A giorni alterni mi pento amaramente di aver iniziato questo percorso narrativo che vede protagonista la mia famiglia. Inutile dire che fa male, fa male ripercorrere mentalmente eventi passati che mi hanno toccato, fa male mettere nero su bianco le mie redici - per lo più marce - sopratutto perchè nel quotidiano occupano buona parte dei miei pensieri anche senza che mi ci concentri volontariamente. Quello che voglio fare è raccontare cosa è successo, raccontare come la morte di mio padre abbia aperto il viso di pandora dando luogo a uno spettacolo pietoso nel quale ognuno di questi soggetti ha dato del suo meglio, nei termini del peggio ovviamente. E questo non solo perchè il blog per me è sopratutto un diario virtuale dove ritengo sia giusto depositare un pezzo così importante della mia vita, ma perchè le conseguenze di questa cosa mi hanno cambiato la vita dal giugno scorso e ora fanno parte della mia quotidianità. tutti i giorni, quando più quando meno, i miei stati d'animo, le cose che faccio, le decisioni che prendo, i pensieri che mi angosciano sono condizionati da quanto è accaduto e non possono quindi non esserci proprio qui, dove ci sono righe di vita.
Se lo avessi fatto e basta, se mi fosse limitata a raccontare quei giorni, gli episodi, i fattacci, senza introdurre minimamente i personaggi, il racconto avrebbe mancato di senso. sarei sembrata una nipote cattiva, una figlia ingrata, una parente stronza puntatrice di dito verso il prossimo, che giudica persone che erano lì per starle vicino e che stavano vivendo a loro volta un momento di dolore. Così ho deciso di partire dall'inizio, di descrivere ogni membro di questa storia non solo con l'aggettivo che lo contraddisgue, che a volte è più di uno, ma cercandone le ipotiteche ragioni nella loro storia di vita. Ci tengo però a precisare che sono ben consapevole di non avere la verità assoluta in tasca, quello che scrivo a dare un senso ai fatti accaduti sono mie deduzioni, risultati di mie analisi, mie di me che faccio l'impiegata commerciale e non l'antropologa o tantomeno la psichiatra. e che il fatto che loro facciano tutti a loro modo un po' schifo non sono tanto io a dirlo ma la loro condotta, e sopratutto che il fatto che loro facciano tutti un po' schifo non significa che io mi senta migliore. o meglio, mi sento decisamente una persona migliore di loro, ma non degli esseri umani tutti.
Alcuni di voi che mi leggono con regolarità si sono detti "appassionati" alla storia, altri magari leggono ma si astengono dal commentare, ed è una cosa che mi aspettavo perchè mi rendo conto che da fuori certi scritti possano apparire tanto delicati da non poter essere invasi da parole altrui. Ci tengo però a farvi sapere che a me i vostri commenti "servono" per farmi capire che quello che racconto è per lo meno interessante e non troppo patetico. Spero strappi anche una risata ogni tanto, e sarò felice di leggere che magari la mia interpretazione di qualcosa non concorda con l'opinione che vi siete fatti voi leggendo perchè si torna al solito punto, se siamo qui è anche per avere un confronto, altrimenti scriveremmo tutti sul solito diario con lucchetto nascosto tra la dogha e il materasso. Prometto anche che da oggi risponderò ai commenti, a tutti i post del blog, fin'ora non l'ho fatto non perchè mi senta una gran figa ma perchè il tempo,come ripeto a disco rotto, è poco e quando entro nel blog è sempre per scrivere, e dal cellulare non riesco a commentare. Lo voglio fare d'ora in poi però, perchè a me quando viene risposto a un commento fa piacere.
Ecco il loghino delle faccedaculo dei mei parenti, collegato a questo post nel quale incrementerò le puntate nella lista man mano. Ma siamo quasi giunti al termine, non temete.
E a chi non vuole sorbirsi la patetica storia delle mie radici, ricordo che la storia del Parentado è scritta in verde per cui si puo felicemente saltare a piè pari e passare a colori che più vi aggradano.
Io ogni volta che ho finito di leggere i tuoi racconti sono rimasta senza parole, altro che commentare! Mi sono sempre immaginata una bambina, tu, fragile. Ho sempre avuto voglia di abbracciare quella bambina, di portarla a danza con me e di fare una marachella insieme. E' forte il modo in cui nomini i tuoi parenti, lo dico da perbenista come mia madre mi ha inculcato. Ma adesso so dire anche di peggio per alcuni parenti...se lo meritano! Aspetto i nuovi racconti come in un libro che mi appassiona i nuovi capitoli. Ho sempre detto che adoro il modo in cui scrivi. Ti devo dire che però altri racconti mi hanno fatto ridere di più...in questi ci vedo solo tanta rabbia. Non riesco, io, a scorgere l'ironia. Ma perchè mi immedesimo troppo in te quando eri piccola. E dimentico l'ironia che tu abilmente sai usare nei tuoi racconti.
RispondiEliminaIn effetti Ale, non c'è un cazzo da ridere! però ho pensato che magari, ogni tanto, non essendo il lettore coinvolto nella situazione in prima persona, possa vedere una situazione ridicola come in effetti è, e farsi una risatina... Ma non è comunque l'intento principale quindi va bene lo stesso. Mi intenerisce questo tuo sentimento protettivo verso la me bambina e ti ringrazio, fa un po' pena anche a me in effetti l'immagine... ma so che anni dopo ha poi imparato ad andarsi a prendere le sue felicità in autonomia. Ti abbraccio cara
EliminaIo faccio parte di quei lettori che hanno commentato poco o nulla... proprio perché sono situazioni e persone alle volte assurdi, alle volte str**zi, alle volte ... non so nemmeno io, ma che mi hanno spesso lasciato l'amaro in bocca proprio perché sono veri e hanno lasciato dentro di te (piccola o grande ) un segno, un senso di incazzatura che si commentavano da soli. Tanta rabbia verso certe vicende, tanta vicinanza a te, che oggi più che mai stai ripartendo da TE. E questo è l'importante.
RispondiEliminaForse questa tua sofferenza nel ripercorrere quel passato ti ha permesso di riporre ognuno di loro in un posto meno doloroso... almeno spero, vista la (immagino) fatica...
Però un paio me li sono persi... me li andrò a rivedere...
Un abbraccio a te ^_^
Ricambio l'abbraccio Carla, e ti ringrazio. L'intento è proprio quello, riporre ognuno di loro nel posto giusto, dove la loro esistenza non mi ferisca più del dovuto.
EliminaIdem come Carla...sono passata a leggerti, ma difficilmente ho commentato...cosa dire di storie come queste che toccano nel profondo? Ogni parola sembra sciocca e inutile...
RispondiEliminaUn abbraccio!
Lo capisco... e mi bastano i vostri abbracci, che spesso dicono tante cose da soli!
EliminaCara Micol... Secondo me la vita non è mai bianca o nera ma è grigia e la Verità nei rapporti umani non è mai semplice.... anzi forse non esiste. Quando leggo i tuoi racconti sulla famiglia io penso che siano importantissimo perchè nel momento in cui escono leniscono già in po'minimamente la rabbia e da li si può ripartire.
RispondiEliminaA volte vorrei aiutarti a catapultati avanti... dopo un po', anche se ti sembra impossibile, la rabbia si attenua perché nuoce a te in primis.... Dopo un po'di vede il grigio e si inizia a stare meglio.
I tuoi parenti sono solo esseri umani. Non sono peggiori di nessun altro nè migliori.... sono nella media della imperfezione comune...
sembra impossibile? Allora nn ho capito niente?
... Può essere io mica la conosco la Verità ma ho sputato rabbia anche io per decenni poi ad un certo punto ho trovato un po'di pace nella lunga catena di dolori le mie riflessioni forse potevano bloccare il flusso... come le tue.
Ognuno dei tuoi personaggi reali ha motivi di dolore per essere come è e per generare altro dolore. Le tue riflessioni sono il nuovo inizio...e sono l'unico modo per ritrovare l'equilibrio... che ritroverai o troverai la prima volta...
Secondo me è tutto più facile e più difficile di come sembra... voglio dire che più vecchi e più vedi le cose dall'alto... Più le vedi dall'alto e più aggiungi elementi... Più aggiungi elementi e più capisci e più sei in alto e lontana e puoi lasciare andare e... ricominciare.
Sono d'accordo con te Plotina, tutto quello che mi scrivi corrisponde a ciò che penso... credo però che mi ci vorrà del tempo per arrivarci, per "elevarmi"... perchè la rabbia è tanta ancora, il dolore, la delusione, per i fatti che arriverò - spero presto - a raccontare... Mi fa piacere capire che quello che racconto è interessante, a me serve davvero, mentre lo faccio certi punti sono dolorosi ma è come se ogni volta facessi una grande pulizia in una stanza... tanta fatica ma dopo il risultato è un senzo di pace e ordine.
EliminaUn abbraccio
Io attendo ogni puntata per capire sempre meglio.
RispondiEliminaLe storie che "segnano" l'esistenza di una persona hanno sempre tutta la mia attenzione.
Un abbraccione tesoro!!!