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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

giovedì 20 febbraio 2014

The Listography Project - Your biggest fears

Oggi è il compleanno del mio papà. il mio giovanissimo papà che oggi compie 55 anni. Si dovrebbe dire avrebbe compiuto lo so, ma a me non piace. Sono giorni che ci penso eppure sta mattina non l'ho ricordato finchè non sono arrivata in ufficio, ho aperto facebook e ho visto gli inummerevoli auguri sulla sua pagina - che non ho intenzione di cancellare o oscurare. Secondo me qualcuno non sa nememno di fare gli auguri a un morto. Sono certa che lui non me ne voglia per l'attimo di dimenticanza, l'ho abituato in anni di auguri per la festa del papà alle nove di sera, in corner. Fattostà che oggi mi sento piegata in due, vittima di un ingiustizia, con una mancanza dentro enorme, un buco, una voragione. che sono i sentimenti che ci si immagina alla morte del tuo migliore amico, di un pezzo di te, dell'amore della tua vita, eppure io ho provato così forti solo poche volte per brevi momenti dal giugno scorso. inutile dire che non lo so gestire. e che l'unico post che potrei partorire oggi sarebbe è una lunga descrizione del dolore che provo. di quanto mi manca il suo odore, il calore del suo corpo a fianco mentre camminiamo nella strada verso il bar per fare colazione insieme, vederlo intingere la brioche alla marmellata nel cappuccino, il suo sorriso, la sua voce. E non lo posso fare.


Mi butto quindi nel The Listography Project, con "YOUR BIGGEST FEARS" che cade a pennello perchè la mia paura più grande era questa, era perdere lui. E quando sopravvivi alla cosa che più temevi al mondo, hai come l'impressione che niente possa poi fare così paura.

• gli insetti. in generale li trovo inquetanti, sopratutto perchè non gli vedi gli occhi, non puoi avere un contatto visivo definito. Guardi un ragno per esempio ma non sai se lui ti sta guardando oppure molto peggio tu non lo stai guardando, ma lui? forse lui ti sta guardando. detto questo, nonostante non mi siano affatto simpatici posso stare nella stessa stanza con quasi tutti ad esclusione delle api e delle cimici. le api fondamentalmente solo perchè pungono, banale ma abbastanza per odiarle e dermela a gambe levate quando una mi si avvicina. Con le cimici invece è tutta un altra cosa, lo so che non pungono e nemmeno mordono, lo so che al massimo puzzano, eppure io ne sono terrorizzata nel senso letterale del termine. se sono sola con una di loro mi blocco, sento una morsa alla gola, tremo e mi sudano le mani. non riesco a fare niente a parte scappare e chiedere aiuto. Sono riuscita a stare tre ore seduta nelle scale del palazzo dove abito, al freddo, di sera, in condizioni pietose (le condizioni meglio spiegate nel precedente LP) ad aspettare che Ego arrivasse a salvarmi. Che è una vera fobia me lo assicura il fatto che se sventuratamente le incontro, perdo del tutto la mia dignità. sono capace di chiedere aiuto al mio peggior nemico, potrei mettermi a urlare, saltare e nei casi più estremi piangere anche davanti a Brad Pitt o durante una riunione importante.
• il mare. il fondale dove potrebbero essere depositati le peggiori cose mi inquieta al punto che quando faccio il bagno, se lo faccio, mi limito a dove posso poggiare saldamente i piedi a terra e tenere sotto controllo la situazione. Perchè ho paura dei pesci, ma anche di farmi male con un ipotetico scoglio, e mi fanno schifo le alghe così come gli orridi detriti che si possono trovare sopratutto nei mari liguri - uscire dall'acqua con un assorbente arrotolato alla caviglia da bambina mi ha un tantino segnato.
• i pesci. appunto. non so cosa mi abbiano fatti questi poveretti, solo una terapia ipnotica forse potrebbe svelarmelo. ci ho pensato innumerevoli volte, scavando nei miei ricordi più lontani, eppure niente. Non li mangio neanche, nemmeno le acciughe, il tonno, i totani e famiglia. nulla che provenga dal mare, è proprio il concetto di ammollo a infastidirmi. li temo ma non li odio, mi fanno una gran pena negli acquari e ancor di più nei piatti ma ognuno deve stare a casa sua, quegli occhioni da triglia (!) mi danno i brividi
• i tombini con griglia. banale lo so, perdonatemi.
• i mostri a fianco a me nel riflesso dello specchio. io amo i film horror, anche perchè non mi fa paura quasi nulla. il concetto di diavolo per me che sono atea è attendibile tanto quanto quello degli zombie o dello gnomo armato di ascia (??) i fantasmi quasi ci spero che esistano davvero e anche gli alieni secondo me son tipi simpatici. ma il concetto di guardarmi allo specchio o nello specchietto retrovisore dell'auto e vedere qualcosa o qualcuno dietro di me no. non ce la posso fare.
• tornare un giorno nella Gcasa e trovarvi un biglietto di Ego che te saluta, con relativa mancanza di suoi vestiti, suo spazzolino e sue chincaglierie varie. e questa direi che si spiega da sola.

Passate a dare un'occhiata al The Listography Project di questa settimana!

http://www.thelifeinayear.com/p/2014-listography-project_6.html

8 commenti:

  1. Io ti adoro! Intanto auguri al tuo papà!
    Ma gli insetti proprio tutti? Cioè...le zanzare e le mosche? Ecco io non ho paure materiali, ho paure inesistenti, come quella che Ego possa andare via, solo che ho paura che io possa andare via. Ehm...va be', lo so che mi ci vuole lo psicologo, ma anche te non scherzi! Muah!

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  2. auguri al tuo papà!!!
    un abbraccio forte a te!!!! :*

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  3. Pure io ho paura dei tombini!
    Scusa se sono sparita, ma con i temporali malvagi di questi giorni ho tenuto il pc spento! Vado a vedere dove mi hai "taggata"!
    E tanti auguri al tuo papà. Sono sicura che, ovunque lui sia, abbia apprezzato i tuoi auguri.
    Un bacio

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  4. Grazie ancora per il premio cara...ti ho citata e ho messo il logo sul mio blog!!! :) Io tra le mie paure più profonde ho i serpenti, la solitudine, e la cattiveria nelle persone..che è la cosa che mi terrorizza di più..auguri al tuo papà, con tutto il cuore!!!

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  5. Auguri di cuore al tuo papà ed un abbraccione a te! :*

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  6. non passavo da un po' ...felicissima di ritrovarti....un abbraccio forte forte

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  7. Cara Micol, passavo per curiosità per vedere se avevi raccolto il mio invito di prendere in eredità la rubrica felina.
    Invece trovo questo post e sento con urgenza il bisogno di dirti che capisco alla perfezione il tuo stato d'animo, che, tra l'altro sai descrivere alla perfezione.
    Quella sensazione di ingiustizia, quella rabbia sorda e cieca verso il mondo e la vita, quella sensazione di aver perso qualcuno di essenziale alla tua vita, quel senso di corrispondenza interrotta, quel vuoto incolmabile, quelle dimenticanze del presente e della realtà dei fatti che poi quando prendi coscienza di quale sia è come un nuovo pugno nello stomaco. e quel discorso sulla paura più grande, che quando si avvera ti fa sentire finalmente libero da qualsiasi altra paura, ma al tempo stesso spogliata del privilegio della paura di perdere qualcosa a cui senti la tua vita legata in maniera indissolubile, per il semplice fatto che, ecco fatto, l'hai persa davvero, e per sempre; credimi, tutte queste sensazioni le ho provate anche io, quando, oramai sono dieci anni, ho perso il mio, di padre.
    Vorrei dirti che il primo anno è il più duro da passare, che pian piano la vita riprende il sopravvento, che il dolore nel tempo si attutirà per lasciar spazio ai ricordi felici, ma so che non è questo quello che in questo momento hai voglia di sentirti dire, perchè una delle mie paure all'epoca era proprio quella che anche il dolore, così vivo e reale che ancora mi univa a lui, si affievolisse, che il tempo la vincesse anche su quello, e insieme si portasse via per gradi anche il suo ricordo. No, questo no, non l'avrei mai accettato.
    Da non credente ho sempre avuto anche difficoltà a immaginare la vita dopo la morte, a consolarmi nel pensiero della sua anima che mi guardasse da un non ben precisato cielo iperuranio, ma sarebbe stato un inutile palliativo al dolore della perdita.
    Invece quello che sono riuscita a trovare come risorsa al presente è stato il valore della memoria, l'accettazione per i momenti goduti insieme, in questo tempo terreno che ci è stato dato di condividere, perchè poi alla fine si sa, anche se quasi sempre lo dimentichiamo, che siamo qui tutti di passaggio, e che l'unica cosa che possiamo lasciare agli altri è la traccia del nostro passaggio. Come? Coi gesti, con i pensieri, con le parole, con le azioni, con gli ideali espressi nel nostro modo di condurre la nostra vita quaggiù, e col nostro stesso essere portare avanti ciò che crediamo sia il bene, finché qualcun atro dopo di noi lo raccoglierà.
    Spero di non essere stata oscura.
    Un abbraccio.

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