Per non dimenticare. E non è un post per il giorno della memoria ma sono passate quasi quattro settimane e
ancora non mi sono messa lì a raccogliere ricordi, foto, bigliettini e
scontrini, come amo fare ogni volta che mi sposto di qualche km. Sono stati tre
giorni strani, vissuti come se mi mancasse perennemente un pezzo, sensazione
che ho sempre quando non ho Ego di fianco e che avevo previsto. Non è una
sensazione fastidiosa, dopo un po’ di ore si attutisce e lascia spazio ad altro…
al ritrovamento di un proprio IO per esempio. E inizi ad apprezzare di dover
pensare solo ai tuoi denti lavati, alla roba che ti serve nella tua borsa, alla tua persona invece che a due, scoprendo che ci metti la metà del tempo ad esser
pronta per uscire, che ogni problema si risolve più velocemente e che tutto, in
senso fisico, pesa meno senza di lui. Poi che non mi piaccia e sia così
masochista da preferire di spaccarmi una spalla portando a spasso tutto il
giorno una borsa pesantissima perché ci sono il suo portafoglio, il suo i-pad mini,
le sue lenti di ricambio, il suo colliro, i suoi pannolini, la pomata
fissan, il peluche senza cui non dorme… è un altro discorso. Ha piovuto,
come previsto, ma non quella pioggia che ti lascia fradicio come un pulcino,
quella, forse peggiore, che si vede e non si vede e ti azzardi anche a non
aprire l’ombrello e tutto è umidissimo, pure le tue ossa. La cittadina è
carina, c’è veramente poco da vedere, perfetto per il poco tempo che
avevamo a disposizione. siamo pure riuscite a farci due ore di shopping
tranquille e beate. Io che di solito all’estero faccio
la fame o mi riempio di roba chimica in macdonalds e burger king vari, ho mangiato benissimo. Ho scoperto
un amore con lo jamon serrano che non avevo mai assaggiato, sono rimasta estasiata dalle
loro patate e ho bevuto vini buonissimi. Una cosa che temevo era che la S. si
aspettasse di fare vita mondana la sera, cosa che io non faccio da un pezzo e
non so quanto sarei stata in grado di fare dopo giornate di sfacchinate a piedi
ma ho invece scoperto con piacere che la mia amica d’infanzia è messa come me
se non peggio, andrebbe a letto alle nove e non trova ci sia qualcosa di meglio
che starsene su un divano in pigiama la maggior parte delle serate. La breve
convivenza con lei è andata benissimo, e non ne ero così certa. Io e la S.
siamo praticamente cresciute insieme, non ci sono ricordi della mia infanzia e
adolescenza in cui lei non è presente ma siamo molto diverse, soprattutto abbiamo
passato un periodo dopo il liceo in cui, a causa della prima separazione
dovuta ad università e città diverse, siamo diventate così diverse da allontanarci davvero tanto. Da quando lei dopo la laurea è tornata qui abbiamo
ricominciato a frequentarci con più assiduità ma non sapevo cosa aspettarmi
dalla divisione di un letto e un bagno. L’ultima volta che siamo state in una
casa insieme, quando sono andata a trovarla a casa sua nella città in cui
viveva, dopo poche ero ero già in procinto di ucciderla. mi dava fastidio
persino il modo in cui mi chiedeva se mi serviva ancora il bagno o poteva
andarci lei. Con sorpresa ho scoperto che adesso il nostro rapporto è ancora diverso, un altra versione. è come se dopo un periodo in
cui abbiamo percorso due strade diverse se pur paralllele ci fossimo ritrovate nella stessa superstrada. E chissà quante altre volte accadrà... la cosa bella è che lo
sai, lo senti, che tanto prima o poi c’è una rotonda, un semaforo, qualcosa che
ti fa tornare fianco a fianco. E per me che fatico a comprendere il concetto di amicizia e a
volte la vedo quasi come una roba astratta, non è affatto semplice spiegare
questa cosa.
Di Saragozza ricorderò le chiese, le cattedrali, e ancora le chiese…
i negozi di abiti di sposa, di abbigliamento under 12 e di arredamento per
stanzette color confetto. Che per un atea che non sa se vuole figli e si chiede
quando il pirla a cui stira le camice le chiederà la mano, è un po una beffa. Se questo weekend non avesse preceduto una grande sfida
lavorativa che mi metteva addosso non poco ansia, sicuramente me lo sarei
goduto di più. In ogni caso credo che sia da rifare, sia perché è bello stare
più di due ore di seguito con chi ti ha visto piangere con le ginocchie
sbucciate schiacciata da una bici nel vialetto sotto casa, chi ha condiviso la tua
deflorazione nella stanza accanto, chi ha fumato con te la prima sigaretta, la
prima canna e ti ha tenuto la fronte durante la tua prima sbronza post Bacardi
al limone, sia perché fa bene all’anima. Non so se le altre donne sono messe
come me, ma io a volte a forza di dare un pezzo di qua e un pezzo di là mi
ritrovo a sentirmi un puzzle scomposto senza volto e queste sono occasioni in
cui in automatico una forza da dentro si mette lì a ricomporre il
puzzle e ti ricorda che prima della impiegata perfetta, della casalinga disperata,
della compagna paziente, della figlia devota, della madrina, della cugina,
della nipote.. c’è una persona, che esisteva anche prima di tutto il resto e
probabilmente esisterà anche dopo se sarà necessario.
bello il post, non scrivo cose sui viaggi dal liceo e mi hai fatto venire in mente che è un errore enorme: quanto mi piaceva! Curioso che l'avessi dimenticato, era il mio genere preferito (ti assicuro che l'avevo completamente rimosso, mah).
RispondiEliminaperò mi hai fatto venire voglia di una cosa molto di più che scrivere post sui viaggi. Passare una serata, in pigiama, con una bottiglia di vino con te. E, immagino che lo sai, io sul divano, solitamente, preferisco starci d sola e allungare i piedi.
Micol è un post bellissimo, di una verità struggente. Una persona che esisteva anche prima di tutto il resto. Riappropriarsene, grazie a un viaggio e un'amica, poi è anche più dolce. Accade anche dopo certe cose che finiscono. Credi di essere finita anche tu, un pezzetto almeno, e invece ti ritrovi. Tutti i pezzetti più quello che eri e, soprattutto, sarai. Ti bacio bella donna :)
RispondiEliminaSempre bello leggerti
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