Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

lunedì 10 febbraio 2014

Il ritmo

della mia giornata lavorativa non sta migliorando, sembra in caduta libera. Che poi ho tantissime cose da fare è vero, ma le farei tutte ricavandomi quasi sempre la mia mezz'ora di relax nel quale guardare prezzi di viaggi che non posso permettermi, sbirciare fatti degli altri su qualche social e pubblicare un post qui, se solo non ci fosse lui. The Boss, la mia chiavica. Tra la mia scrivania e la sua ci sono soltanto all'incirca cinque metri, separati da una porta scorravole che sta sempre rigorosamente aperta. Questo gli permette di parlarmi persino da lì senza avvicinarsi o chiedere di farlo a me. L'ufficio coniugale, come lo chiama lui. Non gli interessa se ho gli occhi socchiusi a pochi millimetri dallo schermo del pc, grugnisco con una sigaretta in bocca e una che fuma nel posacenere. lui deve dirmi oggi è bello freddino eh con voce flebile che sento che ha detto qualcosa ma non cosa e non posso ovviare con uno degli abituali eh si, risolino, sorriso, ah certo senza rischiare di usare quello sbagliato. quindi devo interrompermi guardarlo e dire prego? sorridendo a denti stretti, e questo nel novanta per cento dei casi lo porta e ribadire il concetto con almeno il doppio delle parole e qualche aggiunta dell'ultimo secondo. e poi puff, sparito, perchè io ho capacità di concentrazione pari a quelle delle Gigghi nell'inseguire la pallina mentre vede che prendo la busta del parmigiano in mano e la scambia per la sua pappa. tutto da rifare daccapo. Questo si ripete continuamente, tutto il giorno, e non è nulla a confronto di quando mi fa alzare per andare a vedere al suo pc le foto del viaggio del '96 in Africa, lui e il giaguaro in lontananza. I primi tempi non mi osavo a contraddirlo per cui rimanevo lì a sentire le sue cagate a costo di ritardare lavori importanti, ora invece gli dico chiaramente che ho da fare ma lui se ne frega, mi prende anche per i fondelli ripetendo ha da fare la ragazza, è impegnatissima. ho seriamente paura che prima o poi esausta mi dimenticherò chi è e gli urlerò l'azienda è tua riconcoglionito, io lo stipendio lo prendo uguale anche se non evadiamo quest'ordine oggi. se tua moglie me lo da ovviamente. Dato che sembra anche sbeffeggiarmi... dopo quaranta minuti nel suo ufficio a consultare siti di abbigliamento underware lui va in bagno, torna e mi dice l'hai mandata la mail a quello lì? no scusa ero impegnata a farti comprare un cazzo di pigiama di hugo boss che fa cagare ma te l'ho iperconsigliato sennò non ne uscivamo più. 
In realtà lavorare così, capo a parte, a me piace. mi è sempre piaciuto dai tempi del mio primo lavoro che consisteva nel fare coni gelato dietro un bancone con cappellino e maglietta blu. e quando dico che il giorno che il Tugurio tirerà giù la serranda tornerò a fare la gelataia io non scherzo. correre, correre, correre, senza prendere fiato, che quando ti fermi un secondo ti accorgi che stai per pisciarti addosso e l'adrenalina ti da un brivido alla schiena. non te ne accorgi nemmeno ed è già ora di andartene, arrivi a casa stanco ma di una stanchezza sana, perchè hai fatto, hai dato, e spesso sei così carico di adrenalina e soddisfazione che tiri ancora delle ore. Così mi piace, così per me è lavoro. in questo caso però oltre a rubarmi spazi vitali, che non sono contemplati in busta paga, lo so, questo ritmo mi spaventa. perchè dovendo fare il lavoro di due persone con le stesse ore a disposizione, per forza di cose gli spazi si devono comprimere. a gennaio e febbraio l'ho fatto nei tempi, ciò che prima facevo con tutta calma, con un occhiata a facebook tra una cosa e l'altra, una battuta alla collega, una mail all'amica, ho preso a farlo con il tempo necessario e niente di più senza pause o eccessi di zelo. ora però non basta più e quello che sto facendo è fare tutto, insieme, mischiando argomenti, velocemente, senza ricontrollare, scrivendo mentre parlo al telefono e parlando al telefono mentre scrivo. e verranno fuori dei merdoni, ne sono certa, per forza. non sono un robot, qualcosa prima o poi lo cicco. per non parlare delle conseguenze, in particolare riguardo quello che sarebbe proprio il mio di lavoro ovvero il commerciale, io credo che non seguire i clienti come facevo prima avrà conseguenze, magari non catastrofiche perchè quasi tutti clienti di lunga data ma le avrà e sopratutto il numero non aumenterà mai perchè il lavoro di ricerca e contatto che facevo prima, ora non me lo posso nemmeno sognare. se proprio mi avanzasse la mezz'ora farei qualcosa come archiviare le pile di fogli che ho sulla scrivania oppure passare uno straccetto almeno dove poggio le braccia, che ho una famiglia di gatti di polvere ad aspettarmi la mattina che altro che la mia pelosa. Intanto io sogno un influenza con i contro, di quelle che ti constringono a letto contro la tua volontà, che non riesci neanche a tenere gli occhi aperti, giornate di divano fazzoletti e gelato, dormite sudate e risvegli dalla bocca allappata. con papà che ti porta il gelato alla nocciola. 

3 commenti:

  1. Micol un po' mi intimorisci. Non fosse altro che per il ritmo frenetico che poi ti accorgi anche che dovevi fare pipì tipo due ore fa. Pe rle mansioni che raddoppiano e triplicano che nemmeno te ne accorgi più. Tanto s'ha da fa' uguale.
    Domani turnone di 14 ore e mezza. E le cose da fare occuperebbero almeno tre giorni.
    Rimbocchiamoci le maniche , valà!
    Buona notte ^_^

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  2. Micol praticamente hai scritto nel tuo post la mia vita in ufficio... E anche io sto invocando un'influenza che mi tenga a casa, ma pare che io sia immune...!

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Io sono per l'insulto libero quindi, dai, che è gratis.. e non c'è neanche il codice captcha!