2016

Non tutti i mali

vengono per nuocere, anche la tonsillite. pure la tonsillite recidiva, quella della settimana dopo, quella che ti pare di avere un masso appoggiato alla tonsilla sinistra e non più solo una manciata di ghiaia. Però l'ho capito oggi, ieri ho pianto e bestemmiato ad ore alterne. 
chissà, magari un giorno realizzerò che anche lui era uno di quei mali non venuti per nuocere ma per insegnare qualcosa.
Praticamente io ho preso, sì, una pastiglia di antibiotico ogni otto ore, ma due al giorno... perchè io non avevo mai sentito di un antibiotico che va preso più di due volte al giorno e non sono stata lì a farmi tanti domande... stavo sedici ore scoperta ed è "come se non lo avessi preso" ha decretato il medico. così domenica sera, quando ormai pensavo che la tonsillite fosse un ricordo lontano, ho cominciato ad avere lo stesso dolore della settimana prima ma molto più forte. c'erano i miei suoceri a cena e io ho iniziato ad impazzire terrorizzata dall'idea di stare male di nuovo e dover sprecare altri preziosissimi giorni utili e ho scritto un delirante messaggio su facebook al mio medico che l'ha letto subito e mi ha bellamente ignorato. La mattina dopo è stato un rewind del lunedì precedente, alle unidici scappavo dall'ufficio con le ultime forze a disposizione, mollavo la macchina davanti allo studio medico e mi precipitavo dentro per uscirne in lacrime mezz'ora dopo. lacrime esponenzialmente aumentate quando ho trovato la multa sul parabrezza, che io una multa nel mio paesino di cinquemila anime non l'avevo mai presa e non credevo fosse possibile. 
Ho pianto il non poter comandare il mio corpo e non poter decidere io quando è ora di tirare e quando di fermarsi. Ho pianto l'essere stata così idiota da scherzare con la mia salute per una disattenzione. Ho pianto il non avere qualcuno che mi venga a trovare quando sto male così, una mamma a farmi la minestrina, un papà a portarmi il gelato. Ho pianto le troppe cose che ho da fare e sapere che ho passato mesi a fissare profili instagram e pensare agli unicorni rosa e che ora le cose da fare mi stanno schiacciando. Ho pianto l'avere un lavoro che nonostante non paghi, sia in senso figurato che letterale, riesce ancora a schiacciarmi al punto di farmi stare in angoscia per non poterci andare. 
Poi ho dormito, tutto il giorno, a botte di tre ore ciascuna. 
E poi stamattina ho realizzato quante delle cose che devo fare le posso fare da casa mia, occupandomi anche di casa mia, insieme ai miei mici, nella pace della mia casa. e ho capito che non solo oggi sarei stata a casa e me ne sarei fregata del lavoro ma ne sarei stata a casa anche domani così come da disposizioni del medico e ne avrei goduto a pieno portandomi avanti con le cose che voglio fare tra venerdì e sabato. 
che in fondo noi decidiamo cosa fare di ciò che ci succede, noi decidiamo quando smettere di soffrire, noi decidiamo come stare. noi. io.

4 commenti:

  1. Hai riaperto i commenti??? Mannaggia, spero tu ti sia ripresa.
    Io anche sono ammalata, placche e febbre. Ma a lavoro ci sto andando lo stesso, e sto andando anche a pulire casa nuova. E manca un mese e mezzo al matrimonio. Non ho ancora provato l'abito, e nemmeno Nico... Dobbiamo pulire casa di mia mamma, montare il soggiorno, fare due traslochi, parlare col fotografo, col musicista, ultimi dettagli col ristorante, fare la prova trucco e parrucco... Insomma, sparami!!!
    Io arriverò distrutta, me lo sento...
    Ma la promessa quando la fai tu?

    Maira

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  2. hai bisogno di una pausa, di fermarti e riprendere le redini della tua vita, ad oggi necessiti di quello, di fermarti e basta...
    ti abbraccio

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  3. Se non altro ti sei resa conto che stavi vorticosamente girando a vuoto. Rallenta per bene e stabilisci cosa fare. Portarti appresso così tante questioni irrisolte, così tanti pesi, così tante angosce ti fa davvero molto molto male. Fatti consigliare da qualcuno di cui ti fidi, non necessariamente la terapeuta perché non credo abbia il ruolo giusto, non può essere la persona che ti capisce davvero. Tu hai bisogno di quello (come tutti del resto, in fondo in fondo) ma la prima che può farlo sei tu.

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  4. Micol ma come ti senti all'idea di trovarti davanti a lui e dire si per tutta la vita!??!!?
    Cosa vuoi davvero?
    Calmati, rallenta respira e non lasciarti trascinarti dagli eventi è la tua vita che stai pianificando...Un abbraccio!

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Io sono per l'insulto libero quindi, dai, che è gratis.. e non c'è neanche il codice captcha!