Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

giovedì 4 aprile 2013

Saragozza.

Per non dimenticare. E non è un post per il giorno della memoria  ma sono passate quasi quattro settimane e ancora non mi sono messa lì a raccogliere ricordi, foto, bigliettini e scontrini, come amo fare ogni volta che mi sposto di qualche km. Sono stati tre giorni strani, vissuti come se mi mancasse perennemente un pezzo, sensazione che ho sempre quando non ho Ego di fianco e che avevo previsto. Non è una sensazione fastidiosa, dopo un po’ di ore si attutisce e lascia spazio ad altro… al ritrovamento di un proprio IO per esempio. E inizi ad apprezzare di dover pensare solo ai tuoi denti lavati, alla roba che ti serve nella tua borsa, alla tua persona invece che a due, scoprendo che ci metti la metà del tempo ad esser pronta per uscire, che ogni problema si risolve più velocemente e che tutto, in senso fisico, pesa meno senza di lui. Poi che non mi piaccia e sia così masochista da preferire di spaccarmi una spalla portando a spasso tutto il giorno una borsa pesantissima perché ci sono il suo portafoglio, il suo i-pad mini, le sue lenti di ricambio, il suo colliro, i suoi pannolini, la pomata fissan, il peluche senza cui non dorme… è un altro discorso. Ha piovuto, come previsto, ma non quella pioggia che ti lascia fradicio come un pulcino, quella, forse peggiore, che si vede e non si vede e ti azzardi anche a non aprire l’ombrello e tutto è umidissimo, pure le tue ossa. La cittadina è carina, c’è veramente poco da vedere, perfetto per il poco tempo che avevamo a disposizione. siamo pure riuscite a farci due ore di shopping tranquille e beate. Io che di solito all’estero faccio la fame o mi riempio di roba chimica in macdonalds e burger king vari, ho mangiato benissimo. Ho scoperto un amore con lo jamon serrano che non avevo mai assaggiato, sono rimasta estasiata dalle loro patate e ho bevuto vini buonissimi. Una cosa che temevo era che la S. si aspettasse di fare vita mondana la sera, cosa che io non faccio da un pezzo e non so quanto sarei stata in grado di fare dopo giornate di sfacchinate a piedi ma ho invece scoperto con piacere che la mia amica d’infanzia è messa come me se non peggio, andrebbe a letto alle nove e non trova ci sia qualcosa di meglio che starsene su un divano in pigiama la maggior parte delle serate. La breve convivenza con lei è andata benissimo, e non ne ero così certa. Io e la S. siamo praticamente cresciute insieme, non ci sono ricordi della mia infanzia e adolescenza in cui lei non è presente ma siamo molto diverse, soprattutto abbiamo passato un periodo dopo il liceo in cui, a causa della prima separazione dovuta ad università e città diverse, siamo diventate così diverse da allontanarci davvero tanto. Da quando lei dopo la laurea è tornata qui abbiamo ricominciato a frequentarci con più assiduità ma non sapevo cosa aspettarmi dalla divisione di un letto e un bagno. L’ultima volta che siamo state in una casa insieme, quando sono andata a trovarla a casa sua nella città in cui viveva, dopo poche ero ero già in procinto di ucciderla. mi dava fastidio persino il modo in cui mi chiedeva se mi serviva ancora il bagno o poteva andarci lei. Con sorpresa ho scoperto che adesso il nostro rapporto è ancora diverso, un altra versione. è come se dopo un periodo in cui abbiamo percorso due strade diverse se pur paralllele ci fossimo ritrovate nella stessa superstrada. E chissà quante altre volte accadrà... la cosa bella è che lo sai, lo senti, che tanto prima o poi c’è una rotonda, un semaforo, qualcosa che ti fa tornare fianco a fianco. E per me che fatico a comprendere il concetto di amicizia e a volte la vedo quasi come una roba astratta, non è affatto semplice spiegare questa cosa. 



Di Saragozza ricorderò le chiese, le cattedrali, e ancora le chiese… i negozi di abiti di sposa, di abbigliamento under 12 e di arredamento per stanzette color confetto. Che per un atea che non sa se vuole figli e si chiede quando il pirla a cui stira le camice le chiederà la mano, è un po una beffa. Se questo weekend non avesse preceduto una grande sfida lavorativa che mi metteva addosso non poco ansia, sicuramente me lo sarei goduto di più. In ogni caso credo che sia da rifare, sia perché è bello stare più di due ore di seguito con chi ti ha visto piangere con le ginocchie sbucciate schiacciata da una bici nel vialetto sotto casa, chi ha condiviso la tua deflorazione nella stanza accanto, chi ha fumato con te la prima sigaretta, la prima canna e ti ha tenuto la fronte durante la tua prima sbronza post Bacardi al limone, sia perché fa bene all’anima. Non so se le altre donne sono messe come me, ma io a volte a forza di dare un pezzo di qua e un pezzo di là mi ritrovo a sentirmi un puzzle scomposto senza volto e queste sono occasioni in cui in automatico una forza da dentro si mette lì a ricomporre il puzzle e ti ricorda che prima della impiegata perfetta, della casalinga disperata, della compagna paziente, della figlia devota, della madrina, della cugina, della nipote.. c’è una persona, che esisteva anche prima di tutto il resto e probabilmente esisterà anche dopo se sarà necessario.

3 commenti:

  1. bello il post, non scrivo cose sui viaggi dal liceo e mi hai fatto venire in mente che è un errore enorme: quanto mi piaceva! Curioso che l'avessi dimenticato, era il mio genere preferito (ti assicuro che l'avevo completamente rimosso, mah).

    però mi hai fatto venire voglia di una cosa molto di più che scrivere post sui viaggi. Passare una serata, in pigiama, con una bottiglia di vino con te. E, immagino che lo sai, io sul divano, solitamente, preferisco starci d sola e allungare i piedi.

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  2. Micol è un post bellissimo, di una verità struggente. Una persona che esisteva anche prima di tutto il resto. Riappropriarsene, grazie a un viaggio e un'amica, poi è anche più dolce. Accade anche dopo certe cose che finiscono. Credi di essere finita anche tu, un pezzetto almeno, e invece ti ritrovi. Tutti i pezzetti più quello che eri e, soprattutto, sarai. Ti bacio bella donna :)

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